Sci di fondo | 18 ottobre 2017, 17:12

Sami Jauhojärvi: "Nell'autunno del 2014 ho pensato al suicidio"

L'ex fondista finlandese ha fatto una rivelazione shock. I problemi psicologici vennero causati dagli effetti collaterali di un farmaco per la cura dell'asma.

Sami Jauhojärvi: "Nell'autunno del 2014 ho pensato al suicidio"

Sami Jauhojärvi in primavera ha annunciato la fine della propria onorata carriera, durante la quale però non sono mancati momenti davvero oscuri.

Lo ha rivelato domenica lo stesso trentaseienne ex fondista, durante il programma TV “Mestareiden Mestari” sulla televisione finlandese MTV, aggiungendo poi ulteriori particolari in un’intervista rilasciata al quotidiano norvegese Dagbladet.

Nel febbraio 2014 Jauhojärvi aveva raggiunto il picco della propria carriera, vincendo la medaglia d’oro olimpica nella team sprint in coppia con Iivo Niskanen. Tuttavia, pochi mesi dopo, è cominciato un autentico incubo dovuto al cambiamento di farmaco per la cura dell’asma.

“Certi effetti collaterali capitano nello 0,1% dei casi. Io sono rientrato in quello 0,1%. La medicina ha iniziato a sballare i miei valori sanguigni. In particolare ho iniziato a soffrire di leucopenia, ovvero di una diminuzione dei globuli bianchi. L’alterazione del mio sangue ha iniziato a far soffrire il mio cuore, che batteva più rapidamente del normale. Per questa ragione ho iniziato ad avere grossi problemi ad addormentarmi e per dormire dovevo assumere sonniferi.

Chiaramente non abbiamo capito subito che la causa di questo problema fosse il nuovo farmaco per l’asma. Come ho detto, solo una persona su mille viene colpita da questi effetti. Quindi inizialmente non riuscivo a trovare una spiegazione a ciò che mi stava accadendo. Questa situazione e la mancanza di sonno mi hanno portato alla depressione. Ho iniziato a pensare se valesse la pena di vivere e ho considerato il suicidio.

Mi ha salvato mio figlio, che all’epoca aveva un anno. Ogni volta in cui ho pensato di uccidermi, mi è venuto in mente mio figlio e mi sono reso conto che il suicidio sarebbe stata l’azione peggiore da fare, perché lo avrei privato di suo padre e avrei causato enorme dolore nelle altre persone.

Alla fine abbiamo capito che la causa dei guai poteva davvero essere il nuovo farmaco. Ho provato a tornare a quello precedente e dopo due giorni tutti i sintomi sono spariti. Da quel momento il mio atteggiamento verso la vita è cambiato. Per esempio, non mi sono disperato per l’oro sfumato nella team sprint di Lahti 2017 a causa del contatto tra Iivo e Iversen. Sì, avrò perso un titolo mondiale e un premio più alto, ma niente di più. Ora penso a godermi la mia famiglia e non vedo l’ora di iniziare la nuova carriera come commentatore televisivo”.

Francesco Paone

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