| 18 dicembre 2017, 18:46

BERSAGLIO MOBILE - Puntata 3: "A gennaio cominceranno davvero i fuochi d'artificio"

Renè Laurent Vuillermoz dice la sua riguardo quanto avvenuto nel weekend del biathlon, guardando soprattutto alle indicazioni che possono essere tratte in ottica futura.

BERSAGLIO MOBILE - Puntata 3: "A gennaio cominceranno davvero i fuochi d'artificio"

Con la tappa di Le Grand Bornand è andata in archivio la prima parte della Coppa del Mondo di biathlon. Abbiamo allora chiesto a René Laurent Vuillermoz quali sono le sue impressioni riguardo quanto avvenuto nel weekend, soffermandoci su tutti gli aspetti emersi dalle competizioni disputate in terra di Francia.

Cominciamo dalla pista. Sui social c’è stata qualche polemica riguardo la ‘facilità’ del tracciato e del poligono. Tu cosa ne pensi?
“Come difficoltà la pista non è tanto diversa da Östersund, Ruhpolding o Anterselva. Forse è un po’ più semplice di altre come dislivelli, perché sono disposti in maniera diversa, ma proprio per questo sembra facile, quando in realtà non lo è! Le curve sono difficili, soprattutto devi sempre lavorare, non puoi respirare un attimo. È una pista che ti spacca le gambe e non perdona, quando entri in riserva non ne esci più perché non c’è spazio per recuperare. Il poligono non era così semplice. Vero che si arrivava dopo una discesa, ma prima c’era una salita complicata da gestire. Ciò che ha fatto la differenza è stata la totale assenza di vento, per questo le percentuali si sono alzate”.

Passiamo al lato agonistico. Il duello tra Martin Fourcade e Johannes Bø continua a infiammare il circuito, paiono avere letteralmente una marcia più degli altri. Come escono dalla tappa transalpina?
“Sicuramente in questo momento sugli sci Fourcade è inferiore a Bø. Però il pettorale giallo lo indossa il francese, quindi secondo me nel complesso il più forte rimane lui, anche perché bisognerà vedere per quanto tempo il norvegese riuscirà a stare su questi livelli al poligono. Johannes ha un tiro più rischioso, quindi è più probabile che passi del tempo nel giro di penalità. Inoltre sono curioso di capire cosa succederà a gennaio. Le Olimpiadi si avvicinano ed è probabile che entrambi saltino una tappa per prepararsi al meglio. Chissà se avverrà nella stessa settimana o se accadrà in tappe diverse”.

Cosa ci dici del resto del mondo? Finalmente è arrivato qualche squillo dai russi.
“Sì, sapevamo che prima o poi sarebbero arrivati. Mi ha impressionato soprattutto Loginov, perché secondo me è quello con più potenziale. Però non potrà fare le Olimpiadi. I tedeschi restano altalenanti, ma quando buca la gara uno l’azzecca l’altro, quindi sono sempre presenti a livello di squadra e questo è molto importante. Anche Fak è sempre lì, quindi niente male. Io penso che da gennaio si vedrà qualche nome in più nelle posizioni di vertice, penso soprattutto agli austriaci che sinora si sono visti poco. Molti cresceranno e inizieranno a carburare perché le Olimpiadi si avvicinano e bisogna avere un picco di forma nel mese precedente, dato che tutti vorranno arrivare in fiducia”.

Sicuramente uno dei protagonisti del weekend è stato Antonin Guigonnat, capace di salire sul podio della sprint dopo essere appena stato promosso dall’Ibu Cup. Cosa ne pensi?
“Guigonnat ha fatto un numero. È sempre stato molto presente in Ibu Cup, dove era costantemente nelle posizioni di vertice, e le poche volte in cui è salito nel massimo circuito è comunque entrato nei trenta. Quindi è un ragazzo che aveva già dimostrato di avere un buon passo. Credo abbia sempre pagato psicologicamente il salto in Coppa del Mondo. Sicuramente la pista si è velocizzata, ma non è stato solo per quello, avrebbe comunque chiuso nei dieci anche se le condizioni non fossero migliorate. Ha tirato fuori il coniglio dal cilindro e quando lo fai una volta, vuol dire che puoi ripeterti”.

