| 24 settembre 2016, 07:21

Da Bosco Chiesanuova ecco Lucia Scardoni, sulle orme dei Valbusa

Nata nello stesso comune dei Valbusa, Lucia Scardoni si sta allenando per la prima volta con la squadra A: "Il mio obiettivo è di migliorare nelle distance e qualificarmi ai Mondiali; attualmente mi sento più sicura nelle sprint; Sabina e Bubo Valbusa mi danno tanti consigli"

Lucia Scardoni (foto di Elvis, dal sito delle Fiamme Gialle)

Lucia Scardoni (foto di Elvis, dal sito delle Fiamme Gialle)

 

L’inizio della stagione è sempre più vicino e le ragazze dello sci di fondo proseguono la loro preparazione con lo staff tecnico, in vista di un anno che in molti aspettano come quello del riscatto. Tra le protagoniste del ritiro azzurro, per la prima volta con la Squadra A, c’è anche Lucia Scardoni, fondista venticinquenne di Bosco Chiesanuova, piccolo comune di 3600 abitanti, che ha regalato allo sci italiano grandissimi campioni come Fulvio e Sabina Valbusa. Sulle orme di questi grandi personaggi, Lucia Scardoni sogna di potersi togliere grandi soddisfazioni nella sua carriera e dare nuovamente lustro alla sua località e allo Sci Club Bosco, nel quale è cresciuta prima di entrare nelle Fiamme Gialle. L’abbiamo intervistata per conoscere i suoi obiettivi in vista della prossima stagione.  

Ciao Lucia, come sta procedendo la preparazione?
«Fino adesso è andata benissimo, soprattutto perché non ho accusato alcun problema fisico e questa è una buona notizia. Ci stiamo allenando insieme alle ragazze della Squadra B e si è creato un bel gruppo, così riusciamo anche ad allenarci molto bene assieme».  

Per la prima volta stai svolgendo la preparazione con la Squadra A: hai notato delle differenze rispetto agli anni passati?
«Gli allenamenti sono più o meno sempre gli stessi, cambiano poche cose. Devo ammettere, che rispetto al passato ho notato un allenamento molto più concentrato sulla tecnica, perché l’allenatore ha puntato a migliorarci sotto quel punto di vista. Prima di quest’anno poi non c’era stata mai una vera collaborazione tra le squadre, invece questa estate ci stiamo allenando tutte assieme, anche con le giovani della Squadra B».  

Ti sei posta un obiettivo per la prossima stagione? Dove devi arrivare per ritenerti soddisfatta?
«Lo scorso anno ho ottenuto dei buoni piazzamenti nelle gare sprint a classico e punto a riconfermarmi e magari migliorarmi. Nelle distance invece sono andata spesso vicina alla zona punti, senza mai arrivarci, una cosa che mi piacerebbe fare in questa stagione. Infine ci sono i Mondiali di Lahti alle porte e ho l’obiettivo di qualificarmi».  

Non ti sei ancora specializzata nelle distance o nelle sprint: possiamo definirti un’atleta polivalente?
«Si. Nei primi anni in Coppa del Mondo mi hanno sempre fatto partecipare a gare distance. Poi ho preso parte a un paio di sprint e sono arrivata vicino a qualificarmi. Nella passata stagione ho fatto il salto di qualità proprio nelle gare sprint, così mi sono dedicata di più a quelle perché mi riuscivano meglio. Nonostante questo, però, nella prossima stagione punto a disputare entrambe le gare, anche se mi sento attualmente più sicura nelle sprint».    

In Coppa Europa hai ottenuto dei grandi risultati negli ultimi anni.
«Nel fondo femminile c’è una grande differenza tra Coppa Europa e Coppa del Mondo, i ritmi sono completamente diversi, non c’è quasi paragone. Nella prossima stagione spero di disputare soltanto gare di Coppa del Mondo, significherebbe che starei raggiungendo degli ottimi risultati. Certo poi se nelle prime gare non dovessi andare bene, potrei anche disputare qualche gara di Coppa Europa per ottenere la forma migliore».  

Torniamo indietro nel tempo: com’è nata la tua passione per il fondo?
«Io abito a Bosco Chiesanuova, terra della famiglia Valbusa, dove gli sport praticati sono fondo e pallavolo. Quest’ultimo non mi piaceva, così ho seguito i miei genitori che mi hanno sempre portata a sciare. La scelta del fondo è nata quindi in modo spontaneo».  

C’è stato un momento in cui hai capito che la tua passione sarebbe diventata anche un lavoro?
«A parte il momento in cui sono entrata nella Finanza, quando ho avuto la certezza di aver trasformato la mia passione in lavoro, devo dire che l’ho sempre pensato, perché mi piaceva troppo fare questo sport, girare l’Europa per disputare gare e togliermi soddisfazioni».  

Sei nativa di Bosco Chiesanuova, comune che ha dato i natali ai Valbusa: sono per te un esempio?
«Sicuramente, soprattutto Sabina in quanto donna. Lei mi scrive molte volte prima delle gare, dandomi sempre dei bellissimi consigli. Quando torno a casa, poi, vedo spesso anche “Bubo”, che non si fa mai mancare l’occasione di consigliarmi e aiutarmi a crescere. Mi piacciono perché entrambi non hanno peli sulla lingua. Bubo poi, appena aveva smesso, veniva anche ad aiutare lo Sci Club nel quale sono cresciuta». 

Nel gruppo femminile è mancata una guida negli ultimi anni; chi ha le caratteristiche, secondo te, per prendersi questo ruolo?
«Senza dubbio Virginia (De Martin Topranin ndr), perché è la più esperta, è la nostra guida».  

Cosa dobbiamo aspettarci dalla squadra femminile in questa stagione?
«Vedendo come ci siamo allenate nel corso dell’estate, l’augurio è che tutte noi potremo ottenere dei buoni piazzamenti».  

Un’ultima domanda: qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Sicuramente partecipare a un’Olimpiade e ovviamente farla bene. Ora che sono in Squadra A, inizio anche a vederla più vicina».

 

Giorgio Capodaglio

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