Biathlon | 11 maggio 2017, 07:29

Sappada fucina di talenti, conosciamo Eleonora Fauner: "Sogno di gareggiare in Coppa del Mondo"

La giovane sappadina è appena entrata nel CS Carabinieri: "L'arruolamento mi aiuta a concentrarmi solo sulle gare, senza altre preoccupazioni; nell'ultimo anno sono stata a Roma per il corso e i risultati ne hanno risentito; Lisa Vittozzi? È bravissima e determinata, ha sempre cercato di ottenere ciò che desiderava"

Sappada fucina di talenti, conosciamo Eleonora Fauner: "Sogno di gareggiare in Coppa del Mondo"

È stato un anno importante per Eleonora Fauner, che a vent’anni è diventata un’atleta professionista, grazie all’arruolamento nel Centro Sportivo Carabinieri. A livello sportivo, la giovane atleta di Sappada ha avuto qualche difficoltà nella stagione da poco conclusa, perché per l’arruolamento ha dovuto svolgere un corso a Roma, non avendo così la possibilità di allenarsi. Nonostante ciò è riuscita a mostrare le sue grandi qualità nel finale di stagione, quando ha conquistato due podi ai Campionati Italiani. L’abbiamo incontrata proprio nei giorni in cui ha iniziato a prepararsi in vista della prossima stagione, più determinata che mai a confermare tutto il suo valore e riportare il cognome Fauner in giro per il mondo, come in passato hanno fatto suo padre Aldo e soprattutto suo zio Silvio nello sci di fondo.

Ciao Eleonora, come giudichi la tua ultima stagione?
«Sono molto contenta per l'arruolamento nel Centro Sportivo Carabinieri, una svolta importante per la mia vita. Era un obiettivo che mi ero posta già dallo scorso anno, è arrivato e sono contentissima di questo. Poter fare il biathlon come lavoro è sempre stato il mio sogno e ora l’ho realizzato. Dal punto di vista dei risultati, invece, è stato un anno difficile e questo è legato sempre all’arruolamento, perché ho dovuto seguire un corso dal 15 novembre al 2 febbraio, che è stato bello, ma non mi ha permesso di allenarmi, dal momento che ero a Roma, dove ho avuto soltanto la possibilità di correre e fare palestra, mentre nei weekend salivo per partecipare alle gare. Un po’ ne ho risentito».

Ti è dispiaciuto non essere stata convocata per i Mondiali Giovanili?

«Un po’ si, però sapevo già alla vigilia che non sarebbe stata una grande stagione dal punto di vista dei risultati, perché stando a Roma non potevo fare molto. Sono però molto motivata e guardo già alla prossima stagione, che sarà sicuramente più positiva».

Sono arrivati comunque due podi ai Campionati Italiani di marzo.
«Infatti sono contenta per il finale di stagione, evidentemente sono riuscita subito a trovare la condizione una volta tornata da Roma e i risultati sono arrivati. Questi due podi sono un buon segnale».

Michela Carrara ha vinto l’oro ai Mondiali Giovanili: questo suo risultato è uno stimolo anche per te?
«Sicuramente sono molto contenta per la sua medaglia, un traguardo che meritava. Sono convinta che questo risultato ci darà uno stimolo in più, perché siamo un’ottima squadra e possiamo fare tutte meglio».

Quanti stimoli hai in vista della prossima stagione, la prima dopo l’arruolamento?
«Il principale obiettivo per il prossimo anno è qualificarmi per il Mondiale Giovanile o prendere parte ad alcune gare internazionali, ottenendo magari anche qualche bel piazzamento. L’arruolamento mi dà sicurezza, mi rilassa e mi aiuta a concentrarmi solo sulle gare, senza preoccuparmi per altro».

Vieni da una famiglia di grandi fondisti, come mai hai scelto il biathlon?
«Ho seguito le orme di mio fratello che ha smesso da tre anni, ho provato e mi è piaciuto più del fondo, così ho continuato, ho fatto le mie prime gare e sono andata sempre meglio. Mi ha subito appassionato la fase di tiro e inoltre ho sempre amato la fatica. Avevo, inoltre, il poligono a Forni Avoltri, che è abbastanza vicino a casa mia, così sono riuscita a praticare questo sport con facilità. Poi nel mio sci club, il Camosci Sappada, ho trovato una fantastica compagnia di atleti e mi sono trovata molto bene anche con gli allenatori».

Tuo papà Aldo cosa ti ha detto, un po’ ci è rimasto male?
«No, perché non mi ha mai spinta a praticare sci di fondo, anche perché il mio biathlon gli piace molto, lo guarda sempre essendo uno sport spettacolare».

Cosa pensi della tua concittadina Lisa Vittozzi?
«È bravissima, ha sempre cercato di ottenere quello che desiderava e ce l’ha fatta, perché è una ragazza molto determinata. Per questo motivo l’ammiro, è veramente brava. Purtroppo non ho la possibilità di vederla spesso, perché è sempre in giro per il mondo a gareggiare. Però, quando c’è occasione, ci parlo, le chiedo come va e anche qualche consiglio. Lei è sempre disponibile».

È proprio lei la tua atleta preferita?
«Si, anche perché è sempre molto determinata, abbiamo un bel legame, siamo amiche».

A Sappada, oltre a te e Lisa Vittozzi, c’è anche la giovanissima Marianna Sartor. Qual è il segreto di questa località?
«Io penso che ci siano dei buoni allenatori, che sanno seguirci bene sia al tiro sia nel fondo».

Secondo te qual è la tua dote migliore? Dove devi migliorare?
«La mia parte migliore è il tiro, ma penso di dover crescere in tutte le parti che compongono questo sport, sia al tiro sia a livello atletico, soprattutto sotto questo punto di vista».

Come si mantiene la concentrazione al poligono?
«Quella è una fase piuttosto difficile del nostro sport, ma per come la vedo io, la cosa migliore è pensarci il meno possibile, non mettersi pressione e presentarsi al poligono senza tensione».

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Arrivare un giorno a gareggiare in Coppa del Mondo, anche se credo sia il sogno di tanti altri atleti».

Sei appena diventata un’atleta professionista: chi vuoi ringraziare per questo importante traguardo da te raggiunto?
«Sicuramente la mia famiglia che mi ha sempre sostenuta e mi ha dato la possibilità di fare questo sport. Poi, ovviamente, il Centro Sportivo Carabinieri, perché mi ha dato fiducia arruolandomi nella stagione passata e mi ha aiutato tanto in precedenza, quando ero aggregata. Inoltre voglio ringraziare anche gli allenatori incontrati sulla mia strada sia nello sci club sia nel comitato friulano»

Giorgio Capodaglio

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