| 21 luglio 2016, 07:37

De Godenz: "Vi spiego come la Val di Fiemme è diventata tanto importante nello sci nordico"

Il Consigliere della Provincia Autonoma di Trento ha parlato della sua Val di Fiemme: "Abbiamo ospitato tre Mondiali e fino al 2020 le finali della Coppa del Mondo di sci nordico, perché c'è fiducia nella nostra organizzazione; gli eventi che abbiamo organizzato hanno reso la nostra località molto appetibile

De Godenz premiato (foto Fisi Trentino)

De Godenz premiato (foto Fisi Trentino)

La Val di Fiemme è una delle eccellenze italiane negli sport invernali, ha organizzato tre Mondiali di sci di fondo, diverse gare di coppa del mondo ed è una delle valli preferite dai turisti che in inverno affollano le sue piste di sci alpino e sci di fondo, mentre d’estate passeggiano oppure sfrecciano in mountain bike attraverso i suoi splendidi sentieri. Per parlare di questa località abbiamo intervistato Piero De Godenz, oggi Consigliere della Provincia Autonoma di Trento, in passato organizzatore di due Mondiali di sci di fondo e per vent’anni membro del Nordic Ski, del quale oggi è uno dei 1200 volontari, con un ruolo nelle pubbliche relazioni.  

Buongiorno De Godenz, come mai la Val di Fiemme è una località così importante nello sci di fondo italiano e mondiale?
«Ci sono stati diversi fattori che hanno contribuito a questo. Innanzitutto la presenza di due importantissime scuole dei Centri Sportivi: la Guardia di Finanza di Predazzo e la Polizia di Stato di Moena. Da qui sono nati atleti, tecnici e alcune persone che sono state la linfa di una crescita dovuta non tanto alla tradizione, ma alla passione di queste persone. Un secondo elemento è rappresentato dalla nascita della Marcialonga, che è diventata negli anni un evento di tradizione, una delle quattro-cinque gare di gran fondo più importanti al mondo. Altri elementi importanti sono stati il Trofeo Topolino e Franco Nones campione olimpico nel 1968 a Grenoble, un uomo molto rispettato in Scandinavia. Queste sono le componenti che ci hanno fatto crescere, aiutandoci a portare qui i Mondiali, un evento che mai si era disputato in Italia».  

Da anni la Val di Fiemme ospita grandi eventi nello sci di fondo.
«La spinta ci è arrivata paradossalmente da alcune grandi catastrofi che hanno colpito la nostra zona, quelle del 1976 a Cermis e del 1985 a Prestavel. Volevamo rilanciare la valle, riproporla al mondo, così nel 1987 si è deciso di Candidare la Val di Fiemme per i Mondiali di fondo, nel 1988 ci sono stati assegnati e nel 91 si è svolto questo fantastico evento. Nell’anno precedente per la prima volta si è disputata qui una tappa di Coppa del Mondo e da quel momento la nostra valle non si è più fermata, continuando a ospitare gare, altri due Mondiali e ora anche il finale del Tour de Ski, che è l’evento televisivamente più seguito per lo sci nordico. Per noi è stata una vittoria ottenuta sul campo, non una scelta politica, perché FIS e FISI hanno fiducia nel nostro comitato organizzatore, nel quale ci sono persone che sono un punto di riferimento da ormai 30 anni e delle certezze riconosciute. Ora nell’ultimo congresso che si è svolto in Messico, ci sono state assegnate le finali della Coppa del Mondo fino al 2020 e arriveremo anche ad ospitare un quarto mondiale».    

Anche dal punto di vista degli impianti la Val di Fiemme è un’eccellenza per gli sport nordici.
«Ne è un esempio la presenza del centro più completo in Italia per il salto con gli sci. Ora verrà costruito anche il trampolino da 60 metri, così sarà l’unico centro in Italia con tutti i trampolini, visto che ci sono già da 120 e 90. Abbiamo inoltre diverse strutture sportive legate allo sci di fondo, con impianti d’avanguardia sopra i mille metri, un poligono per il biathlon costruito in occasione delle Universiadi e tanto altro. Insomma tutto un insieme di cose che fanno della Val di Fiemme il centro italiano dello sci nordico».  

Nell’ultimo inverno avete avuto problemi per l’assenza di neve?
«No e questo grazie ai nostri impianti di innevamento sia sulle piste di fondo sia su quelle di sci alpino. Non siamo ancora al top, ma siamo messi molto bene e siamo riusciti con un grande lavoro a mantenere aperte tutte le piste di sci alpino e la maggior parte di quelle di fondo. Poi certo, i media mostrano una striscia bianca con attorno tutto verde e si perde la poesia, ma la preparazione delle piste è stata perfetta e la stagione è andata a gonfie vele. Dobbiamo insistere sempre di più nell’avere grosse disponibilità di impianti di innevamento, perché la stagione invernale non può mai essere mancata. Sarebbe importante avere a disposizione dei grandi depositi di acqua, che possono anche essere dighe naturali o corsi d’acqua e impianti per innevare in appena 70 o 80 ore, sfruttando quattro giorni di freddo per avere la maggior parte delle piste innevate. Per un’operazione del genere sarebbe utilizzata una percentuale d’acqua irrisoria rispetto per esempio al bacino di produzione idroelettrica».                               

Il mondo sta attraversando un periodo economicamente difficile: ne state risentendo?
«No, le cose stanno andando bene lo stesso. Non credo che in un periodo del genere il metodo giusto per essere competitivi sia quello di praticare degli sconti, perché la neve ha dei costi fissi. Noi dobbiamo avere un determinato incasso e facciamo anche delle offerte ma nei periodi considerati fuori stagione, che erano per noi i più deboli. Inoltre ci siamo aperti a nuovi mercati, tanto che in questi ultimi anni abbiamo ricevuto molte domande dal Centro-Est Europa, mentre sul mercato italiano continuiamo a reggere bene perché magari la gente non si fa una settimana, ma cinque giorni. Stiamo riuscendo a mantenere i soliti numeri e questo anche grazie agli eventi che abbiamo organizzato, perché ci hanno reso molto appetibili all’estero».  

La Val di Fiemme non è soltanto stagione invernale, perché attirate turismo anche d’estate.
«Si, soprattutto grazie a una rete sviluppata di sentieri per mountain bike ed escursionismo, oltre che a un’altezza che è ideale per il turismo delle persone di terza età e le famiglie. Inoltre garantiamo alcuni servizi che fanno la differenza, come la card che da libero accesso a tutti i nostri impianti per coloro che fanno la settimana estiva».  

Guardando al futuro: c’è qualcosa in cui dovete migliorare?
«Certo, c’è sempre qualcosa da migliorare in particolare nella comunicazione, perché spesso non riusciamo a far capire ai nostri potenziali clienti le varie opportunità presenti in questa zona, perché alcune cose si pubblicizzano da sole perché sono famose ovunque, ma altre hanno bisogno di un investimento nel settore comunicativo».  

 

Giorgio Capodaglio

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