Biathlon | 06 aprile 2017, 07:27

Peter Tumler vuole crescere ancora: "Sugli sci sto con i più forti, ora voglio migliorare al tiro"

Il giovane della Val Martello, reduce da una stagione positiva, sogna un giorno di entrare in un corpo sportivo militare e disputare la Coppa del Mondo: "Il biathlon mi fa stare bene"

Peter Tumler vuole crescere ancora: "Sugli sci sto con i più forti, ora voglio migliorare al tiro"

Probabilmente John Lennon, autore del brano "Strawberry Fields Forever" dei Beatles, avrebbe apprezzato moltissimo la Val Martello e la sua distesa di fragole. Ma d’inverno questa valle si trasforma e si colora di bianco, così i giovani della zona si infilano gli sci, prendono il fucile e raggiungono il centro di biathlon della Val Martello per allenarsi, sognando un giorno di arrivare in Coppa del Mondo.

È quello che fa quotidianamente Peter Tumler, nato a Silandro (Schlanders in tedesco e Solaneres in ladino) in Val Venosta, una delle giovani promesse del biathlon italiano, giunto secondo nell’ultima Coppa Italia Giovani Under 19. Seguite le orme del fratello si è appassionato al biathlon ed è entrato nel giro della nazionale, tanto da aver recentemente partecipato ai Mondiali Giovanili di Brezno. L’abbiamo interrotto mentre stava studiando, per fargli questa breve intervista. Conosciamolo meglio.

Ciao Peter. La stagione ti ha visto arrivare secondo in Coppa Italia e partecipare al Mondiale di Brezno: sei soddisfatto per come sono andate le cose?
«Si, la stagione è stata positiva e anche ai Mondiali mi sono comportato molto bene sugli sci, peccato però per il tiro, nel quale ho avuto qualche problema di troppo. In Slovacchia abbiamo visto che siamo una bella squadra e che se tutto va bene, possiamo fare davvero tanto, una cosa che deve farci piacere ma anche stimolarci a migliorare. Anche in Coppa Italia le cose sono andate bene, soprattutto nella seconda parte di stagione. Nelle prime uscite stagionali ho avuto qualche problema sugli sci, non ero al massimo della forma, una volta arrivata, mi sono divertito e ho iniziato a ottenere degli ottimi risultati».

Giudichi positivamente l’ultima esperienza mondiale?
«Mi è dispiaciuto per i problemi che ho avuto al tiro, ma, al di là di questo, ho visto che se tutto va bene, se riesco a migliorare al poligono, posso fare tanto, perché sugli sci sono al livello degli altri. Poi, come ho già detto in precedenza, sono contento per i risultati ottenuti come squadra, perché i compagni hanno vinto diverse medaglie e abbiamo capito che noi italiani abbiamo la possibilità di fare molto bene. Le cose sono andate meglio rispetto al Mondiale precedente».     

Com’è nata la passione per il biathlon?
«Dal momento che mio fratello maggiore era biatleta e aveva sette anni di più, lo seguivo agli allenamenti, così ho cominciato a provare anch’io e mi è subito piaciuto. Il biathlon, poi, dalle nostre parti è un’istituzione, perché abbiamo questo bellissimo stadio in Val Martello».

Cosa ti piace di questo sport?
«Il fatto che tutto è sempre possibile fino alla fine. Fino a quando non hai sparato l’ultimo colpo, non puoi sapere ancora se hai vinto o hai perso, può sempre cambiare tutto, esserci un colpo di scena finale».

C’è stato un momento in particolare in cui hai deciso di fare sul serio, di provare a seguire una carriera in questo sport?
«Non c’è stato proprio un momento preciso nel quale ho deciso di tentare una carriera nel biathlon. Diciamo che mi è sempre piaciuto fare questo sport, mi fa sentire bene, così mi sono sempre impegnato per andare avanti, sperando di entrare un giorno in un gruppo sportivo».

Oggi fai parte della società ASV Martello, ma ovviamente per te sarebbe importantissimo entrare in un corpo sportivo militare.
«Non è solo importante, ma decisivo, perché senza non si può andare avanti».

Hai un punto di riferimento, un atleta che ti piace particolarmente?
«Diciamo che tutti noi vorremmo essere come Fourcade o Bjoerndalen».

Qual è il tuo obiettivo?
«Quello di arrivare nella squadra nazionale A e partecipare alla Coppa del Mondo».

E il sogno nel cassetto?
«Disputare un giorno le Olimpiadi con la tuta della nazionale italiana».

È difficile per te studiare e fare sport?
«Le difficoltà ci sono, come per tutti. Per fortuna, però, io frequento la scuola sportiva di Malles, che mi offre l’opportunità di studiare e anche di allenarmi».

Hai degli hobby particolari al di fuori del biathlon?
«Quando ho un po’ di tempo libero, mi piace trascorrerlo con i miei amici. Poi, conclusa la stagione invernale, pratico anche altre attività sportive, in particolar modo l’arrampicata, che non posso fare durante la stagione. Per il momento non sono ancora andato, perché prima devo finire la scuola»

Giorgio Capodaglio

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