Sci alpinismo | 27 aprile 2017, 07:24

Alba De Silvestro guarda al futuro: "Voglio diventare un'atleta completa"

La veneta ha vinto la Coppa del Mondo Espoir, ma punta ancora più in alto per il futuro: "Gareggio per vincere e voglio ottenere successi anche tra i senior; per conquistare la Coppa del Mondo, però, bisogna essere un'atleta completa, quindi devo migliorare nelle sprint; il Mezzalama? Soddisfatta per il secondo posto, ma non vedo l'ora di farlo nuovamente, per vincerlo"

Alba De Silvestro guarda al futuro: "Voglio diventare un'atleta completa"

Ha vinto nettamente la Coppa del Mondo espoir, è stata protagonista ai Mondiali e si è confermata una delle atlete più promettenti nello sci alpinismo. A 22 anni ancora da compiere (li farà il prossimo 3 ottobre) Alba De Silvestro è già una realtà dello sci alpinismo italiano femminile e si propone per diventarne il punto di riferimento nei prossimi anni. È reduce da una splendida prestazione nel suo primo Trofeo Mezzalama, nel quale ha concluso in seconda posizione stando in squadra con Axelle Mollaret e Katia Tomatis. Insieme a Giulia Compagnoni è stata arruolata da poco nel Centro Sportivo Esercito, prime azzurre dopo Gloriana Pellissier. Una grande opportunità per lei, atleta molto competitiva e decisa a raggiungere grandi traguardi. Conosciamola attraverso questa intervista.

Ciao Alba. Hai appena concluso il tuo primo Mezzalama in seconda posizione, dopo aver anche assaporato la vittoria. Una volta passato il traguardo abbiamo visto qualche lacrima.
«Sicuramente sono stata contenta per come siamo andate, ma all’arrivo, quando ho realizzato di aver chiuso al secondo posto dopo essere state in testa per tutta la gara, ci sono rimasta un po’ male. A freddo, ora, posso dire di essere contenta perché alla vigilia sapevamo di avere poche chance di vittoria contro avversarie fortissime. Potevamo sperare soltanto se a loro (Roux, Forsberg e Fietcher ndr) fosse andato storto qualcosa, ma non è accaduto. Certo abbiamo dimostrato di essere competitive, in salita siamo andate più forte, ma forse era troppo chiedere a noi stesse una vittoria».  

Con questa bella prestazione nel Mezzalama si è chiusa una stagione per te molto positiva.
«Sono soddisfatta della mia stagione e la vittoria del Mezzalama sarebbe stata la ciliegina sulla torta per questa bella stagione. Sono riuscita a mantenermi costante come rendimento da dicembre fino al Mezzalama e per questo posso soltanto ritenermi felice, anche perché ho pure vinto la Coppa del Mondo espoir. Peccato soltanto per l’influenza che mi ha costretta a saltare la tappa di Coppa del Mondo in Turchia, alla quale avrei partecipato molto volentieri».

I risultati dicono che sei l’atleta più forte tra le espoir: questo ti fa sognare di vincere un giorno anche la Coppa del Mondo senior?
«Ci penso, anche perché io gareggio per quello, mi alleno con l’obiettivo di ottenere successi. Vincere la Coppa del Mondo, però, è la cosa più difficile, perché devi essere brava in ogni format di gara, non soltanto nelle individuali, ma anche in vertical e nelle sprint. Per riuscirci devi essere un’atleta completa, quindi mi ci vorrà ancora un po’ di tempo per diventarlo».

Ritieni di dover migliorare ancora nelle sprint?
«Si, mi manca proprio lo sprint, lo spunto finale. Al momento non sto facendo allenamenti specifici su questo format, però so che queste gare non vanno sottovalutate, perché valgono come un’individuale. Devo ammetterlo, le sprint non mi piacciono molto, però dovrò cominciare a prepararmi di più».

Sono diversi gli atleti che non amano le sprint.
«Si, perché tutti consideriamo l’individuale come la gara più importante. Eppure, in Coppa del Mondo, una sprint porta gli stessi punti dell’individuale, quindi non va sottovalutata. Noi atleti dobbiamo imparare a crederci un po’ di più in questo format, come ha sempre fatto Robert Antonioli, che, non a caso, ha vinto la Coppa del Mondo».

