Biathlon | 04 ottobre 2017, 07:30

Josef Plaickner: "I successi di mio cugino Dominik mi danno ancora più voglia di allenarmi duramente"

Il diciassettenne altoatesino, cugino di Dominik Windisch e Andreas Plaickner, è nel Progetto Giovani della nazionale: "Per me è un'occasione da sfruttare"

Josef Plaickner: "I successi di mio cugino Dominik mi danno ancora più voglia di allenarmi duramente"

Mentre suo cugino Dominik Windisch si prepara a vivere un’altra stagione da protagonista in Coppa del Mondo e l’altro cugino Andreas Plaickner è nella Squadra B della nazionale, Josef Plaickner sta vivendo la sua prima estate da atleta delle nazionali giovanili, entrato nel gruppo del Progetto Giovani Sanofi. A diciassette anni questa rappresenta per lui una grande occasione, da sfruttare per realizzare il sogno un giorno di diventare un atleta professionista. L’abbiamo intervistato, scoprendo un ragazzo molto motivato e innamorato di uno sport che pratica da sempre.

Ciao Josef, come sta procedendo la preparazione in vista della stagione invernale?
«Fino ad adesso sta andando tutto bene, non ho avuto alcun problema e mi sto allenando al meglio. Questa settimana sono a Oberhof con la nazionale, dove stiamo facendo un raduno».

Quest’anno sei entrato a far parte della squadra nazionale del Progetto Giovani Sanofi.

«Per me è una bella soddisfazione e da una parte anche una sorpresa, soprattutto se guardo indietro nel tempo. In passato, infatti, non riuscivo a ottenere grandi risultati, ma sono cresciuto anno dopo anno impegnandomi sempre al massimo e ora sono arrivato fino a qui. Per me è una bella occasione, perché oltre ad allenarmi con ottimi tecnici, ho anche l’opportunità di confrontarmi con ragazzi che altrimenti incontrerei soltanto nelle gare nazionali».

Ti sei posto un obiettivo in vista della prossima stagione?
«Certamente. Voglio continuare a migliorare nel fondo e sparare sempre bene. Mi piacerebbe qualificarmi e rappresentare l’Italia ai Mondiali, ma prima di fare questo, voglio innanzitutto disputare delle belle gare in Coppa Italia».

Quale pensi sia la tua dote migliore e dove ritieni di dover migliorare?
«La mia dote migliore? Non saprei, forse la capacità di restare sempre con i piedi per terra, senza volare mai troppo alto. Devo invece migliorare molto dal punto di vista emotivo, a volte reagisco troppo male dopo una gara negativa, tendo a buttarmi un po’ giù. È una cosa che voglio eliminare».

Com’è nata la tua passione per il biathlon?
«Vengo da una famiglia di fondisti prima e biatleti poi. Ho iniziato facendo fondo, poi ho visto Markus, Dominik e Andreas sparare, così ho voluto provare anch’io. Me ne sono innamorato e a nove anni sono entrato nella squadra di Anterselva. A 14 anni, poi, ho scelto di iscrivermi alla scuola sportiva di Malles, proprio per continuare a seguire il mio sogno e allenarmi al meglio».

A proposito: riesci a conciliare bene lo studio e l’allenamento?
«Si, perché la scuola di Malles è ideale per studiare senza togliere del tempo all’allenamento e viceversa. Qui tutto è organizzato in modo perfetto».

Dominik e Andreas ti danno mai consigli?
«Sicuramente quando ci vediamo cercano sempre di aiutarmi con qualche consiglio. Per esempio ultimamente mi stanno spiegando come sparare più velocemente».

Cosa hai provato quando hai visto Dominik vincere un bronzo olimpico in staffetta e ottenere anche il successo in Coppa del Mondo a Canmore?
«È stato bellissimo, ero felicissimo per lui. In quel momento, poi, mi è venuta ancora più voglia e determinazione ad allenarmi più duramente per gareggiare anch’io un giorno in Coppa del Mondo e magari vincere anche qualche medaglia».

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Entrare un giorno in un gruppo sportivo per poter diventare un professionista. Poi, ovviamente, gareggiare in Coppa del Mondo e fare tutto quello che mi è possibile».

Escludendo Dominik, c’è un biatleta che stimi in un modo particolare?
«Come tutti stimo Martin Fourcade, anche se ho un debole per gli atleti norvegesi, che sono i miei preferiti. Ho sempre ammirato la loro tecnica sia nella sciata sia al tiro».

In passato hai assistito più volte a gare di Coppa del Mondo ad Anterselva; quanto sarebbe bello, un giorno, essere anche tu protagonista?
«Sarebbe fantastico poter gareggiare in Coppa del Mondo ad Anterselva, con tante persone ai bordi della pista che fanno il tifo. L’ambiente è splendido, c’è sempre moltissima gente. Nel 2020 ci saranno i Mondiali e sarà un evento fantastico. Per me arriva un po’ presto»

Qual è il segreto di Anterselva che lancia tanti atleti nel biathlon?
«Abbiamo la fortuna di allenarci ogni giorno in questo magnifico impianto di Coppa del Mondo. Inoltre noi giovani siamo ancora più motivati dal fatto che abbiamo la possibilità di incontrare Dominik, Dorothea (Wierer, ndr) o Lukas (Hofer, ndr), professionisti che sono un esempio per noi».

Chi vuoi ringraziare per l’ingresso in nazionale?
«In particolar modo i miei cugini Markus, Dominik e Andreas, insieme a tutta la famiglia e gli allenatori, perché tutti mi hanno dato consigli preziosi»

Giorgio Capodaglio

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