Biathlon | 12 giugno 2017, 07:29

L'obiettivo di Thierry Chenal: "Voglio ottenere il cento per cento da me stesso e vedere dove posso arrivare"

Il biatleta valdostano, membro della Squadra B, è molto motivato in vista della prossima stagione

Thierry Chenal in azione (Foto da difesa.it)

Thierry Chenal in azione (Foto da difesa.it)

Ha ottenuto una splendida medaglia di bronzo nella sprint di Anterselva, valida per i Campionati Italiani. Thierry Chenal è soddisfatto della sua ultima stagione, nella quale, oltre a essere salito sul podio agli Assoluti, ha anche disputato numerose gare di IBU Cup, ottenendo anche diversi risultati buoni, e vinto un bronzo ai Giochi Militari. Il biatleta valdostano ha 24 anni, l’età giusta per fare il salto di qualità e capire fino in fondo dove può arrivare. Il pettorale libero in Coppa del Mondo è uno stimolo in più per tutti gli atleti della Squadra B azzurra, ovviamente, quindi, anche per lui. L’abbiamo incontrato per sentire come sta affrontando la preparazione in vista della prossima stagione».
 
Ciao Thierry. Hai appena ripreso la preparazione con la squadra B della nazionale: felice per la conferma?
«Sono molto contento, soprattutto perché continuerò un altro anno con un programma simile rispetto alla stagione precedente, avendo un allenatore che era già con noi lo scorso anno, quando mi sono trovato molto bene durante la preparazione. Partiamo, quindi, da una buona base e per questo motivo sono convinto che lavorerò anche meglio»

Sei soddisfatto per i risultati ottenuti nella passata stagione?
«Alla vigilia non mi aspettavo grandi cose, invece sono partito abbastanza bene. Purtroppo ho avuto un calo a gennaio, proprio in concomitanza con gli Europei. Per fortuna mi sono ripreso nel finale di stagione, ottenendo ottimi risultati e per questo motivo sono molto soddisfatto».
   

Dopo un anno sei tornato a partecipare all’IBU Cup e agli Europei
«In entrambe le competizioni c’erano grandi atleti. Agli Europei in molti sono venuti per trovare la forma in vista dei Mondiali, oppure addirittura un posto, come ha fatto Loginov. C’era gente proprio forte, come anche in IBU Cup, nella quale scendono atleti di Coppa del Mondo, per trovare la forma giusta e tornare a gareggiare nella massima competizione mondiale».

Qual è il tuo punto di forza e dove credi di dover migliorare?
«Senza alcun dubbio, devo migliorare sulla parte atletica e crescere sugli sci, perché il livello è molto alto e bisogna essere più veloci, se si vogliono ottenere risultati di rilievo. Dall’altra parte ho chiuso molto bene la stagione al tiro e nella prossima cercherò di mantenere questa costanza».

In effetti hai chiuso l’anno con un bel podio nella sprint dei Campionati Italiani ad Anterselva.
«Si e questo mi ha reso veramente contento. Quest’anno la situazione è stata un po’ strana, perché a causa delle condizioni meteo, non era certo fino all’ultimo se si gareggiasse. Questa cosa ha condizionato un po’ tutti, anche gli atleti di Coppa del Mondo che erano presenti. Comunque sono molto soddisfatto, perché ho fatto la mia gara e sono andato bene».

Qual è il tuo obiettivo in vista della prossima stagione?
«Voglio mantenere quella sicurezza al tiro che avevo a fine stagione, ma cercherò anche di fare un passo avanti sulla parte atletica. Quest’anno bisogna lavorare bene, perché c’è il posto per arrivare in alto».

Anche perché c’è sempre un pettorale libero in Coppa del Mondo.
«Già, proprio per questo motivo credo che, se si dimostra in IBU Cup di poter andare forte, ci sarà la possibilità di provare a gareggiare anche in Coppa del Mondo».

Ai Giochi Olimpici di PyeongChang ci pensi?
«Quelli rappresentano il sogno. Sicuramente si lavora per arrivare il più in alto possibile e ottenere il cento per cento da se stessi. L’augurio è che il mio cento possa consentirmi di partecipare a un evento come questo. Ci spero e sarebbe una cosa bellissima».

Tornando indietro nel tempo: come hai iniziato a praticare questo sport?
«Vivo a Sarre, in Valle d’Aosta, dove è nato anche René Laurent Vuillermoz. Ho iniziato facendo fondo per puro divertimento, poi, una volta entrato nel nostro sci club locale, ho visto che si poteva provare anche il biathlon, uno sport che mi aveva sempre affascinato, così mi sono lanciato, ho provato e mi è piaciuto. L’ambiente nel nostro gruppo era bellissimo, avevo tanti amici lì, così ho proseguito per divertimento e sono riuscito a fare carriera. Credo non ci sia stato un momento nel quale ho capito che avrei fatto l’atleta professionista, probabilmente soltanto dopo la vittoria del concorso nell’Esercito. Per me è stato un sogno che si è realizzato, perché fino a quando non sono entrato, non ero certo che avrei proseguito la mia carriera».

Hai un punto di riferimento o un atleta che stimi in modo particolare?
«Ammiro tanti atleti e secondo me bisogna osservarli bene, perché c’è tanto da imparare guardandoli. Ci sono diversi atleti che sono per me un punto di riferimento, anche in Italia. Mi piace tanto Domi (Windisch ndr), perché oltre a essere una persona semplice, è anche forte, quando c’è da far andare lo sci, non si tira mai indietro. Ci conosciamo e quando ci incontriamo gli chiedo consigli».

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Come dicevo in precedenza, voglio dare il massimo che posso e vedere dove sono in grado di arrivare. Spero nel circuito più alto, quindi la Coppa del Mondo. Poi nel 2020 c’è il Mondiale di Anterselva, quindi chissà»

Giorgio Capodaglio

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