| 05 dicembre 2017, 15:44

BERSAGLIO MOBILE - Puntata 1: "Fourcade è di un altro pianeta. Occhio a Vittozzi per le Olimpiadi"

Capita talvolta che le cose migliori vedano la luce per una questione meramente fortuita. È il caso di questa conversazione con René Laurent Vuillermoz, con cui si è parlato di biathlon come si parla del più e del meno.

BERSAGLIO MOBILE - Puntata 1: "Fourcade è di un altro pianeta. Occhio a Vittozzi per le Olimpiadi"

Capita talvolta che le cose migliori vedano la luce per una questione meramente fortuita. È il caso di questa conversazione con René Laurent Vuillermoz, con cui si è parlato di biathlon come si parla del più e del meno.

Al termine della telefonata ci siamo detti: “Però, alla fine ne è venuto fuori una specie di editoriale sulla genesi della Coppa del Mondo 2017-’18. Sarebbe un peccato ‘sprecarlo’, lasciandolo cadere nel vuoto. Perché non pubblicarlo come articolo, impostandola come un’analisi della prima tappa?”.

L’idea è piaciuta all’ex biathleta valdostano. Andiamo quindi a vedere le sue impressioni a tutto tondo riguardo la tappa di Östersund e il prossimo futuro del circuito.

René, la squadra azzurra maschile è stata caratterizzata da luci e ombre. Più luci che ombre a dire il vero. Quali sono le tue impressioni?
“Ho visto un Hofer in formissima. Ha gestito davvero bene la 20 km. Poi nella sprint ha fatto degli errori al poligono, ma è sicuramente in uno stato di forma eccellente. Penso che lui sia già vicino al suo limite, mentre altri possano crescere, però anche a Hochfilzen potrà essere pericoloso. Per quanto riguarda Windisch è vero che ha bucato le gare individuali, però non dimentichiamoci che prima aveva disputato una staffetta mista strepitosa. Personalmente preferisco una tappa così, con una prova da leone quando c’è da prendere il podio e poi tre prestazioni negative, piuttosto che quattro gare appena sufficienti. Non mi farei grossi problemi per lui. Crescerà. Infine penso ci possa essere soddisfazione per Bormolini, il cui livello è ormai stabilmente da atleta di Coppa del Mondo. Ha la fortuna di potersi allenare con due top level, quindi sta sicuramente imparando e crescendo”.

Cosa pensi invece delle azzurre?
“Dorothea secondo me è vicina al suo top. Ha solo commesso qualche errore di troppo, soprattutto nell’inseguimento, dove ha un po’ tremato sull’ultimo poligono. Però insomma, siamo alla prima tappa, è inizio stagione e ci può anche stare. Quindi va tenuta d’occhio, perché è già pronta per ottenere risultati pesanti. Guardando Lisa sono convinto che tornerà da PyeongChang con una medaglia al collo. È vero che è andata in calando nel corso delle tre gare, ma nel suo caso penso possa crescere di condizione nel corso dell’inverno. Il poligono coreano poi è molto difficile e lei il tiro ce l’ha, per di più spara veloce. Quindi attenzione a lei alle Olimpiadi. Alexia ha sofferto nel fondo, ma penso che possa migliorare sugli sci rispetto a ora. Federica invece è indubbiamente in difficoltà e bisogna cercare di recuperarla. Aggiungo che per quanto visto in Ibu Cup a Sjusjøen sarei curioso di vedere il passo di Nicole in Coppa del Mondo, secondo me ora come ora sugli sci non è lontana da Wierer e Vittozzi”.

Ampliamo lo sguardo al resto del mondo. Fra gli uomini Johannes Bø si è avvicinato a Martin Fourcade, ma il francese appare ancora superiore, soprattutto considerando che non sembrava al top. Il tuo occhio clinico cosa dice?
“Martin è di un altro pianeta, riesce ad ammazzare gli avversari psicologicamente, come accaduto nel terzo poligono dell’inseguimento. Secondo me non è al top, si vede da come scia, da come rilancia e da come gestisce la gara. Però è già lì in alto. Johannes invece sicuramente sta bene, ma non ha la stessa regolarità al tiro di Fourcade. Quindi può fare zero come tre o quattro. Il suo cruccio è quello. Aggiungo che ho avuto l’impressione che i tedeschi abbiano lavorato tanto sulla velocità di esecuzione, lo si è capito da come hanno gestito i poligoni della 20 km. È un tiro da ‘o la va o la spacca’, li voglio rivedere in altri contesti. I russi ce l’hanno dura adesso, però prima o poi arriveranno. Mi ha impressionato Fak, riuscito a fare podio nonostante non vada forte. Secondo me si sta ritrovando, se dovesse salire di colpi sugli sci diventerà pericolosissimo”.

Parliamo infine del settore femminile, che in contumacia di Dahlmeier e Koukalova sembra aver trovato una nuova grande protagonista in Denise Herrmann. Inoltre si è vista una Justine Braisaz forse già matura per grandi traguardi…
“Attenzione, non voglio dire che Herrmann abbia avuto fortuna al poligono, perché non è vero e sarebbe ingeneroso. Però in piazzola non sarà sempre domenica. Andrà pesata con il passare delle gare e delle situazioni, per vedere come reagisce. Secondo me romperà un po’ le uova nel paniere in casa Germania, ma dimostra come avere una solida scuola di tiro e un modo univoco di insegnarlo possa permettere a tutti di imparare a sparare. Braisaz sicuramente non era molto contenta, perché fare sei zeri e arrivare due volte seconda non deve fare molto piacere. Però, questa è una classe ’96… ha ancora 15 anni di carriera davanti! Rimanendo in Francia Dorin Habert credo stia attraversando un momento difficile sul piano psicologico. Non ha mai mollato neppure quando era incinta, è tornata subito e ha fatto risultati sia nel 2015 che nel 2016. Ha speso tante energie mentali e probabilmente ora sente tutta la stanchezza che aveva ignorato. Infine sono sportivamente contento per Solemdal, perché è bello rivederla in alto dopo tutti i problemi che ha avuto. Adesso non resta che aspettare il ritorno di Dahlmeier per capire se alzerà nuovamente l’asticella a un livello irraggiungibile per le altre, come l’anno scorso”.

Francesco Paone

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