Passiamo all’Italia. Quali riscontri ha dato il weekend?
“Hofer è settimo nella generale, sta facendo una grande stagione e sta sparando discretamente bene. Forse nella sprint cerca sempre qualcosa di troppo, che però paga subito. Lui è al top. Gli altri cresceranno, ma non si allontanerà troppo dai migliori. È partito su questo stampo e io credo che lo porterà avanti fino a fine stagione. Quando chiuderà il cerchio al poligono diventerà difficile da battere per tutti. L’obiettivo quest’anno è a febbraio e secondo me per allora sarà pronto. Sono contento per Windisch, aveva solo bisogno di trovare un po’ di tranquillità e affrontare le cose in maniera diversa. I risultati sono arrivati. Probabilmente ha cambiato l’approccio mentale al poligono, ha lavorato tranquillo e si è visto. Bormolini secondo me è stato bravissimo. Stava bene e ci ha provato. Forse un po’ troppo, ma è giusto così. Bisogna provare per capire il proprio limite. Non è andata bene, però è migliorato tanto e sta esplorando la sua nuova dimensione. Riguardo Chenal credo abbia pagato le fatiche dell’esordio in Coppa del Mondo. Fatiche più psicologiche che fisiche. Ha fatto i numeri in Austria, mentre ha faticato questa settimana. L’esperienza si fa così e non credo ci siano dubbi riguardo il fatto sia il quarto italiano in questo momento, anche alla luce di quanto visto in Ibu Cup. Io credo che si debba cambiare qualcosa riguardo i giovani, perchè non serve a niente gareggiare per prendere minuti sulla schiena. Fa solo male alla testa e alla fiducia. In ottica quinto pettorale bisogna puntare su quelli più sicuri: Saverio Zini, Dutto, Montello e Rudy Zini se gli verrà data la possibilità”.

Passiamo alle donne. L’equilibrio prosegue. Le grandi protagoniste del weekend sono state Dahlmeier, Braisaz e Kuzmina. Quali sono i tuoi pensieri al riguardo?
“Sai, è anno olimpico e come sempre Kuzmina risponde presente. Intanto bentornata Dahlmeier, che ha subito messo in chiaro le cose con tutte le altre. Inoltre finalmente è arrivata la prima vittoria di Braisaz. Potrebbe essersi tolta un peso, perché girare sempre attorno al successo e non raggiungerlo mai è pesante da gestire. Chissà che con questa vittoria non arrivi un ulteriore salto di qualità. Secondo me a gennaio ci sarà da divertirsi perché ci sarà chi cambierà marcia. Vedremo i fuochi d’artificio già a Oberhof, dove cominceranno a suonarsele di santa ragione. Vorrei infine dire una parola su Denise Herrmann. A Le Grand Bornand mia moglie Sylvie ci ha parlato e le ha detto che si è innamorata del mondo del biathlon. Adora l’ambiente, le piace da matti. Io credo che dall’anno prossimo potrà giocarsi qualcosa di molto importante”.

Infine, i tuoi pensieri sulle italiane?
“Sono molto tranquillo. Ci sono due trattori come Dorothea e Lisa che possono fare la differenza, anche se Vittozzi è ancora un po’ indietro fisicamente. Comunque con il suo tiro è sempre lì in alto. Ha bisogno di crescere un po’ sugli sci e in tal senso speriamo che durante le vacanze di Natale non ci siano problemi di salute. Finalmente si è fatta vedere anche Federica, che può solo crescere. Penso che a gennaio prosegua la sua progressione, anche perché lei è serena. Vedremo che scelte verranno fatte per Oberhof. Se Alexia recupera ci sarà sicuramente. Io sinceramente aggiungerei Nicole. L’avrei portata anche in Francia. Però potrebbe darsi che si voglia avere un altro confronto diretto tra lei e Karin in Ibu Cup, quindi non ci resta che aspettare di capire cosa accadrà”.

Francesco Paone

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