Sci di fondo | 22 novembre 2017, 14:09

Giorgio Brusadelli: "Ecco perché il film-documentario su Nones riscuote tanto successo"

L'editoriale di Giorgio Brusadelli sull'ennesimo premio vinto dal film documentario "A passo d'oro - Franco Nones: la leggenda di un fondista"

Foto di "Photo Elvis"

Foto di "Photo Elvis"

C’era da aspettarselo, e ci avrei scommesso, anche con una concorrenza del massimo livello. “A passo d’oro – Franco Nones: la leggenda di un fondista”, si è imposto alla grande: è stato infatti insignito del prestigioso premio Mention d’Honneur Olympic Spirit  - Olympic Value alla World Final Championship “SPORT MOVIES &TV 2017 -35th MILANO INTERNATIONL FICTS FEST”. Che costituisce, in pratica, la finale 16 Festival (nei 5 Continenti) del “World FICTS Challenge”, che  è poi il Campionato mondiale della Televisione, del Cinema, della Cultura e della Comunicazione sportiva. Roba grossa, insomma, nella quale Lia Giovanazzi Beltrami, già assessore alla solidarietà internazionale e convivenza della Provincia Autonoma di Trento, per l’ennesima volta dimostra la sua versatilità di  regista.

Siamo di fronte ad una donna eccezionale che ha al suo attivo oltre 30 documentari,  focalizzati in particolare sull’Africa e sui problemi della religione e della fede. Non per niente, subito dopo la proiezione del filmato su Franco Nones nell’Arengario di Milano, nell’ambito della Giornata “Ragazzi in Gamba” condotta dal prof. Franco Ascani, è partita per l’Africa dove avrebbe girato un film nei campi profughi ai confini fra l’Etiopia e l’Eritrea. Il premio lo ha ritirato due giorni dopo dal marito (pure lui ottimo regista) Alberto Beltrami. Una splendida coppia nel lavoro come nella vita di tutti i giorni  e nell’impostazione che hanno dato alla loro opera.  

Che, va precisato, non è solo la “beatificazione” di Franco Nones come campione olimpico, che passerà alla storia anche come prima medaglia d’oro di tutte le discipline delle Fiamme Gialle, ma anche una dimostrazione di quello che è lo sport nelle sue sfaccettature. In questo caso dal sistema di allenamento alla tecnica fino alla sua trasposizione sul campo di gara con un racconto che si sviluppa nelle memorie dello stesso Franco Nones, della moglie Inger e con i contributi di amici e collaboratori come Umberto Macor, primo allenatore delle Fiamme Gialle, padre Serafino Tognetti, il consigliere provinciale di Trento Pietro De Godenz, l’allenatore Roberto Campaci e Cristian Zorzi, indimenticabile (con Valbusa, Di Centa e Piller Cottrer) ultimo frazionista della staffetta d’oro di Torino 2006.

Chi scrive queste note, invece, è  amico di Nones da mezzo secolo: mi ha spinto al fondo e dato i primi suggerimenti in fatto di tecnica e di materiali. Devo riconoscere che è stato un buon maestro: diversamente non avrei potuto dare il mio contributo nelle interviste presenti nel filmato più che altro per spiegare come e perché Nones sia diventato un oro olimpico da leggenda.

Da sottolineare poi la figura di padre Serafino Tognetti, della comunità di preghiera dei Figli di Dio di cui è stato fondatore Don Divo Barsotti. Il monaco, con motti spiccioli di filosofia e di religione, fa da “trait d’union” fra i vari episodi che rappresentano la vita e il trionfo. Ci ricorda che lo sport è un po’ come la fede: da praticare con la costanza di un allenamento che non ha come meta un podio, ma la salute dell’anima. Un traguardo quantomeno altrettanto importante.

Di strada questo film ne ha fatta parecchia, come del resto il suo protagonista, al quale l’oro olimpico della 30 km ha fatto da sprone, nella vita civile dopo il congedo dalle Fiamme Gialle, nella sua carriera da imprenditore che ha pochi uguali nel mondo dello sport e del fondo in particolare. Attività nella quale è stato affiancato dalla moglie Inger, svedese conosciuta in uno dei tanti periodi di allenamento in terra scandinava. Il film, infatti, è stato premiato come Best Olympic Values Côte d'Azur Sport Film Festival. E’ stato inoltre nelle selezioni finali dei festival: Adventure & Mountain Film Festival; Sestriere Mountain Film festival; Swiss Mountain Film festival, International Mountain Film festival USHUAIA, Argentina, Vasteräs Film Festival Svezia. Quella di Milano, comunque è stata la tappa determinante ma non l’ultima. Le prossime saranno il 3 dicembre al Nuovi Mondi Festival, l’8 dicembre al Festival International du Film de Montagne d’Autrans, dove Nones potrà festeggiare il 50° anniversario dell’oro olimpico, e il 9 dicembre all’International Festival of Outdoor Film a Praga.

Con la certezza di riscuotere il successo incontrato ad ogni proiezione, e in particolare a Milano dove le Fiamme Gialle hanno schierato, insieme al generale di brigata Raffaele Romano, al generale Virginio Pomponi e al comandante della scuola alpina di Predazzo ten. col. Gabriele Di Paolo, il campione mondiale di canottaggio Matteo Lodo (2 senza, primo titolo di un equipaggio italiano in questa specialità) e il campione europeo dei 200 metri Filippo Tortu. Due ragazzi fantastici per bravura, semplicità e disponibilità di fronte ad una platea plaudente di ragazzini chiamati alla premiazione di “Vivere da sportivi” e alla presentazione  dell’edizione 2018 dei “Trofei di Milano – Educazione sport e cultura per i giovani”. Hanno avuto l’occasione per divertirsi ed imparare. La più bella lezione della loro vita.

Giorgio Brusadelli

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