| 25 aprile 2017, 07:32

Martin Coradazzi, il giovane talento che non ha paura della fatica

Sugli sci come nello studio, l'atleta friulano è sempre determinato a dare tutto: "So cosa devo fare per migliorare"

Foto di Flavio Becchis

Foto di Flavio Becchis

Ha disputato una stagione da protagonista in Coppa Europa Junior e il prossimo anno potrebbe essere tra i favoriti per vincerla. Martin Coradazzi, classe 1998, aggregato del Centro Sportivo Carabinieri, ha vissuto una stagione molto positiva, nella quale ha concluso al settimo posto della classifica generale, ha partecipato al suo primo Mondiale Giovanile ed è anche riuscito a salire per la prima volta in carriera sul podio europeo. Il friulano, nato a Forni di Sopra, è consapevole dei suoi mezzi, sa dove deve migliorare e punta molto in alto. Ha carattere da vendere e non ha paura della fatica, di studiare per mantenere una media alta a scuola, di allenarsi per migliorare sempre di più, di soffrire, seguendo alla lettera il consiglio di uno dei suoi eroi, lo skyrunner e scialpinista, Killian Jornet Burgada: “Non si può non lottare, non si può non soffrire, non si può non morire … è l’ora di soffrire, è l’ora di lottare, è l’ora di vincere. Bacia o muori”.

Ciao Martin: sei soddisfatto per com’è andata la tua stagione?
«L’inizio della stagione è stato probabilmente al di sotto delle mie aspettative, ci ho messo un po’ a ingranare la marcia giusta. Da gennaio in poi, invece, è stato tutto in crescendo e nelle ultime gare di Coppa Europa ho fatto molto bene, entrando nei migliori cinque in ben quattro occasioni nelle ultime sei gare, salendo anche sul podio».

Ti saresti aspettato di salire sul podio in stagione?

«Probabilmente all’inizio non ci avrei creduto, invece ci sono riuscito ed è di buon auspicio per il prossimo anno, quando sarò più grande».

Analizzando i risultati di questa stagione, per il prossimo anno è prevedibile una lotta tra te, Del Fabbro e i francesi Laude e Lapalus.
«Ci sono tutte le premesse perché la prossima stagione possa essere molto positiva. Io dovrò impegnarmi al massimo, a partire già dalla preparazione, poi vedremo come andranno le cose. Con Luca (Del Fabbro ndr) ci sarà da battagliare e proprio questo è il bello del fondo».

Nella classifica generale della Coppa Europa Junior abbiamo cinque italiani tra i primi undici.
«Siamo stati supportati da buoni tecnici e inoltre abbiamo sempre avuto tanta voglia di lavorare. A questo aggiungiamoci il fatto che abbiamo un territorio che ci valorizza, perché le montagne sono una grande palestra e abbiamo gli spazi per praticare lo skiroll nel corso dell’estate».

Hai anche partecipato ai Mondiali: ti è piaciuta come esperienza?
«È stata molto bella e mi ha ripagato dei sacrifici fatti per qualificarmi. Noi componenti della squadra italiana eravamo tutti nella stessa casa, anche insieme agli atleti delle altre discipline. Mi sono trovato benissimo e ho preso ancora più consapevolezza di quello che è lo sci di fondo, coscienza del livello a cui sono in questo momento e cosa fare per migliorarmi».

Dove devi migliorare?
«Nelle distance devo migliorare negli ultimi chilometri, quando mi trovo spesso in difficoltà. Poi devo crescere nelle sprint, perché faccio fatica e non ho mai raggiunto la top ten. Ho già lavorato molto su questo aspetto e nel finale di stagione, infatti, sono migliorato. Continueremo a lavorarci ancora molto per migliorare sempre di più».

Quale tra i due stili preferisci?

«Mi piacciono entrambi, anche se rendo meglio a skating».

Oggi sei aggregato al CS Carabinieri: quanto sarebbe importante essere arruolato?

«Sarebbe decisivo, perché renderebbe un lavoro questa attività, rappresenterebbe un sogno che diventerebbe realtà: fare come lavoro quello che amo».

Qual è secondo te la tua dote migliore?

«La meticolosità. Sono un atleta che ama predefinire tutto, faccio le cose con molta precisione e attenzione, anche nel corso del riscaldamento, perché nel pregara c’è tutta una routine di cose, che va fatta bene».

Come hai iniziato a fare fondo?
«Quando frequentavo l’asilo ci portavano a provare lo sci di fondo il pomeriggio. All’inizio per noi era soltanto un gioco, poi mi è piaciuto e così sono entrato nello Sci Club Fornese, dove ho iniziato l’attività agonistica. Negli ultimi anni sono cresciuto, ho cominciato a lavorare con dei determinati programmi per diventare più completo. Nell'ultimo anno, grazie al lavoro che sto facendo con Francesco Semenzato e Paolo Rivero in nazionale, oltre che con il Centro Sportivo Carabinieri, sono cresciuto moltissimo».  

Sei all’ultimo anno delle superiori: è difficile conciliare sport e scuola?

«Non lo ritengo troppo difficile, anche perché per il momento ho sempre avuto la media dell’8 e anche quest’anno voglio confermarla dopo l’esame di maturità. Ho anche vinto la Borsa di Studio “Giancarlo Predieri”, come ha fatto in passato pure De Fabiani».

Chi è il tuo fondista preferito?
«Mi piace prendere come esempio Marcus Hellner, un fondista molto forte che è però rimasto umile e non fa il personaggio. Come sportivo amo Killian Burgada, corridore e sci alpinista, del quale ho letto il manifesto dello skyrunner, un esempio per me».

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Penso sia quello di tutti: partecipare alle Olimpiadi e fare anche qualche bel risultato. Per restare con i piedi per terra e guardare al presente, vorrei comportarmi molto bene in occasione dei Mondiali Giovanili che si disputeranno nella prossima stagione».

Giorgio Capodaglio

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