| 17 ottobre 2017, 10:01

Ora anche Salt Lake City punta ai Giochi olimpici invernali 2026

Il "no" del Tirolo alla candidatura di Innsbruck ha spinto la città statunitense ad anticipare i tempi di 4 anni per tentare di riportare le Olimpiadi nello Utah.

Credits: Pentaphoto

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Domenica la potenziale candidatura di Innsbruck per i Giochi olimpici invernali 2026 è stata vaporizzata dall’esito di un referendum popolare. Al tempo stesso quella ipotizzata di Calgary è congelata in attesa di capire quale sarà la nuova giunta comunale, che uscirà dalle urne a brevissimo.

Tuttavia ieri una nuova città ha annunciato il proprio interesse all’organizzazione delle Olimpiadi della neve e del ghiaccio. Si tratta di Salt Lake City, che dopo aver ospitato la manifestazione a Cinque cerchi nel 2002, sta pensando di proporsi per il 2026 o il 2030.

Venerdì il comitato olimpico americano aveva annunciato interesse per le edizioni in questione e ieri lo stato dello Utah ha deciso di muoversi in maniera concreta. Verrà creata una commissione di studio composta dal governatore dello Utah Gary Herbert, dal sindaco di Salt Lake City Jackie Biskupski, dall’imprenditore e direttore operativo di Salt Lake City 2002 Fraser Bullock, dal presidente del senato dello Utah Wayne Niederhauser e dal presidente della commissione per lo sport dello Utah Jeff Robbins.

Proprio Bullock ha dichiarato di essere molto fiducioso, perché il Cio ha la tendenza a privilegiare le location dove le strutture necessarie esistono già. In tal senso ha rivelato che Salt Lake City guardava al 2030, ma proprio il crollo della potenziale candidatura di Innsbruck ha fatto decidere per effettuare un tentativo già in ottica 2026.

Un ostacolo potrebbe essere rappresentato dal fatto che gli Stati Uniti ospiteranno i Giochi olimpici estivi nel 2028 a Los Angeles. Bullock tuttavia non li ritiene “invalidanti”, poiché i tempi sono cambiati ed è convinto che il Cio possa essere aperto a ogni genere di opzione.

Francesco Paone

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