Biathlon | 03 giugno 2017, 07:26

Michael Durand sa dove migliorare: "Voglio imparare a gestirmi meglio e crescere nell'ultimo giro"

Il giovane valdostano è stato protagonista di una buona stagione da junior: "Le medaglie vinte due anni fa sono state importanti e inaspettate; l'ultima stagione è stata discreta, perché non ho risentito troppo delle distanze più lunghe"

Michael Durand sa dove migliorare: "Voglio imparare a gestirmi meglio e crescere nell'ultimo giro"

Si sta preparando per la sua seconda stagione da “junior”, nella quale spera di essere protagonista, come fatto nel 2016, quando era all’ultimo anno “Giovani”, nel quale ottenne grandi risultati. Michael Durand a diciannove anni si è già tolto diverse soddisfazioni nella sua ancora breve carriera, vincendo due medaglie di bronzo ai Mondiali Giovanili del 2016 e riuscendo anche ad arruolarsi nell’Esercito, un traguardo fondamentale. Il giovane valdostano ha tanta voglia di crescere, sa dove deve migliorare ed è determinato a farlo, come ha ammesso nella seguente intervista.

Ciao Michael. Anche quest’anno fai parte della nazionale giovani e junior.
«Si, è molto importante essere in squadra, anche perché lavoro con questi allenatori già da tre anni e mi trovo molto bene con loro. Inoltre c’è anche un bel clima tra noi atleti, ho un ottimo rapporto con tutti».  
        
Come giudichi la tua ultima stagione, la prima da junior?
«È stata discreta, considerando anche il fatto che mi sono trovato a disputare gare più lunghe rispetto alle categorie precedenti. Purtroppo mi sono ammalato all’inizio della stagione, così sono stato costretto a iniziare più tardi, faticando per qualificarmi al Mondiale. Una volta entrato in forma, però, le cose sono andate bene».

Hai avuto problemi nel salto di categoria?
«In estate ho svolto un allenamento adeguato alla categoria, così non ho trovato una grande differenza rispetto alla stagione precedente tra i “giovani”. La differenza più grande sta nel chilometraggio, quindi allenandosi bene non si soffre molto».

Nel tuo ultimo anno nella categoria giovani hai conquistato due medaglie di bronzo ai Mondiali; quanto sono state importanti per te?
«Queste medaglie sono state importantissime, in quanto inaspettate. La stagione precedente avevo partecipato ai Mondiali di Minsk senza raggiungere risultati di rilievo, mentre a Cheile Gradistei sono andato molto bene perché sono riuscito a sparare molto meglio».

Nelle ultime stagioni l’Italia sta ottenendo ottimi risultati a livello giovanile.
«Come accaduto a me due anni fa, credo che nella passata stagione, anche i miei compagni e le mia compagne non si aspettassero di vincere tanto. Ai Mondiali siamo arrivati tutti in ottima forma e questo ha fatto la differenza rispetto agli altri, soprattutto sugli sci. Da giovani si hanno poche occasioni per confrontarsi a livello internazionale, quindi solitamente uno va ai Mondiali senza rendersi conto del suo reale valore. Per quanto mi riguarda, da quando sono passato junior, ho maggiori occasioni di sfidare avversari stranieri, gareggiando in IBU Cup Junior».

Qual è la tua dote migliore e dove devi migliorare?
«Il mio punto di forza, oggi, è il tiro, mentre posso e devo migliorare ancora sulla parte sciistica. In particolar modo devo crescere sulla resistenza, soprattutto nell’ultimo giro, al quale arrivo spesso con poche energie, perché devo ancora imparare a gestirmi al meglio nel corso della gara, spendo troppo all’inizio».

Come hai iniziato a praticare biathlon?
«Abito a Bionaz e ho iniziato presto a fare fondo e biathlon con lo Sci Club Bionaz Oyace, avendo i poligoni nel nostro centro sportivo. All’inizio lo vivevo soprattutto come un divertimento, tutt’ora mi diverto a praticare questo sport, ma attorno ai quindici anni ho cominciato a desiderare di farlo diventare un lavoro. Questa speranza me la sono portata dietro e sono riuscito a raggiungere questo obiettivo entrando nell’Esercito».

Quest’ultimo è stato un evento particolarmente importante per te.
«Si, perché da quel momento sono diventato un atleta professionista, lavoro e vengo pagato per fare ciò che più mi piace, il biathlon. Inoltre sento una maggiore responsabilità adesso, perché so di dover fare bene anche per l’Esercito, che ha fiducia in me e rappresento».

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Come, credo, per tutti gli atleti, partecipare alla Coppa del Mondo e alle Olimpiadi».

Chi è il tuo atleta preferito, quello che stimi in modo particolare?
«Stimo molti atleti della Coppa del Mondo, non ho una preferenza in particolare, anche se Martin Fourcade mi piace moltissimo, perché è il più forte».

Nella nazionale azzurra giovanile siete ben sei valdostani su dodici: qual è il segreto della vostra regione?
«Non saprei, ma probabilmente è dovuto alla competenza dei nostri tecnici. Purtroppo in Valle d’Aosta non abbiamo una pista da skiroll con poligono da trenta sagome, così siamo costretti sempre a viaggiare per allenarci al meglio».

Giorgio Capodaglio

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