| 29 luglio 2016, 07:40

Il Presidente Malagò alla vigilia dei Giochi: "Lo sport italiano è un'eccellenza a livello mondiale"

Il Presidente del CONI ha fatto il punto della situazione sullo sport italiano, svelato le proprie aspettative in vista dei Giochi di Rio e parlato anche della candidatura di Roma per il 2024: "Non fermiamoci alla paura o al pessimismo: i giovani non devono pagare per gli errori del passato"

Giovanni Malagò (foto sito Coni dell'Umbria)

Giovanni Malagò (foto sito Coni dell'Umbria)

 

Sale l'attesa in vista dei Giochi Olimpici di Rio, che venerdì prossimo prenderanno ufficialmente il via con la Cerimonia d'Apertura. Proprio per parlare di questo evento lo scorso 19 luglio abbiamo incontrato Giovanni Malagò, Presidente del CONI, il quale nonostante i tanti impegni ci ha gentilmente concesso questa breve intervista.

Presidente, qual è lo stato di salute dello sport italiano alla vigilia dei Giochi?
«Lo sport italiano resta un’eccellenza a livello mondiale, indipendentemente dai riscontri forniti dai vari momenti storici. Lo dice la tradizione e lo conferma la grande credibilità vantata a livello internazionale, oltre agli aspetti numerici. Questo non vuol dire cullarsi sugli allori ma neanche ignorare che esiste una cultura sportiva da costruire indipendentemente dalle medaglie che ci aspettiamo di vincere a Rio. Quando parlo dello stato di salute dello sport italiano penso sia molto importante sottolineare, ad esempio, l’importanza di alcuni traguardi tagliati in questi tre anni. Un risultato storico è l’aver aumentato il numero degli italiani che praticano sport. Negli ultimi due anni, come certificato dall’ISTAT, è stato registrato un fondamentale +2,7% ma dobbiamo continuare a lavorare sui giovani, favorendo l’attività motoria. Con questo spirito è nato “Sport di Classe”, portato avanti con il MIUR e grazie al Governo, che garantisce due ore settimanali di educazione fisica in tutte le primarie. La sinergia tra mondo agonistico e didattico è fondamentale ai fini dello sviluppo di un Paese, così come è necessario riqualificare impianti e crearne di nuovi per favorire la diffusione della pratica motoria. Attraverso “Sport e periferie”, con le risorse stanziate dal Governo, si è innescato un processo virtuoso per la diffusione dell’attività in aree svantaggiate e periferiche. Abbiamo lavorato sulla base, cercando di far arrivare il nostro messaggio in contesti sociali difficili, anche grazie a “Vincere da Grandi”, ideato con il Gioco del Lotto, e abbiamo promosso i centri CONI di Orientamento e Avviamento allo Sport, rivolto ai ragazzi tra i 5 e i 14 anni. “Sport e Integrazione”, chiamato a favorire l’inclusione attraverso l’esempio dei nostri campioni nelle scuole. Siamo orgogliosi del riconoscimento che il Governo e le istituzioni riconoscono allo sport, da leggere come strumento di crescita per il sistema Paese».

Il 5 agosto parte l’avventura olimpica con la cerimonia di apertura al Maracana. Da Federica Pellegrini portabandiera si passerà alle gare: quali sono le sue aspettative?
«Per fare un esercizio numerico dobbiamo prendere come riferimento i 28 podi di Londra, ai quali vanno però tolte le 3 medaglie che arrivarono nel 2012 dalle specialità stavolta non presenti nel programma olimpico, nel dettaglio fioretto femminile e di sciabola maschile. Ritengo però corretto il criterio del CIO per comprendere la competitività di un movimento, dando rilevanza ai punteggi legati ai primi 8 di ogni gara. Questa chiave di lettura consente di verificare il livello agonistico di un Paese sulla base dell’intero programma olimpico, evitando giudizi superficiali. Ogni podio sarà speciale e mi aspetto delle sorprese: sono convinto che il ricambio generazionale cui abbiamo assistito in questi anni ci regalerà soddisfazioni, creando un nuovo serbatoio di medaglie. E sarei molto felice se la pallavolo maschile riuscisse a centrare la vittoria per chiudere idealmente il cerchio di un percorso che ha visto primeggiare gli azzurri ai Mondiali, agli Europei e in World League. E’ arrivato il momento di una soddisfazione a cinque cerchi».

Può spiegare per quale ragione, oltre all’impatto positivo per l’economia di cui molto si parla, Roma 2024 sarebbe una grande opportunità per il nostro Paese?
«Si potrebbe ridisegnare e riqualificare la Capitale e, grazie alla candidatura, l’intero Paese. Mi riferisco alle 11 città che potrebbero ospitare il calcio e a Cagliari, con la vela. Ci possono essere benefici in termini occupazionali, turistici e di legacy. I Giochi, infatti, offrono 177mila posti di lavoro in più e garantiscono la crescita del PIL regionale del 2,4%. E poi si possono sanare alcune ferite come lo stadio Flaminio o le Vele di Calatrava e realizzare finalmente quelle infrastrutture necessarie alla città, grazie a un percorso low cost all’insegna della più religiosa trasparenza. Non fermiamoci alla paura o al pessimismo: i nostri giovani non devono pagare per gli errori del passato».

 

Redazione

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