| 05 luglio 2017, 07:25

Federico Cecon esulta dopo Villach: "Un risultato che mi mette più fiducia"

Abbiamo incontrato il saltatore friulano, giunto secondo all'esordio in FIS Cup: "Sapevo che avrei ottenuto un buon risultato, se non già a Villach, nelle gare successive; portare il cognome Cecon da una parte è un peso, perché molti si aspettavo che io faccia come mio padre, dall'altra è uno stimolo"

Federico Cecon esulta dopo Villach: "Un risultato che mi mette più fiducia"

La partenza della stagione estiva del salto è stata positiva per l’Italia, grazie al podio di Federico Cecon e Giovanni Bresadola nella prima gara di FIS Cup a Villach. Un risultato prezioso in particolare per Cecon, che non saliva sul podio in campo internazionale dal terzo posto ottenuto sempre in FIS Cup a Frenstat pod Radhostem nell’agosto 2013. Figlio del più grande saltatore italiano di sempre, quel Roberto Cecon capace di vincere sei gare di Coppa del Mondo, giungere secondo nella classifica generale di Coppa del Mondo e conquistare anche due bronzi ai Mondiali di Volo, il classe ’94 delle Fiamme Gialle è molto motivato dopo la bella prestazione austriaca. Di questo e tanto altro ha parlato nella seguente intervista.

Ciao Federico; partiamo dal bel secondo posto che hai ottenuto a Villach.
«È stato un weekend abbastanza tosto, perché c’erano tanti atleti. Inoltre anche il clima non era dei migliori, faceva molto caldo e il vento continuava a girare. Sono però riuscito a gestire bene la situazione, anche perché so di aver iniziato la preparazione nel modo giusto e questo mi ha messo molta convinzione. Ero certo che sarei riuscito a ottenere un buon risultato, se non già a Villach, nelle gare successiva. Nei salti di allenamento, poi, ero stato molto stabile e ho avuto il merito di mantenere la tranquillità anche in gara, a differenza di quanto mi è accaduto spesso in passato, e ripetere così nel momento più importante gli ottimi salti fatti in prova. L’obiettivo è continuare così anche nelle prossime gare».

Hai ottenuto il tuo miglior piazzamento in FIS Cup, un bel modo per iniziare la stagione.
«Certamente, iniziare con una bella prestazione mi aiuta, dandomi morale e maggiore tranquillità in vista delle prossime gare. Anche perché adesso non sento più il peso di ottenere il risultato a tutti i costi e posso concentrarmi meglio sul lavoro da fare, che, visto quanto fatto a Villach, è evidentemente stato fin qui ottimo».

Come ti trovi con il tecnico Kruczek?
«Molto bene, sta andando tutto alla grande sia dal punto di vista atletico e tecnico sia da quello umano. È riuscito anche a fare gruppo, perché è una persona positiva e con voglia di fare bene. Allenarsi con lui è un onore per noi, visti i risultati che ha fatto nella sua carriera».

Su cosa stai lavorando con lui?
«Ero già abbastanza forte atleticamente prima del suo arrivo, così abbiamo iniziato a lavorare molto sulla tecnica giusta da usare nell’uscita dal dente dopo lo stacco. Quindi ci siamo concentrati sulla fase di volo, che era la mia croce. Ora stiamo riuscendo a far combaciare le due cose e sono soddisfatto per come è andata a Villach».

L’obiettivo è tornare in Coppa del Mondo?
«Certo, ho tanta voglia e spero di farlo il prima possibile. Voglio gareggiare in Coppa del Mondo e fare anche bene, perché sarà una stagione importantissima, visto che ci saranno le Olimpiadi».

I risultati ottenuti dai tuoi compagni nell’ultima stagione rappresentano uno stimolo in più?
«Sicuramente, anche perché hanno dimostrato che stiamo crescendo, il livello della squadra si è alzato. È stato molto bello vedere Alex (Insam ndr) fare bene, perché siamo uniti come gruppo e quando i compagni ottengono dei risultati positivi, ho delle belle emozioni. Inoltre i loro successi rappresentano anche uno stimolo in più, perché vedo i miei compagni fare bene, voglio imitarli e fare anche meglio. Questi risultati dimostrano quanto il lavoro intrapreso dallo staff tecnico sia valido».

Con gli ingaggi di allenatori importanti come Kruczek e Zwitter, la federazione ha dimostrato di puntare molto sul salto.
«Sicuramente il supporto della FISI nell’ultimo periodo è stato importantissimo, perché ci ha dato la possibilità di crescere e fare meglio, una cosa tutt'altro che scontata in Italia, dove è sempre dura creare un certo interesse attorno al salto».

Puoi raccontarci come hai iniziato?
«Da bambino vedevo ovviamente mio papà in tv, mi sono appassionato e un giorno decisi di voler provare. Così ho parlato con lui e ho iniziato. Papà non ha insistito per convincermi o spingermi a farlo, ma ha appoggiato la mia scelta».

Essere il figlio di un campione di fama mondiale come Roberto Cecon rappresenta più un vantaggio o uno svantaggio per te?
«Ha i suoi lati positivi e anche quelli negativi. Sotto un certo punto di vista è un peso, perché molti vogliono che faccia come mio padre o anche meglio, visto il cognome che porto. Dall’altra parte, però, è positivo, perché rappresenta uno stimolo per fare bene, voglio avvicinarmi a lui, magari fare anche meglio in futuro, non si sa mai. Poi ho anche la fortuna di ricevere alcuni consigli da lui quando sono a casa, ma solo se glieli chiedo, perché non vuole essere invadente».

C’è una gara in particolare a cui vorresti prendere parte?
«Partecipare alle Olimpiadi sarebbe il massimo per me, ma vorrei anche gareggiare nei Mondiali di Volo. Inoltre non ho mai avuto l’occasione di saltare dal trampolino da volo di Planica, perché è vicino a casa mia, la vedo quasi come la mia gara. Purtro quando sono andato a Planica per gareggiare, ho saltato su quello da 120, perché sull'altro stavano facendo i lavori».

Escluso tuo papà, c’è un atleta che rappresenta per te un punto di riferimento?
«Prima di tutti Kasai, poi Schlierenzauer. Dell’austriaco mi è sempre piaciuto il modo di saltare, mentre il giapponese non può non piacere, è una leggenda di questo sport».

A proposito, dopo questo bel risultato di Villach, c’è qualcuno che vuoi ringraziare?
«Sicuramente le Fiamme Gialle per il supporto che danno a me e agli altri atleti. Inoltre ringrazio la FISI, per quello che sta facendo per la nostra specialità». 

Giorgio Capodaglio

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