Sport&Life | 21 febbraio 2018, 13:57

La gran fondo e' per tutti... o quasi

Alcuni consigli per chi ama lo sci di fondo e decide di sfidare soprattutto se stesso.

La gran fondo e' per tutti... o quasi

L'Olimpiade, come sempre, porta una ventata di amore decuberteniano per lo sport e spinge nuovi attori a lanciarsi nel mondo delle competizioni, in virtù di questa considerazione mi e' venuto in mente di scrivere qualcosa, tra il sacro ed il profano, allo scopo di aiutare nuovi e vecchi carneadi ad avvicinarsi con soddisfazione ed a trarre maggior esito dal proprio rapporto con il meraviglioso mondo delle competizioni di gran fondo.

Si dice, correttamente, che il segreto per prepararsi al meglio alle lunghe distanze sia l'organizzazione ordinata del nostro allenamento seguendo dei principi cardine, o meglio, dare una forma logica alle nostre attività. I tre pilastri imprescindibili sono sicuramente la continuità, la progressività e la gradualità ovvero la costanza dei carichi di lavoro unita all'aumento progressivo degli stessi con costante incremento degli stimoli in termini di difficoltà, intensità e volume. Senza questi presupposti fondamentali teniamo presente che non possiamo andare da nessuna parte, ma solamente affrontare una sofferenza innecessaria che a meno di essere masochisti provocherà pessime sensazioni e ricordi.

Ovviamente esistono molti altri principi più specifici che regolano l’allenamento e a questi è legata la classificazione delle attività che andremo a svolgere, del periodo specifico di lavoro nel quale ci troviamo, degli obiettivi che stiamo perseguendo e delle vie metaboliche che vogliamo sviluppare. Come la maggior parte di voi avrà già intuito, visto che il fondista medio e' un profondo conoscitore di tutto ciò che e' la teoria dell'allenamento, stiamo parlano di mezzi (generali, speciali e specifici), di periodi (generale, speciale, agonistico e transitorio), di sistemi (aerobico, anaerobico alattacido ed anaerobico lattacido), di mezzi (lento, medio e veloce), di qualità (forza, potenza, resistenza e coordinazione) di cicli, mesocicli, carico, scarico e via via scendendo sempre più nel dettaglio.

Non e' però nello scopo di queste poche righe tediarvi con un trattato teorico che, come già detto, la maggior parte di voi conosce a menadito, quindi fermo restando che tutte queste nozioni restano valide vorrei restituire un po' di leggerezza alla materia e dedicare solamente un paio di rapidi consigli a chi ama lo sci di fondo e decide di sfidare sopratutto se stesso.

Primo consiglio: per ottenere soddisfazione da un'attività faticosa occorre renderla meno mortifera quindi e' necessario padroneggiare la tecnica il più possibile, consegue che la gran parte del nostro allenamento deve essere destinato al miglioramento della nostra capacita' di sfruttare lo scivolamento degli sci. Sembra la scoperta dell'acqua calda, ma chi gira per le piste e segue questo genere di manifestazioni sa perfettamente che la povertà tecnica dilaga e questo e' il più grande impedimento alla prestazione nonostante la maniacale applicazione dei praticanti nelle sedute di allenamento. La via più semplice per curare la tecnica e' chiaramente quella di rivolgersi ad un professionista del settore, ma ne esiste anche un'altra per i testoni amanti del fai da te o che vogliono risparmiare un po'...qual è? Semplice, sciate il più possibile senza l'aiuto dei bastoni!!!

Questa da sempre è la miglior maniera di stimolare l'equilibrio, il corretto carico dei pesi, la scivolata efficace ed in ultimo la fluidità della tecnica infatti senza questi ausili se non si fanno le cose corrette non si avanza né in salita, né in piano e neppure in discesa.

Secondo consiglio: partendo dal numero delle sedute che potete svolgere settimanalmente mettete in cascina un numero di chilometri e ore eccedente la distanza che andrete a percorrere nella vostra gara obiettivo.

E' fondamentale abituare il nostro corpo, ma ancor più la mente ad affrontare il disagio che troverà in competizione dovuto alla distanza, alle condizione ed alla durata dello sforzo. Tutto questo deve essere patrimonio del concorrente che cerca soddisfazione perchè le condizioni "estreme" nelle quali ci vogliamo misurare devono da noi essere conosciute come il salotto di casa nostra!

Spero di essere stato di aiuto e anche di aver reso meno "spaventosa" la preparazione di una gran fondo da carneade, che per me non e' per nulla un termine dispregiativo ma solamente il nome di coloro che da perfetti sconosciuti rendono ineguagliabili e bellissimi questi eventi.

Dott. Massimo Tosello

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