| 16 settembre 2016, 07:37

Maicol Rastelli ha un sogno nel cassetto: "Vincere una medaglia con la staffetta"

Il fondista valtellinese ha parlato a Fondoitalia e ha sensazioni positive in vista della prossima stagione: "I test confermano che stiamo lavorando bene, mi vedo migliorato e così anche i miei compagni; l'obiettivo? Andare a punti con più continuità"

Maicol Rastelli ha un sogno nel cassetto: "Vincere una medaglia con la staffetta"

“Questo ragazzo ha un gran potenziale e sarà molto utile alla nostra staffetta”. Sono le parole con cui Roland Clara, nell’intervista che gli abbiamo fatto lo scorso 22 agosto, a pochi giorni di distanza dal suo ritiro, descriveva Maicol Rastelli, una delle grandi speranze del fondo azzurro. Il venticinquenne valtellinese ha già conosciuto la gioia del podio nella sprint di Drammen del 2014, ovviamente a tecnica classica, dove si trova a meraviglia, e ha tanta voglia di crescere anche in skating, per diventare un fondista di ottimo livello, capace di piazzarsi più volte nelle posizioni che valgono punti, come ha ammesso nell’intervista che ci ha gentilmente rilasciato.

Ciao Maicol, stai preparando la nuova stagione con la nazionale: come stanno andando le cose?
«La preparazione sta andando molto bene, sicuramente meglio rispetto allo scorso anno e anche a quelli precedenti. Fin qui non ho avuto alcun intoppo, i test confermano che stiamo lavorando bene, ci sono dei miglioramenti e per questo motivo sono contento».

Qual è il tuo obiettivo in vista della prossima stagione?
«Quello di riuscire ad andare a punti con maggior regolarità rispetto alle ultime stagioni e magari anche ottenere qualche bel risultato ai Mondiali, perché è l’appuntamento clou della stagione».

Uno dei tuoi obiettivi è quello di far parte della staffetta mondiale, ma dovrai superare molta concorrenza.
«Di una cosa sono certo, sarà sicuramente una staffetta competitiva perché la squadra è molto forte. Io mi auguro di essere in ottime condizioni per tutta la stagione e dimostrare di meritare il posto per la staffetta mondiale. Per riuscirci bisognerà anche arrivare in forma a quei giorni, poi si vedrà. Sono però convinto che chiunque correrà la staffetta, sarà all’altezza della situazione, perché la squadra è forte e può ottenere un bel risultato».

Dove pensi di dover migliorare?
«Senza dubbio nello skating, perché la mia predisposizione per il classico è piuttosto evidente, dal momento che sono competitivo sia nelle lunghe sia nelle brevi distanze. Nello skating devo crescere molto, fare un grande passo avanti e questo è l’obiettivo per la prossima stagione. Qui devo migliorare soprattutto dal punto di vista tecnico e prima di arrivare in zona punti nella tecnica libera, bisognerà lavorare ancora parecchio. Nel classico ho dimostrato che posso essere con continuità nei primi e sto lavorando molto bene, con maggiori volumi e più convinzione. Questo farà la differenza».

Come giudichi la tua ultima stagione?
«È stata buona, ma non sono completamente soddisfatto, perché voglio migliorare ancora in futuro e andare a punti con maggiore regolarità. Sono felice di aver ottenuto i miei primi punti nelle gare distance, però sarebbe meglio riuscire a ottenere dei risultati positivi con più continuità nel corso della stagione, perché in quella passata ho avuto un calo a metà dell’inverno ed è un errore che non dovrò commettere ancora, perché voglio essere competitivo per l’intera stagione».

Tornando indietro nel tempo, raccontaci come ti sei avvicinato a questo sport.
«È stato l’unico sport che ho praticato, perché ho iniziato già a quattro anni, dal momento che il fondo è una tradizione di famiglia e quindi è stato piuttosto naturale cominciare a fare questo sport. Sono presto arrivati dei buoni risultati, poi sono entrato in nazionale junior e negli anni successivi sono entrato nel Gruppo Sportivo dell’Esercito, che ha fatto in modo che questo sport diventasse la mia professione, permettendomi di arrivare a un livello alto. Però non bisogna mai accontentarsi e continuare a dare tutto per arrivare coi primi».

Non ci hai messo molto a trovare il tuo primo podio, che hai raggiunto già a Drammen nel 2014.
«Si (ride ndr) praticamente la prima volta che sono andato a punti, sono salito anche sul podio. Quella è stata una sorpresa sia per me sia per coloro che mi stanno intorno, dagli allenatori a chi mi ha sempre seguito. Quella di Drammen è una pista che si adatta particolarmente bene alle mie caratteristiche e quel giorno tutto si è incastrato nel migliore dei modi, sono stato anche fortunato. Dopo poche gare di Coppa del Mondo mi sono trovato subito sul podio e a quel punto molti si aspettavano che avrei replicato presto questa impresa, ma è una cosa tutt’altro che semplice. Per ottenere un risultato importante e salire sul podio, ci vuole tanta fortuna perché devono concatenarsi diversi fattori che contribuiscono a raggiungere dei risultati di quel livello: dallo stato di forma fisico, alla preparazione degli sci, dalla fortuna di pescare la giornata giusta a quella di trovare gli avversari che incappano in quella sbagliata».

Il podio, arrivato così presto, ha fatto crescere le tue aspettative? Ti sei messo un po’ di pressione?
«Si, tanto che nella stagione successiva, alla vigilia della prima sprint, pensavo che nel corso della stagione sarei andato meglio e avrei ottenuto un numero maggiore di qualificazioni. Invece ogni anno il livello in questo sport aumenta e non bisogna mai addormentarsi, ma cercare di dare sempre il massimo e restare concentrati. Niente è scontato».

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Quello della maggior parte degli atleti: partecipare alle Olimpiadi. Nel 2014 la qualificazione per Sochi mi è scappata per un soffio e ora cercherò di non farmela sfuggire ancora una volta. Poi ho un altro sogno, che è grande, quello di vincere una medaglia in staffetta ai Mondiali o alle Olimpiadi. Sarebbe una cosa bellissima, perché secondo me la medaglia in staffetta è qualcosa di prestigioso, è speciale».

Sicuramente i fondisti validi attorno a te non mancano per trasformare questo sogno in realtà.
«De Fabiani e Pellegrino sono i fari di questa squadra, perché hanno già dimostrato di essere fortissimi, visto che sono molto maturi nonostante la giovanissima età. Loro due rappresentano il traino della squadra e noi dobbiamo seguirli. Gli elementi forti non mancano, perché con me ci sono Noeckler e Salvadori. Il primo ha già dimostrato il suo valore, ha anche vinto lo scorso anno nella sprint con Pellegrino, è un elemento molto forte e con grande esperienza. Salvadori ha dimostrato anch’egli di essere molto valido nelle gare distance. Il gruppo è complessivamente competitivo e compatto. Inoltre nel corso dell’estate ho visto un miglioramento generale da parte di tutti, che fa bene sperare».

Giorgio Capodaglio

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