Sci di fondo | 15 ottobre 2017, 17:30

Klæbo e Heidi Weng non saranno in Val Senales con la squadra norvegese

Inizia mercoledì il camp di preparazione della Norvegia del Fondo in Val Senales ma almeno sette fondisti rimarranno a casa.

Anders Månsson (mynewsdesk.com)

Anders Månsson (mynewsdesk.com)

Sono quasi venticinque anni che la compagine norvegese di Sci di Fondo chiude la preparazione per la nuova stagione con uno stage in altitudine prima delle tradizionali prove di apertura di Beitostølen di metà novembre. Anche quest'anno il programma prevede l'arrivo in Val Senales mercoledì 18 ottobre per uno stage che durerà quasi tre settimane ma già si sa che sette membri della nazionale non raggiungeranno i 3200 metri del ghiacciaio altoatesino e rimarranno ad allenarsi in patria.

Siamo in piena fase di avvicinamento all'appuntamento olimpico e le decisioni in merito alla loro assenza sono state prese di comune accordo con lo staff tecnico per ottimizzare la preparazione senza cedere alla tentazione di pericolose sperimentazioni. E' il caso, per esempio, del giovane Johannes Høsflot Klæbo che, al primo anno nella squadra elite, non ha mai vissuto un ritiro in altitudine e per il quale sarebbe stato, di conseguenza, difficile prevedere se i benefici sarebbero stati quelli attesi.

Diversa è la situazione di Heidi Weng, vincitrice dell'ultima Coppa del Mondo, che non ha mai provato buone sensazioni nelle precedenti esperienze in altitudine è ha deciso di non ripetere l'esperienza in questa stagione mentre la sua compagna di squadra Kari Øyre Slind nella scorsa stagione fu costretta a fermarsi dopo il ritiro di Livigno.

All'appello mancheranno anche gli sprinter Eirik Brandsdal e Sondre Turvoll Fossli che hanno avuto problemi fisici tra la primavera e l'estate che li hanno costretti a saltare parte della preparazione e che cercheranno di recuperare in Norvegia con sessioni ad alta intensità. Chiudono la lista degli assenti Ragnhild Haga che ancora ricorda il calo di forma dopo il ritiro dello scorso anno e Niklas Dyrhaug.

Massimo Brignolo

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