Biathlon | 20 ottobre 2017, 15:30

Marie Dorin Habert: "Dipendesse da me farei un altro anno, ma non sono sola..."

La biathleta francese ha parlato del proprio futuro e degli obiettivi per la stagione olimpica, riuscendo a non essere banale.

Credits: Douane TV

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In un’intervista rilasciata al sito leschampionnes.fr, Marie Dorin Habert ha parlato del proprio futuro e degli obiettivi per la stagione olimpica. In entrambi i casi non è certo stata banale, svelando particolari interessanti.

“La preparazione è andata bene, ho buone sensazioni e sono soddisfatta del lavoro svolto in vista della nuova stagione. Non ho ancora deciso se sarà l’ultima della mia carriera. Dipendesse da me, proseguirei un altro anno. Però non sono sola, ho una famiglia e decideremo tutti assieme in primavera. Per adesso mi limito a concentrarmi su questo inverno. Di sicuro l’esito dei Giochi olimpici non sarà determinante nella mia decisione, qualunque essa sia.

Non do per scontata la qualificazione a Pyeongchang, la nostra squadra è fortissima. Comunque sia, dovessi essere della partita, in Corea punterò soprattutto sulle staffette. Una medaglia d’oro a squadre ha un sapore particolare, proprio per il clima che si crea tra i frazionisti coinvolti. Credo che questi titoli abbiano qualcosa in più rispetto a quelli individuali, restano più impressi nella memoria proprio perché sono collettivi”.

Dorin Habert, 31 anni appena compiuti, ha già raccolto due medaglie olimpiche. Entrambe arrivarono a Vancouver 2010, con il bronzo nella sprint e l’argento in staffetta. Sochi 2014 fu un’edizione decisamente più sfortunata, poiché la biathleta del Delfinato vi arrivò in condizioni precarie dopo un bruttissimo infortunio alla caviglia patito a fine novembre.

Manca chiaramente la medaglia del metallo più pregiato, ma la transalpina ha dimostrato di sapere come presentarsi al top della forma nei grandi appuntamenti. D’altronde ha raccolto 5 ori iridati (di cui 4 individuali) tra Kontiolahti 2015 e Holmenkollen 2016.

Dorin Habert è il presente, ma lavora anche per il futuro della squadra: “Cerco di insegnare tutto ciò che posso alle ragazze della nuova generazione, senza nascondere nulla sui miei allenamenti, voglio che capiscano che possono contare su di me. Ce n’è una a cui però non devo più insegnare nulla. Si tratta di Justine Braisaz, che avrà anche 10 anni meno di me, ma sta già dimostrando il suo talento e non ha più bisogno di consigli”.

Francesco Paone

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