Biathlon | 25 agosto 2016, 07:56

Federica Sanfilippo vuole crescere ancora: "Voglio diventare più costante"

Alla sua prima stagione intera in Coppa del Mondo ha vinto in staffetta ed è anche salita sul podio nell'individuale, ma vuole di più: "Voglio essere competitiva in un numero maggiore di gare; il mio sogno nel cassetto? Una medaglia mondiale e olimpica"

Federica Sanfilippo vuole crescere ancora: "Voglio diventare più costante"

Alla sua prima stagione intera in Coppa del Mondo, Federica Sanfilippo si è tolta molte soddisfazioni, con risultati che tanti atleti non raggiungono nemmeno nel corso di un’intera carriera. La giovane biatleta di Vipiteno è infatti salita subito sul podio, arrivando seconda nella sprint di Ostersund in Svezia e ha ottenuto anche uno storico successo nella staffetta di Hochfilzen, insieme alle sue compagne Wierer, Oberhofer e Vitozzi. Mai l’Italia aveva vinto in una staffetta femminile. Per tanti motivi quindi ci si aspetta moltissimo da lei, ancora giovanissima, in vista delle prossime stagioni, che comprenderanno anche i Mondiali proprio a Hochfilzen e le Olimpiadi del 2018. L’abbiamo intervistata per sapere quali sono le sue aspettative in vista della prossima stagione.  

Ciao Federica, puoi raccontare come hai iniziato a praticare questa disciplina?
«Nella mia valle il biathlon è molto conosciuto e insieme a discesa, fondo e calcio è lo sport più praticato. Ho cominciato a fare fondo, poi sono passata al biathlon e me ne sono innamorata. Per questo motivo ho deciso di continuare e di provare a farlo in modo agonistico, tanto che ho scelto il Liceo Scientifico Sportivo di Vipiteno proprio per poter studiare e allenarmi nel migliore dei modi, anche se non sapevo bene dove questa strada mi avrebbe condotto. Per fortuna ha creduto in me il Gruppo Sportivo Fiamme Oro di Moena e questo è stato fondamentale».  

Hai esordito in Coppa del Mondo nel 2013 a Hochfilzen e pochi mesi dopo sei scesa in pista ad Anterselva: è stato emozionante?
«Si, soprattutto ad Anterselva, perché non avevo mai visto tanta gente. È stato qualcosa di impressionante, da pelle d’oca. Anno dopo anno poi il numero di tifosi, soprattutto italiani sta crescendo. Gareggiare in casa è davvero emozionante».  

Lo scorso anno hai disputato la tua prima stagione completa in Coppa del Mondo: ti aspettavi di ottenere subito dei risultati così positivi?
«Non me lo sarei mai aspettato, perché se anche in allenamento ti confronti con campionesse come Dorothea e Karin, non sai mai come andrà poi realmente in gara dove cambia tutto. Per me era tutto nuovo, sapevo di poter fare delle cose buone ma anche consapevole di aver bisogno di trovare la giornata giusta, perché devi stare bene fisicamente e psicologicamente, oltre ad avere degli buoni sci. Non ho avuto una stagione costante, ma ho fatto vedere delle buone cose e sono contenta».  

Sei salita subito sul podio: complimenti.
«Si il secondo posto in Svezia, arrivato così presto è stato molto positivo anche se ha portato con sé pure dei risvolti negativi. Dopo quel risultato, infatti, mi sono messa tanta pressione addosso perché volevo ripeterlo e ne ho pagato le conseguenze, perché in questo sport se non sei libero di testa non riesci più a fare nulla. In certe gare nemmeno sono riuscita a fare l’inseguimento, un giorno sono arrivata seconda e il giorno successivo oltre le quaranta. Questo è il biathlon e io ho sbagliato a mettermi pressione».  

A Hochfilzen hai anche ottenuto la tua prima vittoria in Coppa del Mondo nella staffetta insieme alle tue compagne. È un luogo speciale per te visto che oltre alla prima vittoria, in quella località hai anche fatto il tuo esordio in Coppa del Mondo?
«Si, però quando ho esordito non è statp tutto così bello perché sono arrivata novantesima. La vittoria in staffetta è stata proprio una bella soddisfazione, all’inizio nemmeno ci credevo. Inizialmente non ero tanto contenta della mia gara, perché avevo sbagliato un po’ troppo al poligono, ma ho combattuto moltissimo insieme alle mie compagne e alla fine questo ha pagato.  Non riesco nemmeno a descrivere bene le emozioni vissute in quel momento, perché abbiamo passato tutto l’anno insieme e ognuna di noi sa quanti sacrifici abbiamo dovuto fare per arrivare lì e così è stato ancora più bello condividerlo con le altre. All’inizio non riuscivo nemmeno a realizzare cosa avevamo fatto, mi ci è voluto del tempo, almeno fino a Natale per capirlo. È stata un’emozione unica. Durante il viaggio e all’arrivo a casa, con Karin (Oberhofer) abbiamo fatto un po’ di festa».  

Qual è il tuo obiettivo in vista della prossima stagione?
«Innanzitutto voglio stare bene, perché nel corso della passata stagione ho avuto qualche problema di troppo. Poi voglio essere più costante, cercare di disputare un numero più alto di belle gare ed entrare molto più spesso nelle prime venti-trenta posizioni. Non penso al Mondiale, perché quello viene più avanti nella stagione e io voglio ragionare un passo alla volta, fare delle belle gare e tutto ciò che arriverà in più sarà un bel bonus».  

Prima hai parlato del gran numero di tifosi che vi hanno seguito ad Anterselva: pensi sia anche merito dei vostri risultati?
«Certamente anche i nostri risultati stanno contribuendo ad avvicinare la gente, perché secondo me sono curiosi di venire a vederci live. Ho vissuto veramente delle grandi emozioni grazie al pubblico italiano».  

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Il mio sogno l’ho già realizzato, perché nella mia vita sto facendo quello che mi piace, il biathlon. Dal punto di vista sportivo sogno una medaglia mondiale e olimpica».  

A proposito, manca soltanto un anno e mezzo ai Giochi Olimpici: ci pensi mai?
«Si ci ho pensato molte volte, mi immagino spesso di essere li e di lottare anche per una medaglia, perché nel biathlon è sempre tutto aperto. Resta per ora soltanto un sogno nel cassetto, perché le Olimpiadi sono ancora lontane».

 

Giorgio Capodaglio

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