| 12 gennaio 2017, 07:27

Gian Luca Bruno: "Ecco come prevenire gli infortuni negli sport invernali"

Scive per noi Gian Luca Bruno, medico chirurgo, specialista in medicina legale e delle assicurazioni, dal 1995 consulente medico della Juventus e titolare dello Studio Medico Legale Bruno

Gian Luca Bruno: "Ecco come prevenire gli infortuni negli sport invernali"

Molti atleti praticano lo sci  senza mai porsi il problema di prevenire l’infortunio. Vivono nell’assurda convinzione che a loro non toccherà mai o che, se succederà, basterà rivolgersi a un qualunque fisioterapista  per risolverlo in poco tempo; oppure pensano che a loro non dovrebbe succedere perché “un organismo sano deve poter sciare senza problemi”.
La prima posizione è assurda: chi pratica sport sa che non è immune da infortuni. Quindi: se fai sport, sai che prima o poi purtroppo  ti potrà capitare l’infortunio.
Non esiste atleta che pratichi da lungo tempo sport di prestazione, che sia completamente esente da infortuni.

L’INFORTUNIO È UN EVENTO MULTIFATTORIALE. Ha una connotazione fisica, psichica e sociale e ciò è vero per il suo insorgere, per il suo trattamento ed il suo superamento. Necessita di un approccio olistico e multidisciplinare, comprensivo sia delle funzioni fisiche sia dei fattori emotivi e cognitivi. Fondamentale è l’integrazione delle competenze e la promozione del lavoro in gruppo.

L’INFORTUNIO HA UN IMPATTO - Inteso come incidente inatteso rappresenta un evento destabilizzante l’equilibrio emotivo e psicologico di ogni atleta. Ha un impatto multidimensionale: benessere fisico, emozionale, sociale, del sé.

LA GESTIONE DELL’INFORTUNIO E’ DECISIVA - La gestione efficace è fondamentale per un percorso positivo o negativo della carriera di un atleta e in generale per il suo benessere -I fattori psicologici hanno un peso notevole e influenzano, direttamente o indirettamente, la natura, l’efficacia e la qualità della gestione immediata dell’infortunio, del percorso riabilitativo e del successivo ritorno allo sport

La prevenzione dell’infortunio
La strategia migliore è rimandare il più possibile quel momento. Per farlo occorre sapere come si fa. Spesso ci si preoccupa delle attrezzature tecniche , del tipo di allenamento ecc. In realtà l’esperienza ha dimostrato che le cause d’infortunio sono diverse decine e, sorpresa, quelle più gettonate spesso non sono le più importanti. Spesso infatti le cause sono più d’una, concomitanti. Per questo è importante conoscerle tutte.
Per esempio chi ragiona in modo astratto e senza competenze è spesso portato a ritenere che un infortunio sia dovuto a un deficit muscolare (devi rinforzare i muscoli!); in realtà, come sottolineano i migliori ortopedici sportivi e medici dello sport, non è il solo deficit muscolare responsabile dell’infortunio, bensì il fatto che l’atleta abbia praticato l’attività con i muscoli stanchi, cioè il mancato recupero muscolare.  Se attribuisco l’infortunio al deficit, andrò in palestra mi rafforzerò (ammesso che sia possibile, cioè che la mia muscolatura non sia già al top), ma poi, seguendo lo stesso piano di allenamento, continuerò a eseguire sedute di allenamento con i muscoli più forti, ma sempre stanchi e quindi non potrò che infortunarmi nuovamente.
Per l’atleta infortunato potrebbe sembrare inutile piangere sul latte versato, ma è fondamentale capire la causa dell’infortunio perché da essa dipendono le cure.
    
I fattori di rischio generici nello sport vengono suddivisi in INTRINSECI ed ESTRINSECI.

In genere nello sci nordico gli infortuni sono inferiori rispetto ad altre discipline olimpiche invernali. Lo studio scientifico degli infortuni avvenuti durante le ultime 2 Olimpiadi Invernali  (Vancouver 2010 e Sochi 2014) ha confermato che il rischio di infortunio è significativamente maggiore nel bob, nell’hockey su ghiaccio, nello short track nello sci freestyle e nello snowboard cross, mentre è minore in tutte le specialità dello sci nordico, nello slittino, nel curling e nella velocità skating.


Anche se nello sci nordico il rischio di infortuni legamentosi del ginocchio (rottura del legamento crociato anteriore) non appare essere così frequente, è importante conoscere che un corretto allenamento (training neuromotorio) è in grado di correggere una serie di “movimenti a rischio” che sono stati riconosciuti essere una delle principali cause di distorsione del ginocchio.
Prima di iniziare il programma di prevenzione, con l’allenamento neuro-motorio, è necessario studiare come si comportano le nostre ginocchia durante una serie di movimenti sportivi; per questo motivo appare oggi importante effettuare il MAT test (Movement Analysis Test).
 
Oggi ha un aspetto importante e rilevante la Green Room, dicitura misteriosa che, al di là della traduzione letterale, descrive invece una delle più recenti innovazioni nell’ambito della medicina sportiva: si tratta infatti di un laboratorio, dotato di sofisticatissime apparecchiature, che consente di visualizzare, scannerizzare e studiare nei minimi particolari i movimenti di un atleta (professionista o dilettante o anche solamente amatore) individuandone quelli scorretti e quelli corretti. È un tipo di analisi che ha prima di tutto funzioni preventive: serve infatti a correggere gli errori di postura e gli atteggiamenti errati del fisico durante gli esercizi, errori che possono condurre a un infortunio. Il test è utile soprattutto per la prevenzione della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio, uno degli infortuni più comuni per sciatori, anche della domenica. Nella Green Room tre telecamere (una frontale e due laterali) scrutano il movimento dell’atleta e lo proiettano su una parete interamente ricoperta di video, sulla quale la persona, assistita da uno specialista, si rivede dalle varie angolazione. Attraverso il Movement Analysis Test, lo specialista individua dove come e perché un movimento è sbagliato e, di conseguenza, rischioso e naturalmente stabilisce le strategie per correggerlo. Si tratta di uno screening fondamentale perché, nel caso del crociato, il rischio di recidiva dell’infortunio è molto alto e arriva fino al 35% nei giovani sotto i 19 anni. La prima causa di ricaduta è un imperfetto o incompleto ciclo riabilitativo.

La parola d'ordine è “prevenzione dell'infortunio" ma senza dimenticare che una buona copertura assicurativa tutela i professionisti dello sport e gli amatori nella tutela della propria attività lavorativa.

Gian Luca Bruno

Ti potrebbero interessare anche:

In Breve