| 24 agosto 2016, 07:33

Noeckler è pronto a una stagione da protagonista: "Voglio crescere ancora"

Il fondista azzurro ha le idee ben chiare: "Soltanto in alcune gare sono riuscito a esprimere tutto il mio potenziale, ora voglio farlo con maggior continuità perché magari, grazie al lavoro e un po' di fortuna, potrò vincere anch'io una gara individuale"

Noeckler è pronto a una stagione da protagonista: "Voglio crescere ancora"

Pellegrino, De Fabiani, ma non solo, perché la nazionale italiana di fondo ha anche altri atleti che sono pronti a decollare: uno di questi è Dietmar Noeckler. Nato a Brunico 28 anni fa, il fondista del Gruppo Sportivo Fiamme Oro vuole dimostrare tutto il suo valore e tornare con continuità nelle prime posizione della classifica. Un piccolo infortunio, subito proprio ieri dopo una caduta, lo fermerà per qualche giorno, ma lo motiverà ancora di più in vista della fase finale della preparazione, perché Noeckler vuole essere presto al meglio per poter dare il suo contributo alla staffetta e tornare con continuità nelle prime dieci posizioni anche nelle gare individuali. L’abbiamo intervistato, scoprendo tutta la sua determinazione a vivere una stagione da protagonista.  

Ciao Dietmar, partiamo dall’inizio: come hai cominciato con lo sci di fondo?
«Sono arrivato a questo sport tramite mio papà, che partecipava a gare di fondo e si allenava spesso. Io lo seguivo, andavo a vedere le sue gare e spesso sciavo con lui nel corso degli allenamenti. Ho iniziato così, anche se le prime gare le ho disputate attorno ai dieci anni, più tardi rispetto alla media. Una volta finite le superiori ho iniziato a ottenere degli ottimi risultati e questi mi hanno permesso di entrare nelle Fiamme Oro, poi nella squadra nazionale e quindi partecipare alla Coppa del Mondo»

Nel 2009 hai esordito in Coppa del Mondo: qual è stato il tuo impatto con questa competizione?
«Le mie prime due gare nel 2009 le disputai a Valdidentro, partecipavo grazie al gruppo nazionale e non mi aspettavo niente. Invece disputai due buone gare concludendo vicino alla zona punti ed ero abbastanza soddisfatto, perché non tutti riescono a fare un esordio così buono. Nell’anno successivo entrai definitivamente in squadra A, feci un po’ di fatica nelle prime gare di Coppa del mondo, poi iniziarono ad arrivare i risultati».                                   

Ti sei specializzato nella classica, come mai?
«Pensate che da piccolo invece mi trovavo meglio in pattinato che in classico. Poi con il passare degli anni ho visto che mi esprimevo meglio nel classico. Il mio obiettivo ora è di crescere nel pattinato e voglio riuscire a fare qualcosa di buono anche lì».  

Secondo il tuo amico Roland Clara nel pattinaggio potresti già fare molto meglio se ci credessi di più. Cosa gli rispondi?
«Ha ragione, perché in realtà mi manca un po’ di convinzione e fiducia. Nella gare in linea e nell’inseguimento mi sono espresso bene, ma dovrei essere più convinto, perché a volte purtroppo parto già sconfitto».  

Eppure la tua unica vittoria è arrivata proprio in una team sprint skating.
«Vero, ma le team sprint sono gare più corte e riesco a esprimermi meglio, mentre nelle distance skating faccio più fatica».  

A proposito, descrivici le emozioni che hai provato lo scorso anno in occasione della vittoria in Coppa del Mondo nella team sprint con Pellegrino.
«Già a Falun nel 2015 arrivammo terzi al Mondiale e fu un’emozione fortissima. Alla gara di Planica arrivai dopo un periodo non facile, nel quale non ero in condizione. Non a caso in semifinale non mi espressi bene, ma in finale andai benissimo, diedi il cambio a Pellegrino in terza posizione e a quel punto già sapevo che avremmo vinto senza problemi conoscendo la sua bravura. Sono stato felicissimo, perché sentii molto mia quella vittoria, sapevo di aver dato il mio contributo. Poi a renderla più bella il fatto che la condivisi proprio con Pellegrino, perché da tanti anni sciamo assieme e ci siamo trovati sempre molto bene. Possiamo fare grandi cose insieme sia in Coppa del Mondo sia ai Mondiali».  

A parte la vittoria di Planica, come giudichi la tua ultima stagione?
«Non sono soddisfatto. Le cose migliori sono arrivate in staffetta e nella team sprint, ma a livello individuale a parte qualche risultato buono non ho fatto grandi cose, perché non sono mai riuscito a trovare la condizione ottimale, che avevo due anni fa quando arrivavo spesso nei dieci. Ho rincorso per tutta la stagione la forma migliore, ma non sono mai stato al cento per cento. Ora sto lavorando moltissimo, perché voglio rifarmi nella prossima stagione».  

A proposito, a parte il piccolo stop che hai appena subito, come procede la preparazione?
«Sta andando bene, abbiamo fatto tanto lavoro e mi sento bene, magari un po’ stanco, ma è una cosa normale perché abbiamo lavorato davvero tanto. Peccato un piccolo problema avuto alla spalla e la caduta di oggi (ieri ndr), dalla quale spero di recuperare in pochi giorni».  

Qual è il tuo obiettivo in vista della prossima stagione?
«Voglio correre gara per gara e fare il meglio possibile. In particolare voglio arrivare molto più avanti nella classifica generale e poi, vedendo come saranno andate le gare di Coppa del Mondo, farò i miei calcoli per Lahti. Il grande obiettivo sarebbe un podio nella staffetta, della quale mi auguro di far parte. Poi darò il cento per cento anche nelle gare individuali per salire sul podio».  

Qualcuno afferma che non hai ancora espresso tutto il tuo potenziale: sei d’accordo?
«Diciamo che sono riuscito ad esprimerlo soltanto in qualche gara e per questo motivo voglio crescere ancora, soprattutto nella continuità. Sicuramente posso migliorare ancora molte cose e spero che presto arriverà la giornata giusta nella quale tutto possa girare per il meglio, perché magari grazie al lavoro e un po’ di fortuna potrò vincere anch’io una gara individuale di Coppa del Mondo».

 

Giorgio Capodaglio

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