| 09 marzo 2017, 17:21

L'Opinione di Brusadelli: la Rai prenda esempio da Eurosport

"La Rai trasmette lo sci nordico nella notte in un orario da film hard; Eurosport, durante i Mondiali, si è dimostratta rispetto alla tv pubblica una corazzata contro una barchetta a remi"

L'Opinione di Brusadelli: la Rai prenda esempio da Eurosport

Che io sappia, lo sci nordico non è ancora uno spettacolo hard. Ci sono sicuramente delle gran belle ragazze, che però quando scendono in campo non sono scollacciate ma intubate da capo a piedi in tute variamente sgargianti. Che fanno ugualmente un bel vedere ma non ispirano certamente peccati pruriginosi. Eppure da qualche tempo, che siano i recenti Mondiali o gare di Coppa del Mondo, la RAI, invece che in diretta, presenta fondo, salto, combinata e biathlon in orari nei quali, abitualmente, vengono confinati film o spettacoli contrassegnati dal bollino rosso. Sono gare sportive, non roba che dovrebbe escludere la visione da parte dei minori. Quando proprio va bene è mezzanotte passata, magari anche di un paio d’ore. Il momento in cui dormono non solo i bambini, ma pure chi, il mattino dopo, deve alzarsi presto per andare al lavoro. Checché ne dicano le statistiche sulla disoccupazione, sono ancora in maggioranza quelli che rispettano gli orari della fabbrica o di un ufficio, senza farsi timbrare il cartellino dal furbetto di turno.

A beneficiarne, dunque, a meno che non si sia masochisti per poter seguire i propri beniamini, restano solo quei pensionati che le ore di sonno perduto possono tranquillamente recuperarle con qualche pisolino nel corso della giornata, oppure chi è un tiratardi per abitudine consolidata o un fancazzista di natura. Numericamente un’audience forzatamente ridotta sulla quale la RAI farebbe bene a meditare perché c’è pur sempre un deficit da contenere e giustificare (fra diritti televisivi e costo della trasmissione) quando non è adeguatamente “spalmato” su indici di ascolto forzatamente ridotti al minimo per proprie nefaste scelte di orari di programmazione.

L’appassionato, dunque, se vuole la diretta di queste gare non può far altro che ricorrere ad EUROSPORT che da sempre brilla sia in fatto di trasmissione dell’evento che nel modo in cui questo viene presentato. Non gli mancano uomini e tantomeno idee. Sotto questo aspetto, almeno per quanto riguarda lo sci nordico, può tranquillamente far scuola alla RAI che gioca le migliori risorse con lo sci alpino schierando truppe in abbondanza, ma schifa quasi lo sci nordico. Il parente povero che evidentemente sta stretto a chi porta i galloni. Tanto è vero che la telecronaca dei Mondiali l’ha affidata ad un povero soldatino costretto a fronteggiare, tutto solo, lo staff di tre persone (Silvano Gadin, Marco Albarello e Fulvio Valbusa) schierate da EUROSPORT, per di più con l’aggiunta di apporti esterni da parte di altri personaggi che hanno fatto la storia del fondo. De Zolt e la Belmondo, tanto per fare due nomi, che hanno spalleggiato il miglior speaker in circolazione e i due campioni olimpici: i massimi competenti in materia. Del fondo azzurro Albarello è stato anche il CT.

Protagonisti sugli sci, sorprendenti anche in fatto di battute. Una “corazzata” contro una barchetta a remi. Per la RAI, purtroppo, confronto perso in partenza sul piano della dialettica: tre stelle contro un “outsider” senza almeno il supporto di una spalla “tecnica” hanno fatto sì che non ci sia mai stata partita, e questo per la TV di Stato è certamente vergognoso. Letteralmente ridicolizzata sotto il profilo dell’immagine che i suoi mezzi le consentirebbero di offrire, neppur capace di presentare in diretta quello che dovrebbe essere il copione che la valorizzi. Un campionato mondiale snobbato per la concomitanza con altri sport forse di maggiore impatto ma certamente di minor “pedigree”, pur con la disponibilità di due canali (57 e 58) sui quali proporlo. Dovevano servire per dare più spazio allo sport, come buon senso vorrebbe , ma da tempo propongono entrambi l’identico programma dopo che qualcuno, nelle alte sfere, ha avuto la pessima idea di dare un taglio alla programmazione dopo aver tanto faticato per attuarla. Ha un nome l’autore di questa “pensata”?

Giorgio Brusadelli

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