Com’è nata la tua passione per lo sci alpinismo?
«Sono nata a Padola e sono cresciuta facendo discesa. Ci mettevo però più tempo a scendere che a salire (ride ndr), così ho provato lo sci alpinismo. Mi ha subito conquistata, perché potevo salire e scendere quando volevo, senza dover aspettare gli impianti, ma soprattutto mi ha subito divertita tantissimo».

Quando hai deciso di praticare agonisticamente questo sport e non come semplice turista domenicale?
«Sono molto competitiva, come tutti gli atleti che fanno le gare. Fin da subito ho scelto di farlo molto seriamente, tanto che non ho mai messo un paio di sci larghi o scarponi pesanti, ho provato subito con tutto l’abbigliamento da gara. Per le gite in montagna ci sarà tempo, le farò quando avrò quaranta o cinquant’anni (ride ndr)».

Quanto è stato importante per te essere entrata nell’Esercito?
«Moltissimo, perché so che è una grande possibilità, ha trasformato lo sci alpinismo nel mio lavoro e senza l’arruolamento non so se avrei potuto continuare. Sono entrata da poco e sono molto curiosa di vedere come andrà la preparazione estiva. Una cosa è certa: adesso può andare solo meglio».

Qual è stata la soddisfazione più grande che ti sei tolta in questa stagione?
«Anche se alla fine non ho vinto, penso sia stato proprio il Trofeo Mezzalama. Per me è stata la gara più lunga e dura che abbia mai fatto. Mai avevo partecipato a una competizione con altre due compagne di squadra, poi era una bella giornata e abbiamo fatto benissimo, perché eravamo una formazione molto competitiva. Ho vinto ai Mondiali, ho conquistato la Coppa del Mondo, insomma ho avuto tante soddisfazioni quest’anno, ma la prestazione al Mezzalama è stata la più grande».

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
«Innanzitutto non vedo l’ora di partecipare nuovamente al Mezzalama tra due anni e magari vincerlo. La stagione si è appena conclusa e ancora non ho scelto gli obiettivi in vista della prossima stagione, sicuramente mi piacerebbe fare anche il Pierra Menta, visto che non ne ho avuto occasione».

Presto lo sci alpinismo potrebbe diventare disciplina olimpica: quanto sarebbe bello per te rappresentare l’Italia ai Giochi?
«Sarebbe bellissimo, un sogno che si realizzerebbe. È da un po’ di tempo che la federazione ci sta lavorando e sembra che abbiano imboccato la strada giusta per riuscirci. Speriamo lo facciano il prima possibile, anche se sono giovane e quindi farò probabilmente in tempo».

Insieme a te ci sono anche altre giovani atlete azzurre che stanno emergendo, penso a Giulia Compagnoni, ma anche alle più "piccole" Giulia Murada e Mara Martini: pensi che un giorno la squadra femminile possa ottenere i risultati che coglie oggi quella maschile?
«Sicuramente il nostro livello si sta alzando, non siamo ancora forti come la Francia, che ha campionesse come Laetitia Roux e Axelle Mollaret, ma credo che in un paio di stagioni saremo più vicine e ci sarà spettacolo, anche per loro sarà più dura vincere. Già adesso, rispetto a qualche anno fa, la storia è un po’ cambiata».  

Chi vuoi ringraziare per quanto hai fatto fino a oggi?
«Dovrei quasi scrivere un libro, perché sono davvero tante le persone che mi hanno aiutata in questa stagione. Ringrazio innanzitutto il Centro Sportivo Esercito, che mi ha dato questa grande possibilità; poi i miei sponsor: Dynafit, Adidas sport eyewear, Pomoca Climbing Skins e Agisko; quindi la mia famiglia e tutte le persone che sono venute a vedermi e sostenermi durante le gare; infine gli allenatori e le mie compagne di squadra».

Giorgio Capodaglio

Ti potrebbero interessare anche: