| 19 giugno 2017, 07:28

Giovanni Caola non si accontenta: "La nazionale under 20 è un punto di partenza, non un traguardo"

Il fondista trentino è molto motivato in vista della prossima stagione, dopo essere stato inserito nella nazionale Under 20: "Ce la metterò tutta per essere professionista, perché non voglio avere rimpianti"

Giovanni Caola sul terzo gradino del podio (a destra) con Lorenzo Romano (a sinistra) e Simone Daprà (al centro)

Giovanni Caola sul terzo gradino del podio (a destra) con Lorenzo Romano (a sinistra) e Simone Daprà (al centro)

Da mercoledì farà l’esame di maturità, poi anticiperà l’orale per partire in ritiro con la nazionale italiana junior, nella quale è appena entrato a far parte. Sarà una settimana molto particolare per il trentino Giovanni Caola, classe ’98 dell’Unione Sportiva Carisolo, che dopo la tensione degli esami, potrà finalmente realizzare il suo sogno di indossare la tuta della nazionale, primo nel suo piccolo paese. Un ragazzo molto umile, che ha grandi obiettivi e ha ben chiara la strada per raggiungerli, come ha dimostrato nella seguente intervista.

Ciao Giovanni. Sei stato inserito nella nazionale under 20, una bella soddisfazione per te.
«In questa stagione non me lo sarei mai aspettato, perché l’anno precedente non era stato troppo soddisfacente, quindi non pensavo fosse possibile arrivarci così presto. Quando, però, nella passata stagione ho ottenuto dei buoni risultati nelle prime gare, ho pensato subito a fare sul serio e prepararmi sempre al meglio, per continuare a fare bene e arrivare dove sono ora».

Cosa hai provato quando ti hanno informato che facevi parte della squadra?
«Sono stato a dir poco contento quando l’ho saputo. Lo sci è una tradizione di famiglia, ho reso tutti fieri di me. Anche per il mio sci club, US Carisolo, è stata una grande soddisfazione, perché mai nessun ragazzo della mia valle era arrivato in nazionale. Ora però non devo accontentarmi, né sentirmi arrivato, perché far parte di questo gruppo conta poco se non si ottengono poi i risultati. L’importante è andare forte».

Quale giudizio dai, quindi, alla tua ultima stagione?
«Molto positivo, perché ho iniziato a lavorare bene già nel corso dell’estate e i risultati ottenuti me l’hanno confermato. Adesso sono molto stimolato, voglio mettermi subito sotto, lavorare duramente e fare bene anche nella prossima stagione. La nazionale under 20 non è un traguardo, ma un punto di partenza, perché bisogna sempre guardare avanti, mai cullarsi sui traguardi raggiunti».

Puoi descriverti come atleta? Quali ritieni siano i tuoi punti di forza e dove devi migliorare?
«Nell'ultima stagione ho raggiunto i miei migliori risultati nelle sprint. Sicuramente voglio migliorarmi anche nelle distance, ma se sono comunque soddisfatto per quanto ho fatto. Non pensavo di essere più bravo nella sprint, è una cosa che ho scoperto quest’anno, visto che per il mio fisico mi ritenevo più adatto alle gare a lunga distanza. Nella sprint di Cereda, valida per i Campionati Italiani, per esempio, sono riuscito ad arrivare terzo, sono stato il migliore tra gli atleti del mio anno. Per quanto riguarda lo stile, ho fatto meglio in skating, ma anche in classico alla fine me la sto cavando bene, perché sono un atleta abbastanza completo».

Ti sei già posto un obiettivo per la prossima stagione?
«Voglio solo pensare ad allenarmi e fare il massimo che mi è possibile. Una gara può essere condizionata da tanti fattori che possono incidere, ma l’importante è che io mi faccia trovare sempre pronto. In questa maniera cercherò di ottenere ottimi risultati in italia e in Coppa Europa, provando anche a qualificarmi per il Mondiale, il mio grande obiettivo stagionale».
        
Allenarti con la nazionale può esserti di grade aiuto.
«Si, appena fatto l’orale agli esami di maturità, mi unirò subito al raduno della nazionale. Una grande mano nella prossima stagione me la daranno anche i Carabinieri, visto che sarò aggregato. Anche questa cosa per me sarà molto importante e rappresenta un grande stimolo. Fino a oggi mi sono allenato soltanto con un compagno di squadra nel Carisolo, il mio amico Michele Valerio classe ’99. Anche lui sarà molto stimolato da questi miei risultati, perché significa che il nostro lavoro sta pagando. A proposito di questo, voglio ringraziare Richard Maestri, un giovane tecnico che ci segue con passione e spesso viene ad allenarci. Con lui anche i tecnici del Comitato Trentino, con cui mi sono allenato spesso in questi anni nel corso dei raduni».

Torniamo indietro nel tempo: come hai iniziato con lo sci di fondo?
«Inizialmente facevo sci alpino, poi le mie sorelle si sono iscritte per scherzo allo Sci Club Val Rendena, provando lo sci di fondo. Così ho cominciato anch’io, sono stato lì per alcuni anni, poi per motivi geografici e anche per amicizia mi sono spostato all’US Carisolo. All’inizio era più un gioco, poi ho cominciato a disputare le prime gare, ottenendo buoni risultati. Sono riuscito a entrare nel Comitato Trentino, ma al quattordicesimo posto, quindi non come atleta di punta. Sono però cresciuto sempre di più, allenandomi molto seriamente e ottenendo risultati ogni anno migliori, fino a questa convocazione in nazionale, che mi ha ripagato per tutto il percorso fatto».

Tra pochi giorni avrai l’esame di maturità: sei riuscito a conciliare bene studio e scuola?
«È sempre difficile, soprattutto per un ragazzo che, come me, punta a diventare un professionista nello sci di fondo. L’allenamento è sempre stato la mia priorità, non ne ho saltato mai uno, ma non ho comunque mai snobbato la scuola, perché la ritengo molto importante. Sono stato fortunato nel trovare dei professori che spesso mi sono venuti incontro, spostandomi qualche interrogazione o verifica. Frequento il Liceo della Montagna, uno scientifico a tutti gli effetti, con un percorso parallelo per diventare maestro di sci. Mercoledì avrò il primo scritto dell’esame di maturità, quindi la settimana successiva sarò il primo a fare l’orale per poi raggiungere il raduno della nazionale».

Chi è il tuo atleta preferito?
«Senza dubbio Petter Northug è il mio idolo, anche se a volte ha degli atteggiamenti che non piacciono a tutti. Io lo stimo perché nei momenti importanti riesce sempre a tirar fuori la grande prestazione. Lo scorso anno, quando mi trovavo allo Stelvio con la scuola, ho avuto la fortuna di vederlo sciare».

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Poter proseguire la mia carriera nel fondo ed entrare un giorno nella nazionale A. Sogno di essere arruolato, anche se non è facile, anzi ogni anno è sempre più dura. Io ci proverò fino alla fine, mettendocela sempre tutta, perché non voglio avere rimpianti»

Giorgio Capodaglio

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