| 16 agosto 2017, 07:29

Paolo Riva sprona le fondiste azzurre: "Le porte della Coppa del Mondo sono aperte a tutte"

Il selezionatore della nazionale femminile di fondo ha chiarito il suo ruolo a Fondoitalia: "Ho già esposto ai corpi sportivi le mie idee sui criteri di selezione per Coppa del Mondo e Olimpiadi; ho una grande responsabilità, ma sono tranquillo perché farò il mio lavoro nel miglior modo possibile"

Debertolis, Brocard e Ganz alle finali di Coppa del Mondo a Quebec City lo scorso marzo

Debertolis, Brocard e Ganz alle finali di Coppa del Mondo a Quebec City lo scorso marzo

Nell’anno olimpico, la federazione italiana ha preso una decisione coraggiosa, quella di ridurre soltanto a due le atlete della Squadra A femminile e farle allenare con le nazionali Under 23, creando un gruppo di osservate che si allena con i corpi sportivi, chiamate a conquistarsi la convocazione per la Coppa del Mondo, insieme a tutte le altre atlete fuori dal giro della nazionale. Il delicato ruolo di selezionatore è stato affidato a Paolo Riva, allenatore di grande esperienza, che non sente certo la pressione di dover fare delle scelte importanti nel corso della stagione. L’abbiamo intervistato per sentire da lui come l’Italia del fondo al femminile si sta avvicinando all’annata olimpica.

Buongiorno Riva. In questa stagione, oltre a essere al fianco di Chenetti nella preparazione della squadra maschile, avrà un ruolo determinante nel fondo femminile. Può chiarircelo meglio?
«Selezionerò le ragazze che andranno in Coppa del Mondo e successivamente ai Giochi Olimpici. Per questo motivo ho già fatto due incontri con i responsabili dei Corpi Sportivi Militari, ai quali ho esposto la mia bozza sui criteri di selezione per la convocazione in Coppa del Mondo, perché ci tenevo a presentare la mia idea e metterli a conoscenza della strada che dovranno fare le atlete per raggiungere questo obiettivo. Nel fondo femminile italiano c’è stata una sorta di rivoluzione, abbiamo ridotto a due il numero di atlete della squadra A, Ilaria Debertolis e Caterina Ganz. La prima perché è stata colei che ha ottenuto i migliori risultati nella passata stagione, la seconda in quanto si è dimostrata la giovane più promettente e ha anche vinto la Coppa Europa. Grazie a questo successo avrà il diritto di partecipare a tutta la prima parte della Coppa del Mondo, può correre oltre la quota del nostro contingente, permettendoci così di schierare sei atlete e non cinque, come dovremmo. In più, questo suo risultato fa si che lei sarà spesata dalla FIS in occasione delle gare, una cosa importante per la federazione».

In occasione della gara di Ruka che aprirà la stagione internazionale, ci sarà già la prima selezione per la Coppa del Mondo?
«Escluse Ilaria Debertolis e Caterina Ganz, nella prima parte della stagione le donne saranno impegnate nelle gare di Coppa Italia e Coppa Europa, che saranno importanti per la selezione. La nostra idea è di presentarci con il contingente pieno per la prima volta a Davos, nella terza tappa di Coppa del Mondo, così come successivamente nella gara di gennaio a Planica. Vogliamo sfruttare quelle località per far provare le atlete che avranno meritato, approfittando del fatto che sono meno dispendiose. In Norvegia e in Finlandia, invece, andranno soltanto le atlete che avranno già superato i criteri di selezione».

Per convocare le atlete, terrete conto esclusivamente dei risultati?
«Solo in parte, perché ci sarà sempre spazio per la scelta tecnica. Insomma, ovviamente se un’atleta è tra le prime venti della classifica di Coppa del Mondo, oppure ha vinto in Coppa Italia o Coppa Europa, entra di diritto. Se però mi servono ancora due atlete per arrivare alle cinque che possiamo schierare, e vediamo che il livello è buono, posso anche convocare una ragazza che ha avuto risultati inferiori rispetto all’altra, perché la ritengo più adatta a una determinata gara. Insomma posso scegliere di portare quella arrivata sesta e non la quinta, prendendomi le giuste responsabilità. Ovviamente, se vedremo che le nostre atlete non staranno ottenendo dei buoni risultati, allora saremo pronti anche a presentarci alle gare con un contingente inferiore rispetto a quanto ci spetterebbe».

