| 18 ottobre 2017, 11:18

Giorgio Brusadelli: "Dal Fans Club Santus-Pasini alla creazione dell'Under Up Ski Team; l'ennesima idea del Manfri, Giuseppe Pellegrinelli"

Dal fans club per i due campioni bergamaschi alla nascita dell'Under Up, un progetto destinato a fare storia

Giorgio Brusadelli: "Dal Fans Club Santus-Pasini alla creazione dell'Under Up Ski Team; l'ennesima idea del Manfri, Giuseppe Pellegrinelli"

Nella vita quotidiana è un informatico che amministra condomini, ma Giuseppe Pellegrinelli, in arte “Manfri”, non passerà certo alla storia, almeno quella del fondo, per la sua professione. In terra bergamasca, ma non solo, lo ricorderanno sempre come il “mitico” presidente del Fans Club Santus-Pasini, che è stata una delle più belle realtà di Gromo. Per 12 anni il suo gruppo ha infatti calamitato l’attenzione delle più varie località del fondo nazionale e internazionale inalberando striscioni che servivano da incitamento per i due compaesani colonne della nazionale ma anche da monito per qualche “scandalo” del momento. Striscioni accompagnati dalla somministrazione di specialità locali (salumi, formaggi e del buon vino) che servivano a crearsi nuove amicizie o cementare quelle antiche.

Una satira stringata in poche ma sempre dirompenti battute, che sottolineavano problematiche non solo agonistiche ma anche di tutto ciò che circonda il fondo e che può far cronaca per i non addetti ai lavori. Come capitò a Lago di Tesero, in Val di Fiemme, quando nelle ultime due tappe del Tour de Ski con la scritta “RAI TV una lagna ridateci Bragagna. Why out?” si chiedeva il perché dell’accantonamento, dal mese di settembre, del telecronista Franco Bragagna che dello sci nordico, ma anche dell’atletica, con Monetti, è stato per vari lustri l’indiscusso “cantore”. Per di più competente, non certo un paraculo come si vorrebbe in via Teulada. Il solo in grado di reggere la concorrenza di Silvano Gadin e Fulvio Valbusa, le due voci tecniche di Eurosport di volta in volta affiancati da qualche campione.

Con un secondo striscione, in inglese, che è stato abbondantemente ripreso dai media norvegesi, veniva messa sotto accusa la FIS per la sospensione di 2 mesi inflitta dal TAS, il Tribunale di arbitrato dello sport, a Martin Jonshrud Sunby che fino all’ultimo era stato in corsa per il successo tentando invano di contrastare il russo Sergey Ustiugov, troppo forte per chiunque in quella occasione. Come ebbi modo di scrivere, “era stato punito non per doping, ma semplicemente per non avere seguito le regole della Wada, l’agenzia mondiale antidoping nell’uso di medicinali per l’asma. Nel suo caso il salbutamolo, commercializzato come Ventolin, assunto senza averlo segnalato. La positività era stata accertata il 3 dicembre 2014 a Davos e nella tappa di Tour de Ski dell’8 gennaio 2015 a Dobbiaco. La Federazione norvegese si era assunta tutte le responsabilità, ma la sospensione era scattata ugualmente: 2 mesi a partire dall’11 luglio. Una buffonata dal punto di vista dell’efficacia, considerato il periodo, che non era certamente determinante per la preparazione. Sicuramente più pesante, se non altro sul piano economico e dell’immagine, la cancellazione della vittoria del Tour de Ski 2014/2015 e della Coppa del Mondo della stessa stagione”.

Usciti di scena Santus e Pasini, il fans club ha perso il motivo della sua esistenza. Si è sciolto il 12 novembre 2014, con i tipici annunci funebri che nei paesi annunciato i funerali di qualcuno, in occasione della tradizionale castagnata in piazza Dante a Gromo che dalla sua nascita, 12 anni prima, apriva il tesseramento in vista della stagione agonistica che li avrebbe poi visti impegnato sui campi di gara in Italia e all’estero. Si è chiuso il gruppo, ma il Manfri, come l’araba fenice, è risorto dalle ceneri con un’altra iniziativa destinata a “fare storia” per il modo in cui è stata concepita e per come la si vuole portare avanti: la creazione di Under Up, un gruppo sportivo che proprio nello slogan presenta e gioca le sue carte ”Sostenere un sogno è come viverlo”. Ne parla in questo stesso sito lo stesso Manfri nell’intervista che Jacopo Morzenti gli ha fatto alla fiera "Alta Quota" di Bergamo, nella quale lo Ski Team Bergamo è stato presentato con l’intervento del presidente del Comitato regionale Zecchini. Una novità in assoluto che si illustra nei tre slogan con i quali sono state specificate le modalità in cui si svilupperà: aggregare e sostenere i ragazzi Under23; fornire strumenti per un’attività professionale; dare continuità ad una passione guidata da un sogno. Detta in parole povere, un gruppo sportivo “civile” che si sostituisce ai gruppi militari che, da noi, “costruiscono” gli atleti che costituiranno poi le squadre nazionali della FISI.

I fondi necessari sono stati messi a disposizione da 9 sponsor: Officine Meccaniche di Ponte Nossa, Molinari, Scame, DS4, Gech Bingo, Egidio, VPS, Ferramenta Rota, Mizuno. Ne beneficeranno 9 atleti che non hanno trovato considerazione nei gruppi sportivi: 8 bergamaschi (Paolo Visini di Clusone, Luca Milesi di Roncobello, Adriano Giudici di Vilmaggiore, Nicola Fornoni di Ardesio, Luca Curti di Branzi, Nicola Castelli di Clusone, Davide Bonacorso di Gromo, Luca Agoni di Schilpario). Con loro il piemontese Francesco Becchis, campione del mondo di skiroll. Un progetto che, come ha detto Fausto Denti, presidente Fisi di Bergamo, vuol dare un’opportunità a chi non è riuscito ad esprimersi come i suoi mezzi gli avrebbero consentito. A far loro da “chioccia” Ermanno Carrara, nella veste di allenatore e “guru” delle scioline, mentre insieme con Fabio Maj sarà Renato Pasini a dare continuità alla sua carriera di allenatore dei Carabinieri curando anche la loro programmazione.

Un esperimento che fondoitalia.it seguirà con attenzione dandogli lo spazio che merita e che affronta il suo cammino con l’auspicio espresso dal presidente del Comitato Alpi Centrali Franco Zecchini e da Lara Magoni che nello sci alpino ha cominciato a vincere medaglie olimpiche e mondiali a 16 anni per perdersi poi per strada e risorgere a 28 anni ripartendo dalla squadra B. Una con gli attributi: ci si scusi il termine, ma non c’è miglior accezione per spiegare la volontà di rivincita dimostrata da questa atleta poi passata alla politica. L’augurio è che questi ragazzi la sappiano imitare.

Giorgio Brusadelli

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