| 12 luglio 2016, 07:29

Chenetti svela: "Nella prossima stagione non punteremo soltanto sul Mondiale di Lahti"

L'allenatore responsabile della nazionale di fondo descrive quali sono gli obiettivi per la prossima stagione: "Pellegrino e De Fabiani possono vincere nelle loro specialità di Coppa del Mondo; la ragazze? Ci sono elementi di qualità, che hanno bisogno di tempo"

Chenetti svela: "Nella prossima stagione non punteremo soltanto sul Mondiale di Lahti"

Nella stagione passata lo sci di fondo maschile ha ottenuto ben sei vittorie, cinque con Pellegrino nello sprint, categoria nella quale ha vinto anche la coppa di specialità, e una nella staffetta sprint formata da Pellegrino e Noeckler. Ma non solo, perché si è confermato anche De Fabiani, che ha soltanto 23 anni ed è uno dei grandi talenti dello sci di fondo mondiale. Dall’altra parte, nel femminile, non è arrivato nemmeno un podio nel corso della stagione, a conferma di un periodo davvero complicato per le donne italiane nello sci di fondo. La preparazione per la nuova stagione è già iniziata e l’allenatore responsabile della nazionale italiana, Giuseppe Chenetti, ha svelato quali sono gli obiettivi per la prossima stagione e ha dato il suo giudizio sul momento dello sci di fondo italiano.  

Buongiorno Chenetti. Avete già iniziato la preparazione per la nuova stagione: quali sono i vostri obiettivi?
«Chiaramente quello principale è il Mondiale di Lahti, ma come sempre non trascureremo la Coppa del Mondo, perché sarebbe riduttivo e rischioso pensare soltanto al Mondiale. Anche perché a Lahti sarà un terno al lotto, nel senso che non possiamo sapere con certezza in quali condizioni di forma arriveranno i nostri atleti o se troveremo la sciolina giusta. Sarebbe un peccato puntare tutto su un solo mese della stagione, anche perché in Coppa del Mondo puntiamo alla classifica di sprint con Pellegrino e sulla distanza abbiamo De Fabiani che potrebbe dire la sua».

Le punte di diamante saranno Pellegrino e De Fabiani, ma dietro di loro stanno crescendo altri atleti?
«Ovviamente vogliamo creare un gruppo di atleti vincente, anche se non è sempre facile perché hanno età e culture diverse. Stiamo cercando di creare il gruppo un passo alla volta nel corso degli anni e non a caso il novanta per cento della squadra è rimasto e i ragazzi si conoscono meglio, si rispettano e c’è affiatamento. Certo per quanto riguarda i risultati, possiamo contare su pochi elementi, perché in questa fase l’Italia è un po’ in sofferenza. Abbiamo due pedine forti come Pellegrino e De Fabiani, poi c’è Noeckler che non ha mai sbagliato nel classico e per il ruolo di quarta pedina della staffetta al momento abbiamo tre ottimi atleti, che partono quasi allo stesso livello come Clara, Salvadori e Rastelli. Gli uomini che comporranno la staffetta non sono già decisi, perché questa non si crea nel corso dell’estate, ma si compone la settimana precedemente alla gara. Ora si fa un lavoro di affiatamento del gruppo, di armonia tra gli atleti, ma nel giorno della staffetta si schierano gli atleti che stanno meglio fisicamente in quel momento».  

Nell’ultima stagione Pellegrino ha dimostrato di essere in crescita anche nelle gare più lunghe.
«Ho sempre creduto che potesse crescere anche in questo tipo di gara, perché ho allenato Zorzi in passato e lui faceva un lavoro da fondista e non da sprinter. Le qualità nella velocità restano sempre, non si allenano, ma bisogna fare in modo che questa possa essere mantenuta costante fino alla fine. Per farlo si deve lavorare sulla resistenza».  

In campo femminile c’è qualche difficoltà in più.
«Si, le ragazze sono volenterose, si impegnano e hanno un ottimo tecnico come Costantin delle Fiamme Oro, che sta cercando di amalgamare il gruppo e ha anche cambiato l’impostazione del lavoro. Infatti sta facendo allenare la squadra in caserma a Moena, con periodi lunghi di carico, per far si che siano sempre sotto il controllo del tecnico. In questo momento in campo femminile non c’è l’atleta che si distingue nettamente, così è più naturale fare allenamenti di gruppo. Purtroppo non essendoci nessuna che si metta davanti e trasciniil gruppo con i suoi risultati, c’è una maggiore difficoltà. La nostra speranza è che nel corso dell’inverno possa esplodere una di queste ragazze».  

Si è dato una spiegazione riguardo questa crisi del fondo italiano, soprattutto in campo femminile?
«Si, c’è poco da spiegare. I grandi campioni sono frutto della natura, ogni tanto nascono senza una grossa spiegazione. Quando questi vanno via bisogna solo sperare che ne crescano altri, perché la loro presenza aiuta tutto il gruppo. Nel fondo maschile per fortuna abbiamo Pellegrino e De Fabiani, mentre tra le donne manca la big, il talento cristallino. Ci sono degli elementi di qualità che hanno bisogno di tempo per sbocciare, anche perché già in passato delle grandi atleti come Gabriella Paruzzi o Arianna Follis sono esplose tardi».

 

 

Giorgio Capodaglio

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