| 17 giugno 2017, 07:40

Debora Roncari ha grandi obiettivi: "Punto a qualificarmi per le Olimpiadi"

La veneta del CS Carabinieri ha ripreso la preparazione: "Allenarmi con Virginia De Martin e Gaia Vuerich potrebbe essere un vantaggio per me, loro sono un bel traino; lo scorso anno a Dobbiaco ho avuto una grande soddisfazione, ottenendo i primi punti in Coppa del Mondo"

Debora Roncari nella gara di Dobbiaco (Foto Pentaphoto)

Debora Roncari nella gara di Dobbiaco (Foto Pentaphoto)

Ha ripreso la preparazione insieme al Centro Sportivo Carabinieri, con compagne di squadra di altissimo livello come Virginia De Martin Topranin e Gaia Vuerich. Debora Roncari, a venticinque anni ancora da compiere, è decisa a fare il salto di qualità nelle prossima stagione, con l’augurio che anche questa volta non ci si metta di mezzo la sfortuna. Nella passata stagione, infatti, la veneta, proprio nel suo momento migliore, dopo aver vinto la team sprint di Primiero in coppia proprio con Gaia Vuerich, conquistato un bronzo nella sprint dei Campionati Italiani di Feltre e ottenuto i primi punti in Coppa del Mondo a Dobbiaco, ha subito un infortunio alla spalla che l’ha fermata fino a fine stagione. La lunga assenza dalle gare, però, non l’ha abbattuta, ma ha fatto crescere la sua voglia di competere e dimostrare il proprio valore. Come ha confermato nella seguente intervista, Debora Roncari ha alte motivazioni e grandi obiettivi in vista della prossima stagione.

Ciao Debora, hai appena iniziato la preparazione in vista delle nuova stagione: con quali motivazioni?
«Nella passata stagione, dopo una partenza complicata, avevo cominciato a ottenere degli ottimi risultati da dicembre in poi. Erano così cresciute le mie speranze di ottenere piazzamenti migliori rispetto alla stagione precedente, quando le cose non erano andate molto bene. Purtroppo, nel momento migliore, è arrivato quell’infortunio alla spalla, costringendomi a fermarmi. Ora ho tanta voglia di riscatto, voglio dare il meglio di me, sperando di non avere altri problemi fisici».

Prima dell’infortunio avevi anche ottenuto i tuoi primi punti in Coppa del Mondo a Dobbiaco.
«Quel risultato, arrivato nella sprint di Dobbiaco, mi aveva dato anche delle speranze di qualificazione per la gara mondiale di Lahti e di partecipazione ad altre prove della Coppa del Mondo. Purtroppo è arrivato l’infortunio alla spalla che mi ha fermata sul più bello. Ora voglio ripartire da lì e fare quello che non ho potuto nell’ultima stagione per cause di forza maggiore, magari anche meglio».

Tornando alla gara di Dobbiaco, cosa hai provato ad andare per la prima volta a punti in Coppa del Mondo.
«Non dico sia stata una liberazione, perché potrebbe sembrare eccessivo, ma fino a quel momento mi sembrava una cosa quasi impossibile. Abbiamo preparato bene quella gara, siamo arrivati a Dobbiaco già il mercoledì provando il circuito nei minimi particolari, studiando ogni metro. Non abbiamo lasciato nulla al caso e alla fine ho avuto questa bella soddisfazione».  

Quest’anno ti stai allenando con due atlete di alto livello come Virginia De Martin e Gaia Vuerich; questo può rappresentare un vantaggio per te?
«Lo è certamente. Siamo un bel gruppo, tre atlete molto motivate. Loro, dopo l’esclusione dalla squadra A, hanno grande voglia di riscatto e per me rappresentano un bel traino, sia nella distance grazie a Virginia sia nella sprint con Gaia».

Ti ritieni, però, più una sprinter.
«Diciamo che i risultati migliori li ho ottenuti nelle sprint, ma non escludo di poter fare bene anche nelle distance, perché è un format di gara che mi piace. Se a inizio stagione, però, dovessi accorgermi di essere molto competitiva sulla sprint, mi concentrerei più su quella, perché potrebbe essere la strada per arrivare alle Olimpiadi».

A PyeongChang è in programma una sprint in classico.
«Si. Io ultimamente ottengo risultati migliori in skating, ma anche nel classico con qualche accorgimento posso migliorare».

Qual è il tuo obiettivo in vista della prossima stagione?
«L’obiettivo principale sono ovviamente le Olimpiadi, ma devo fare un passo alla volta: ottenere dei buoni risultati in Coppa Italia e Coppa Europa, qualificarmi per la Coppa del Mondo e a quel punto ogni cosa verrà da sé. Siamo tante ragazze in lizza per pochi posti, c’è tanta concorrenza».

Tornando indietro nel tempo, puoi raccontarci come hai iniziato?
«Quando avevo appena tre anni, mio papà mi ha messo gli sci ai piedi per la prima volta e a quel punto non li ho più tolti. Mi hanno iscritta allo sci club del mio paese, Campofontana, successivamente sono passata allo Sci Club Bosco, dove ho conosciuto Lucia (Scardoni ndr). Ci siamo allenate insieme per molto tempo, poi lei è entrata nel giro del nazionale e io l’ho raggiunta qualche tempo dopo».

Poi l’arruolamento nei Carabinieri.

«È stato, fin qui, il momento più bello e più importante della mia carriera, perché ho realizzato che la mia passione stava diventando una professione, avrei fatto sport a tempo pieno. Non avrei mai pensato di riuscirci, perché quando vedevo le gare di fondo in tv, la cosa mi sembrava così distante. È stata una bella soddisfazione per me e per la mia famiglia, anche perché nel nostro piccolo paese lo sport non è molto seguito. Sono felice per essere arrivata fin qui, per questo ringrazio il Centro Sportivo Carabinieri per avermi dato fiducia e la mia famiglia per avermi sempre supportato».

Nel gennaio 2012 hai esordito in Coppa del Mondo, nella sprint disputata a Milano.
«È stato un giorno molto particolare. Quella gara l’ho fatta quasi per inerzia, la testa non c’era, ero distratta da tutto il contorno. Ero molto agitata ed emozionata, ho perso la concentrazione, non sapevo da che parte fossi girata (ride ndr). Le cose non andarono benissimo, ma col senno di poi penso sia stato giusto viverla così, era la prima volta e attorno a me era tutto fantastico».

Chi è il tuo atleta preferito?
«Non ci ho mai pensato, stimo diversi atleti. Diciamo, però, che ho un’ammirazione particolare per la costanza e l’impegno che Giorgio Di Centa ha avuto per tutta la sua carriera e ancora sta trasmettendo a tutti, anche a noi del gruppo sportivo in ogni allenamento».

Da quest’anno siete allenate da Renato Pasini, anche lui ex sprinter.
«È bravissimo e con lui ci siamo trovate subito bene. Ha terminato da poco la sua carriera da atleta e per questo motivo riesce a capirci meglio di altri. Lavorare con noi donne non è così facile, ma lui ha molto tatto e riesce a prenderci per il verso giusto. Abbiamo già instaurato un bel dialogo. Il fatto, poi, che sia stato un grande sprinter, è un grande vantaggio per me, perché può darmi ottimi consigli».

Hai un sogno nel cassetto?
«Sicuramente partecipare alle Olimpiadi e ottenere anche un buon risultato. Inoltre sogno di restare in questo ambiente per molti anni, ottenendo buoni risultati».

Giorgio Capodaglio

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