Sommario | 21 agosto 2016, 07:38

L'OPINIONE - "Lo Stato italiano deve aiutare lo sport"

Tita De Stalis scrive per Fondoitalia al termine dei Giochi Olimpici di Rio: "La politica deve aiutare gli atleti e i dirigenti sportivi che fanno mille sacrifici; inoltre per aiutare gli sport invernali va differenziato il calendario scolastico tra Nord e Sud"

L'OPINIONE - "Lo Stato italiano deve aiutare lo sport"

Quale migliore opportunità di parlare di sport, mentre volgono al termine le Olimpiadi brasiliane. Non conosciamo ancora i dati definitivi, penso però di poter affermare che il nostro sport si è comportato in modo discreto, poteva scapparci qualche medaglia in più, ma anche qualcuna in meno, considerato che alcune discipline, che in passato hanno fatto le fortune dei colori azzurri, in quest'occasione sono state un tantino carenti (una Vezzali ed una Trillini non si sostituiscono facilmente). Malagò potrà tornare a Roma con il petto in fuori e la pancia in dentro, ed accompagnare i medagliati dal Presidente Mattarella, per gli onori di rito.

E' vero, una grossa percentuale della formazione azzurra, milita in qualche corpo Militare, riceve uno stipendio, ma deve sottoporsi a degli allenamenti massacranti, senza i quali non si portano a casa medaglie. Ecco allora che il Presidente Malago dovrebbe approfittare dell'occasione, per dire al Capo dello Stato, che al di la delle onorificenze, è indecente compensare una Medaglia d'Oro Olimpica o di un Campionato del mondo con cifre che farebbero ridere il barbiere di Montecitorio, per non parlare del centinaio di Dirigenti RAI, il cui A.D. porta a casa cifre scandalose (650.000 € l'anno, 54,000 mensili).

Mattarella, Renzi e i suoi Ministri, sanno benissimo quante centinaia di migliaia di Dirigenti mettono a disposizione il proprio tempo, per avviare ad uno sport milioni di ragazze e ragazzi, rischiando, nel contempo, ciò che hanno accumulato in anni di duro lavoro e sacrifici. Che fa lo Stato Italiano nei confronti di questi benemeriti? Scarico addosso a loro, responsabilità d'ogni genere, grazie alla fantasia dei vari Ministeri. Ma questa gente, che magari pretende di appollaiarsi davanti al televisore e vedere le maglie azzurre sfrecciare davanti alle altre o saltare più su rispetto agli altri concorrenti, ha idea di quanti sacrifici queste persone di sport devono imporsi, quante ore di allenamento, prima dell'alba e dopo il tramonto?  Serve una Legge in favore dello Sport in generale, ed una seconda che serva a dare serenità ai tantissimi dirigenti che, se un giorno dovessero incrociare le braccia, farebbero crollare l'impalcatura sportiva italica.      

Ho parlato di sport in generale, mentre questo mio pensiero è pubblicato su FONDOITALIA, che si occupa di discipline sportive non facili da praticare (le cosidette discipline nordiche), che di norma si esercitano nei periodi di scuola, ed attingono i loro adepti nella vallate alpine ed appenniniche, dove ormai imperano anziani e vecchi e le ragazze ed i ragazzi si contano sulle dita di una mano. Perchè insistere allora in un calendario scolastico unico, dalla Sicilia al Piemonte, dal Veneto alla Calabria, anziché differenziarlo tenendo anche conto che ci sarebbe un grosso risparmio in energia elettrica e riscaldamento? In montagna dicembre e gennaio, scuole chiuse, e ragazzi a praticare gli sport della neve. Con una fava si piglierebbero due piccioni, ma i superburocrati, pagati profumatamente, queste quisquilie non passano neppure per l'anticamera  del cervello, così pure nei provveditorati agli studi.

Ma chiedo ai lettori di Fondoitalia, dobbiamo rassegnarci ad essere governati od amministrati da chi non ha i numeri per farlo?

Tita De Stalis

Ti potrebbero interessare anche: