Sommario | 27 luglio 2016, 07:35

Bortoluzzi, pres. Comitato Veneto: "Il Mondiale a Cortina è stato per noi un grande riconoscimento"

Il presidente del Comitato Veneto FISI non pensa però soltanto al Mondiale di sci alpino di Cortina: "Organizziamo tanti eventi perché siamo una realtà effervescente; è importante che i giovani si appassionino agli sport invernali e le scuole devono aiutarci"

Le montagne che ospiteranno i Mondiali di Cortina 2021

Le montagne che ospiteranno i Mondiali di Cortina 2021

Continua il nostro viaggio all’interno dei comitati regionali. Oggi abbiamo intervistato Roberto Bortoluzzi, presidente del Comitato Veneto FISI, uno dei più attivi in Italia, tanto che oltre a ospitare diversi raduni delle nazionali italiane e gare di Coppa del Mondo di sci alpino, organizzerà anche i Mondiali di Sci Alpino del 2021 a Cortina d’Ampezzo.  

Buongiorno presidente Bortoluzzi: qual è lo stato di salute degli sport invernali in Veneto?
«Abbiamo chiuso una stagione bellissima sotto ogni punto di vista. I risultati hanno premiato il lavoro intenso che abbiamo fatto, due nostri atleti dello sci alpino sono stati convocati in nazionale e anche nello sci nordico abbiamo ottenuto degli ottimi risultati, con alcuni nostri atleti che sono sotto l’osservazione della direzione agonistica. Possiamo dire che la stagione appena trascorsa sia stata eccellente».  

Qual è il lavoro svolto vostro Comitato?
«Una nostra scelta è quella di praticare quasi tutte le discipline della federazione, dallo sci alpino a quello nordico, passando per il salto e il biathlon. Inoltre abbiamo anche una scuola di bob e skeleton, oltre che squadre e impianti di snowboard, sci alpinismo e sci d’erba. Insomma abbiamo la gamma completa degli sport invernali».  

Un grande traguardo è stato l’assegnazione dei Mondiali di sci alpino del 2021 a Cortina d’Ampezzo.
«Per noi è un riconoscimento importante, che non abbraccia soltanto Cortina e la provincia di Belluno, ma tutto il Veneto, anzi tutta Italia. Si tratta di un evento straordinario, perché soltanto le Olimpiadi sono una manifestazione più importante dei Mondiali. Non ci fermiamo qui, perché da anni ospitiamo una gara della Coppa del Mondo femminile di sci alpino, una tappa della Coppa Europa di snowboard e in questa stagione nel nostro territorio si svolgeranno anche i Mondiali di sci alpinismo. Siamo una realtà effervescente».  

A che punto è l’organizzazione dei Mondiali di Cortina?
«La macchina per i Mondiali è già partita, è stata creata una fondazione che ha lo scopo di dirigere tutto il lavoro che andrà fatto da qui al 2021. Ci sono richieste particolari della FIS e bisogna intervenire su qualche pista e sull’arrivo. Insomma ci saranno diversi lavori da fare, per esempio sulla viabilità, sugli arrivi, sulle tribune e l’impianto di innevamento. Tutte cose che ci sono state richieste dalla FIS, ma siamo messi abbastanza bene».  

Cortina a parte, com’è la situazione impiantistica della vostra regione?
«In linea di massima abbiamo degli impianti all’avanguardia, ad eccezione di alcuni storici. Per il biathlon abbiamo recentemente costruito un impianto in Valsoldana con delle bellissime tribune, che necessità ancora di alcune rifiniture. La nazionale si è allenata qui proprio pochi giorni fa e lo scorso anno sono state disputate un paio di gare della Coppa Italia. Quest’anno forse non ci saranno perché dobbiamo ultimare gli ultimi lavori di completamento dell’impianto, che una volta terminato sarà bellissimo. Per quanto riguarda il salto in Veneto sono funzionanti gli impianti di Gallio, sull’Altopiano di Asiago, che necessitano però di revisione e per questo motivo oggi sono in esecuzione dei lavori che saranno ultimati entro l’inverno. In questo momento i nostri allievi sono ospiti nelle vicine Predazzo e Tarvisio».  

Nell’ultima stagione il meteo non ha aiutato gli sport invernali, dal momento che non è nevicato moltissimo. Come ve la siete cavata?
«Inizialmente la situazione è stata quasi disastrosa, perché per gli sport invernali ovviamente la neve è una condizione sine qua non. Ci sono state una serie di gare rinviate nella prima parte della stagione, ma poi è arrivato il freddo che ci ha concesso la possibilità di produrre la neve con i nostri impianti di innevamento, così si sono salvate molte gare in calendario, anche se i costi dell’operazione sono stati alti».  

I problemi economici che sta vivendo tutta Europa vi hanno messo in difficoltà?
«Purtroppo i costi dell’impianto di innevamento sono andati a diminuire il business degli impianti di risalita, ma la regione ci sta dando una mano. Per quanto riguarda i problemi economici che stanno vivendo le famiglie, queste non fanno più l’intera settimana bianca, ma si accontentano dei weekend, oppure fanno delle gite di un giorno, toccata e fuga. Sicuramente la crisi econimica ha portato un discreto calo anche alle nostre attività».  

Cosa state facendo per risolvere questi problemi?
«Tra le varie cose stiamo lavorando con la regione Veneto che ha varato una legge che consente di spostare la settimana scolastica sulla neve, pertanto l’afflusso l’avremo comunque. Certo, poi bisogna vedere se in questi ragazzi la passione resterà lo stesso e se le loro famiglie potranno sostenere la spesa per consentire ai figli di andare avanti. I nostri club e le associazioni si stanno sacrificando, investendo proprio su questi ragazzi, perché non possiamo permetterci di perdere l’attività giovanile, da subito dobbiamo condurli in pista e far si che si appassionino agli sport invernali».  

A proposito di giovani: un ragazzo che vuole fare attività agonistica come può conciliarla con la scuola?
«Questo è un problema che abbiamo, perché negli ultimi anni la scuola è più rigida riguardo alle assenze. Molti ragazzi non possono far altro che gestirsi le cose nel modo migliore, cercando di allenarsi al massimo quando hanno l’occasione, perché non possono fare troppe assenze o rischiano la bocciatura. Inoltre gli ski college non sono ancora organizzati bene. Purtroppo chi vuole praticare questo sport in modo agonistico deve allenarsi la mattina, non può farlo la sera come altri sport tipo calcio o nuoto. Abbiamo presentato diversi progetti, ma si creano sempre problemi con i singoli professori, perché alcuni sono più rigidi rispetto ad altri e penalizzano lo sport. Molto dipende dall’atteggiamento degli insegnanti, ma solo uno su dieci è disponibile a collaborare con noi. Io vorrei soltanto che capissero che lo sport è una scuola di vita, è un’opportunità per molti di questi ragazzi e devono sfruttarla. Vogliamo solo che la scuola ci aiuti a far conciliare gli studi con l’attività agonistica, perché sono due cose importanti».  

Quali sono i vostri programmi per il futuro?
«Dedicheremo come sempre tutte le nostre risorse, la passione e il tempo a disposizione per l’attività giovanile, lo facciamo per tutti quei bambini che dimostrano interesse e voglia nei confronti degli sport invernali. Ce ne sono tanti e noi gli aiuteremo a seguire la loro strada».

Giorgio Capodaglio

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