Ha avuto modo di parlare con le atlete escluse dalla squadra A? Come le ha trovate?
«Le ho sentite al telefono e le ho anche incontrate durante i loro allenamenti. Avevamo il timore di averle un po’ spaventate con questa scelta, di aver tolto loro un po’ di entusiasmo. Invece le ho trovate tranquille, perché sono ragazze intelligenti, vogliono raggiungere determinati obiettivi e sanno di dover fare fatica per riuscirci. Si stanno allenando molto bene e io sono in contatto con i responsabili dei corpi militari, tecnici bravissimi, capaci di preparare al meglio queste ragazze».

Qual è la differenza tra le atlete inserite nel gruppo delle osservate e quelle rimaste fuori?
«Le osservate sono le atlete che avrebbero fatto parte del gruppo della nazionale, se non fosse stata presa la decisione di rivoluzionare tutto il sistema. Insomma partono da una posizione più avanzata, grazie ai risultati ottenuti nella passata stagione. Ci sono poi alcune atlete che non sono in squadra come, tra le altre, Scardoni, Stürz e Baudin, che devono dimostrare qualcosa e hanno i mezzi per farlo e riprendersi la nazionale. Sappiamo che hanno avuto tutte dei problemi particolari, che possono giustificare le difficoltà avute nella passata stagione. Per questo motivo sono fiducioso, mi aspetto facciano molto bene, perché hanno dimostrato, in passato, di avere grandi qualità».  

Quali possono essere i vantaggi di far allenare Ilaria Debertolis con la nazionale Under 23?
«Innanzitutto si sta allenando con un bravissimo allenatore come Pietro Piller Cottrer. Sicuramente la sua presenza avrà un impatto molto positivo sulle giovani, le farà crescere ancora di più, perché hanno lei come traino. Dall’altra parte a Ilaria farà bene, perché si allenerà con un gruppo di ragazze numeroso e soprattutto molto motivate. Certo, non avrà un traino, ma dovrà essere lei a farlo, perché è quella che va più forte».

Le Under 23 possono aspirare alla convocazione per le gare di Coppa del Mondo?
«Certamente, c’è spazio per tutte le atlete che si dimostreranno all’altezza, attraverso i risultati ottenuti in Coppa Europa e Coppa Italia».

Essere selezionatore delle atlete azzurre nell’anno olimpico è una grande responsabilità. Le pesa?
«No, perché ho già avuto delle responsabilità simili in passato. Provo a guardarla serenamente, con la consapevolezza di non prendere in giro nessuna, di fare il mio lavoro nel modo migliore possibile. Quando hai questa certezza sei tranquillo. Da fuori alcune persone potrebbero valutare in modo negativo determinate scelte che prenderò, pensando che io possa aver fatto un torto all’una o all’altra. In realtà ho tutto l’interesse per portare le atlete che vanno di più e se qualche volta dovessi sbagliare, l'avrò fatto in buona fede. Purtroppo c’è sempre qualcuno che ha poca fiducia e alimenta le polemiche, ma io saprò di aver fatto le mie scelte con cognizione di causa, poi certamente potrò commettere anch’io i miei errori. Ci saranno momenti in cui sarà più difficile scegliere una ragazza piuttosto che un’altra, ma sicuramente farò le mie valutazioni restando sempre al di sopra delle parti, senza guardare al corpo militare di appartenenza o la regione di nascita».

In questo momento sta seguendo la preparazione della squadra maschile; come stanno andando le cose?
«Stanno andando bene, anche se poi le valutazioni vere sullo stato di forma si potranno fare soltanto in inverno, perché per esempio, nella passata stagione, De Fabiani stava volando fino a tre giorni prima della gara di Ruka. Trovo i ragazzi molto tranquilli, stanno ottenendo dei tempi migliori rispetto a quelli dello stesso periodo dello scorso anno e di due anni fa. Abbiamo deciso di non fare le gare del Blinkfestivalen, in Norvegia, per rispettare la programmazione della preparazione, senza troppi viaggi. Faremo qualche gara in più di skiroll, tra Forni Avoltri, la Sportful, Bossico e Bobbio, poi andremo a Davos sulla neve a novembre».

Come sta trovando gli atleti in vista dell’anno olimpico?
«Questo gruppo è unito, i ragazzi si conoscono da anni, c’è un bel clima, assolutamente sereno. Sono molto motivati. Dovremo essere anche noi allenatori a fargli venire ancora più fame, aumentare il loro desiderio di andare forte, farli innamorare dell’evento olimpico, che non è una gara normale».

A Forni Avoltri il 2 e 3 settembre ci sarà subito un primo confronto per le ragazze in occasione del Summer Cross Country.

«Si, sarà importante soprattutto come allenamento e per testare lo stato di forma delle atlete, ma le mie scelte le farò quando arriveranno le gare invernali, quelle sulla neve»

Giorgio Capodaglio

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