| 12 ottobre 2017, 17:17

Il Cio deciderà a novembre se ammettere la Russia a PyeongChang 2018

Mancano meno di 4 mesi ai Giochi olimpici invernali coreani. Eppure al momento la Russia non sa ancora se potrà prendervi parte o meno.

Foto da Comitato olimpico russo

Foto da Comitato olimpico russo

Mancano meno di 4 mesi all’inizio dei Giochi olimpici invernali di PyeongChang 2018, eppure al momento la Russia non sa ancora se potrà prendervi parte o meno.

La ragione risiede negli strascichi delle accuse di doping di stato mosse dal rapporto McLaren. Nonostante questo si sia risolto in una bolla di sapone (95 dei 96 atleti russi sotto inchiesta sono stati assolti per insufficienza di prove), il Cio non ha ancora preso una decisione definitiva in merito alla posizione del comitato olimpico di Mosca, finito nel centro del mirino proprio per le insinuazioni contenute in tale documento.

Probabilmente molto dipenderà dall’esito dei nuovi test antidoping effettuati su tutti i 254 campioni di urina prelevati agli atleti di casa durante Sochi 2014.

Il presidente del comitato olimpico russo Aleksander Zhukov (foto) ha detto all’agenzia Ria-Novisti che “Stiamo aspettando i risultati della commissione di inchiesta del Cio in merito a questi nuovi test. Non conosciamo la data esatta in cui verrà pubblicato il nuovo documento, ci è solo stato detto che sarà reso noto a novembre”.

Non va dimenticato come ormai da un mese il Cio sia sotto pressione sull’argomento da parte della iNADO, ovvero l'associazione internazionale che riunisce le principali agenzie nazionali antidoping.

Infatti il 14 settembre questa istituzione ha formalmente richiesto al comitato olimpico internazionale di impedire alla Russia di prendere parte a PyeongChang 2018 con un documento denominato “Dichiarazione di Denver”.

Tale carteggio è stato firmato dalle agenzie di 16 Paesi, compresi Stati Uniti, Germania, Francia, Canada, Gran Bretagna, Giappone, Australia, Olanda, Austria, Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia. Nei giorni successivi il numero di agenzie nazionali firmatarie è salito a 38, poiché si sono aggiunte – tra le altre – quelle di Italia, Spagna, Svizzera, Polonia, Croazia, Estonia, Lussemburgo e Kenya.

Tuttavia appare francamente difficile che senza prove e senza un numero esagerato di positività nei re-test dei campioni il Cio possa davvero decidere per un’esclusione della Russia, che peraltro arriverebbe a soli 3 mesi (o meno) dall’evento con relative problematiche non indifferenti nella qualificazione ad alcuni eventi.

Francesco Paone

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