Sport vari | 22 luglio 2017, 07:30

Franco Zecchini, presidente Alpi Centrali: "Sta tornando la passione per la neve"

Il numero uno della Lombardia raccoglie i frutti dell'operato del Comitato, ma sottolinea: "Siamo soli; serve un aiuto più importante da parte delle istituzioni"

Franco Zecchini durante una conferenza stampa

Franco Zecchini durante una conferenza stampa

Il viaggio nel mondo dei Comitati Regionali ci porta in quello delle Alpi Centrali, geograficamente ascrivibile alla Lombardia, in una delle realtà che storicamente ha fatto la fortuna degli sport invernali. Basti pensare che nelle squadre 2017-2018 delle discipline F.I.S.I., ben il 35% proviene dal comitato lombardo.

Tra una riunione e l'altra, compresa la spinosa questione dell'assegnazione della tappa di Coppa di sci alpino di Bormio, abbiamo sentito il presidente Franco Zecchini.

Buongiorno Presidente. Cosa ci può dire della stagione appena conclusa?

"I risultati sono stati discreti, ma all'inizio gli obiettivi erano diversi. Mi sarei aspettato di più in generale, anche se ci sono molte cose di cui essere contenti. Per esempio c'è da segnalare l'inversione di tendenza che vedeva il settore femminile prevelare, sia come piazzamenti che come inserimenti nelle squadre nazionali. Nello sci alpinismo ci siamo confermati come prima forza nazionale. Ci sono stati segnali interessanti anche nello snowboard.

Cosa ci può dire riguardo all'attività giovanile?

"E' la nostra linfa. Una delle nostre battaglie è cercare di dare pari opportunità a tutti e di farli crescere ed allenare nelle migliori condizioni. Durante l'estate li lasciamo ai vari sci club, per poi riprenderli con la fine di agosto. Questo non vuol dire che durante l'estate non li seguiamo: i nostri allenatori battono i vari raduni per controllare come procede la preparazione. Stiamo spingendo fortemente verso il mondo children. Il passaggio da allievo a ragazzo è traumatico: costa circa 15mila euro in più."

Un bell'impegno da parte vostra. Dove e come si può migliorare?

"Voglio partire da un fatto concreto: siamo gli unici, in Italia, che non chiediamo un centesimo all'atleta quando entra in squadra. Ovviamente non basta. La nostra idea è di tornare a gestire in modo più completo e indipendente il singolo. Vogliamo essere i primi sponsor dei nostri ragazzi. Diamo sì allenamenti, divise e ampia disponibilità di impianti, ma vogliamo dire la nostra a livello economico-dirigenziale."

Cosa ci può dire, invece, del mondo tesserati?

"Lo abbiamo incrementato di circa 500 tessere, superando quota 13.000, di cui 2.300 junior. E' un'ulteriore dimostrazione di come la strada intrapresa con i giovani è quella giusta, ma dobbiamo dare la giusta importanza a tutti".

In un periodo storico così complicato, come si configura il vostro rapporto con gli sponsor?

"L'amara verità è che non abbiamo le stesse fortune della Valle d'Aosta o il Trentino, sostentate da cospicui contributi regionali. Noi non abbiamo aiuti diretti dalla Lombardia; il massimo che otteniamo è entrare in qualche bando, ma è davvero poca roba. Se non hai dietro una forte rete di contatti, ora si è fatta davvero dura: anche gli sponsor storici danno sempre meno e il ritorno economico del tesseramento è quello che è".

Che funzione ha il territorio all'interno del mondo della neve?

"Fondamentale. Senza il suo potere veicolante non potremo pensare in grande e creare un movimento a 360 gradi. La gente sta tornando ad appassionarsi agli sport invernali. La Comunità Montana dell'Alta Valtellina e della provincia di Brescia, in questo senso, hanno, nell'ultimo anno, fatto sciare gratuitamente tutti gli under 14".

 

Jacopo Morzenti

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