Biathlon | 05 giugno 2017, 07:29

Simon Leitgeb ha obiettivi chiari: "Sto lavorando al tiro per salire di livello"

Il giovane biatleta di Rasun è reduce da una buona stagione, ma ora vuole fare il salto di qualità: "Voglio proseguire a fare bene sugli sci, ma punto a migliorare molto al poligono"

Simon Leitgeb ha obiettivi chiari: "Sto lavorando al tiro per salire di livello"

Vederlo allenarsi dal vivo aiuta a comprendere il carattere di questo ragazzo e la sua voglia di arrivare, perché Simon Leitgeb, nonostante la sua giovanissima età (compirà 20 anni soltanto il prossimo 11 luglio), è molto meticoloso e attento a ogni particolare, deciso più che mai a migliorare nel tiro, che nell’ultima stagione ha rappresentato il suo tallone d’Achille in alcune gare. Simon Leitgeb, aggregato ai Carabinieri, al suo primo anno da Junior, si è comportato bene, ma vuole crescere ancora, arruolarsi in un corpo sportivo e proseguire il suo sogno di entrare in nazionale e riportare il cognome Leitgeb in Coppa del Mondo. Simon, infatti, è figlio del compianto Hubert, vincitore di una gara in Coppa del Mondo (individuale di Canmore nel 1994) e due ori mondiali nella competizione a squadre nel 1991 e 1994, diventato poi direttore della gara di Anterselva, prima di perdere la vita in un tragico incidente nel 2012. Un motivo in più per allenarsi con determinazione ogni giorno e raggiungere gli obiettivi che si posto. Conosciamolo attraverso questa intervista.

Ciao Simon. Quanto è importante per te far parte della nazionale italiana junior?
«Sono molto contento di essere ancora parte di questa squadra, perché abbiamo un bel gruppo, con atleti davvero competitivi, come si è visto anche nell’ultima stagione, quando ai Mondiali diversi miei compagni hanno vinto medaglie».

Come giudichi la tua ultima stagione?
«Sono molto soddisfatto per quello che ho fatto. Sugli sci sono andato veramente bene, mentre sono stato un po’ troppo discontinuo al tiro, dove ho avuto alcuni momenti di difficoltà nel corso della stagione».

Qual è il tuo obiettivo in vista della prossima stagione?
«Proseguire a fare bene sugli sci, mentre punto a migliorare molto al poligono. Sono molto motivato, voglio lavorare bene e fare una bella preparazione. Poi vedremo come andrà».

Hai parlato dei risultati ottenuti dai tuoi compagni – e compagne – negli ultimi Mondiali; questi rappresentano uno stimolo in più anche per te?
«Sono uno stimolo enorme, perché mi alleno spesso con loro nei raduni e li utilizzo come riferimento per capire a che punto mi trovo. Vedere che sono competitivi ai Mondiali, in grado di conquistare delle medaglie, è quindi molto importante per me, mi mette maggiori motivazioni, mi fa capire che anch’io potrei avere questa possibilità in futuro, che non sono lontano dai migliori e in una giornata positiva posso ottenere un bel risultato».

Quanto è importante questa fase della stagione?
«Molto, soprattutto per il tiro, perché sto cercando di lavorare concentrandomi particolarmente sulla posizione e la precisione. In questa fase facciamo degli allenamenti più lunghi e lenti, curando soprattutto la condizione fisica, mentre in autunno ci concentreremo su allenamenti più veloci e intensi».

Torniamo indietro nel tempo e parliamo dei tuoi inizi: sei cresciuto a pane e biathlon.
«Sono di Rasun e mio papà è stato un importante biatleta. Di conseguenza ho iniziato prestissimo, già quando avevo cinque o sei anni, praticando sci di fondo e sparando poi i primi colpi ad aria compressa. Mi è subito piaciuto e la mia passione è cresciuta sempre di più, portandomi fino a qui. Ora spero di riuscire ad arruolarmi in un corpo sportivo, perché mi permetterebbe di proseguire questa attività. Di questo sport mi piace in particolare la combinazione tra fondo e sparo e mi auguro un giorno di poter gareggiare con quei campioni che ammiro davanti alla tv».
    
A proposito, c’è un atleta che stimi in modo particolare?
«Si, mi piacciono in modo particolare gli atleti della nostra squadra, stimo moltissimo Luki (Hofer ndr) e Domi (Windisch ndr). Poi, ovviamente, non posso che apprezzare un campione come Martin Fourcade».

Nel 2020 Anterselva ospiterà i Mondiali: quanto ti piacerebbe essere tra i protagonisti?

«Ovviamente tantissimo, ma so che è molto difficile, anche se da qui al 2020 possono accadere tantissime cose, perché non si può mai sapere cosa ti riserva il futuro. Se lavorerò bene e riuscirò a migliorare ancora, non si sa mai».

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Raggiungere un tale livello di competitività da permettermi di gareggiare in Coppa del Mondo e partecipare anche a Olimpiadi o Mondiali. Poi, ovvio, come tutti sogno anche di vincere medaglie».

Tuo papà è stato un grande atleta, stimato e rimpianto da tutti: la possibilità di riportare il cognome Leigteb in Coppa del Mondo è uno stimolo in più?
«Si, perché, anche se da cinque anni non è più tra noi, lui resta una fonte di ispirazione enorme per me. È stato un ottimo atleta, ha gareggiato e ottenuto dei bellissimi risultati, vincendo anche medaglie mondiali e una gara di Coppa del Mondo. Mi ha insegnato tanto. Spero di emergere e arrivare in Coppa del Mondo anche per lui»

Giorgio Capodaglio

Ti potrebbero interessare anche: