Sci di fondo | 13 marzo 2018, 07:38

De Fabiani: "A Falun per chiudere bene la stagione che mi ha ridato consapevolezza"

Il valdostano a pochi giorni dalla tappa svedese: "Sono contento per come sono andate le cose quest'anno, ho avuto buone sensazioni e ho la consapevolezza di potermi ritrovare tra i migliori al mondo"

Foto di Pentaphoot

Foto di Pentaphoot

Si sta preparando alla partenza per Falun dove sarà protagonista nelle finali della Coppa del Mondo. Francesco De Fabiani concluderà nella località svedese una stagione buona, nella quale si è rilanciato dopo le difficoltà avute l’anno passato, ritrovando quelle certezze che sembravano svanite. Il valdostano è reduce da una Olimpiade nella quale ha fatto sognare i tifosi con una splendida seconda frazione nella staffetta e dalle belle prestazioni di Lahti, dove ha anche ottenuto il suo miglior risultato in carriera in una sprint. Di questo e tanto altro abbiamo parlato con il ventiquattrenne di Gressoney.

Ciao Francesco, partiamo dalla bella prestazione nella sprint di Lahti dove hai ottenuto il tuo miglior risultato della carriera in questo format giungendo dodicesimo.
«Già in passato ero riuscito a superare lo scoglio delle qualificazioni, senza però passare mai la batteria dei quarti di finale. Anche quando nel 2016 a Oberstdorf passai la qualificazione con il decimo tempo, arrivai poi ultimo nella mia batteria, come accaduto anche in altre occasioni. Così a Lahti una volta superata la qualificazione, avevo l’obiettivo di battere almeno un avversario nei quarti, invece sono riuscito addirittura a qualificarmi per la semifinale. Ci sarei riuscito ugualmente anche se non avessi vinto lo sprint, perché ho tirato fino all’ultimo e sarei stato comunque lucky loser con due secondi di vantaggio. Forse però ho spinto un po’ troppo e ne ho pagato le conseguenze in semifinale, anche perché ho avuto meno tempo per recuperare rispetto ad altri avversari. Ho anche commesso un errore durante la semifinale ritrovandomi in sesta posizione, quindi ho cercato di recuperare in discesa ma ho toccato un avversario e sono quasi caduto. Sono arrivato sull’ultima salita che non ero più competitivo come nei quarti».

È andata bene anche nella 15km in tecnica classica nella quale sei arrivato undicesimo.
«Sono stato soddisfatto anche perché mi è mancata fortuna, come al solito mi sono ritrovato a fare tutta la gara da solo. A un certo punto ho trovato Giandomenico (Salvadori, ndr) che era partito prima di me e giustamente si è accodato perché era stanco. È stato bravissimo a reggere per tutta la gara perché sentivo che si staccava sulla parte più dura ma poi rientrava sempre in discesa. So che mi ha ringraziato e mi fa piacere che abbia fatto una bella gara, ha avuto grande carattere. Anche a me sarebbe servito un traino, ma ahimé non ho trovato nessuno, altrimenti credo che sarei comodamente entrato nei dieci. Mai sarei potuto arrivare ai tempi di Poltoranin, Bolshunov e Niskanen, ma per esempio Iversen ha trovato Manificat e sarebbe stato alla mia portata. In generale sono stato contento della mia gara, perché mi bastavano venti secondi in meno e sarei stato lì con Klaebo e gli altri».

Hai anche gareggiato per la prima volta a Drammen.
«Inizialmente non era prevista la mia partecipazione, poi abbiamo deciso di cambiare programma. Visto il risultato era meglio non andarci (ride, ndr). A parte gli scherzi, su quella pista i norvegesi dominano in modo incontrastato, tanto che alla fine tra i primi c’erano tutti loro, un paio di russi e Chicco (Pellegrino, ndr). Credo sia proprio un tracciato adatto a loro probabilmente per quel lungo rettilineo finale tutto a spinta in salita. Ho trovato però una bellissima atmosfera, tanta gente a vedere questa gara cittadina e tribune pienissime. La pista era molto particolare e sapevo che sarebbe stata una gara difficile ma è pur sempre stata una bella esperienza»

Ora sei atteso dalle finali di Falun dove sono previste una sprint in skating, una mass start in classico e un inseguimento in skating.
«A Falun vorrei fare bene nel mini tour che chiuderà la Coppa del Mondo, a cominciare dalla sprint nella quale proverò a centrare nuovamente la qualificazione, anche se dopo il bel piazzamento di Lahti, comunque, non mi sento uno sprinter (ride, ndr) per me è sempre una gara molto difficile. Se dovessi superare il taglio della qualificazione, cercherò poi di andare più avanti possibile. La mass start in classico è interessante, non la facciamo da un po’, cinquanta olimpica a parte. Mi aspetto una gara molto tirata e spero di tenere l’alto ritmo dei primi fino alla fine per giocarmela. Il giorno successivo, poi, cercherò di tenere duro anche in skating per portare a casa un risultato finale positivo e chiudere bene la stagione».

Torniamo alle Olimpiadi di PyeongChang: sei soddisfatto per come sono andate?
«Si poteva fare qualcosa di meglio. Sono contento della mia frazione in staffetta, è stato molto bello sognare per un po’ di vincere la medaglia che non era così lontana. È stato il momento più bello della mia Olimpiade. Per quanto riguarda le due gare individuali alle quali ho preso parte, mi sarebbe piaciuto fare meglio visto che fisicamente mi sentivo bene. Nella 50km sarebbe stato un bel risultato se fossi riuscito ad arrivare al traguardo nel gruppo di Cologna dove mi trovavo fino al quarantesimo chilometro, invece ho finito le energie prima e nell’ultimo giro sono andato lentissimo. Nello skiathlon ho il rammarico di aver avuto problemi in classico, anche perché c’era vento e la neve era molto diversa rispetto al giorno precedente scombinando un po’ le carte. In classico, quindi, anche lo sci non mi ha aiutato molto e mi sono staccato. Successivamente in skating mi sono trovato invece degli ottimi materiali, ho tenuto il ritmo dei migliori per un bel po’ e mi sono riavvicinato al gruppo davanti a me. Purtroppo, però, fare buona parte della gara da solo con quel vento mi ha fatto sprecare molte energie. Nonostante ciò ho fatto dei buoni tempi, ho recuperato parecchie posizioni e ho il rammarico che se mi fossi trovato più avanti al cambio avrei anche potuto chiudere nella top ten».

Nella passata stagione hai avuto diverse difficoltà, quest’anno ti abbiamo ritrovato spesso tra i migliori; sei soddisfatto per come sono andate le cose? Hai trovato le risposte che cercavi?
«Ci pensavo proprio in questo giorni. Sono molto contento del fatto che in alcune occasioni ho ritrovato quelle buone sensazioni che non avevo mai avuto lo scorso anno. Adesso mi sento bene, vedo che le cose vanno, anche nella 15 di Lahti avevo una buona condizione e a dir la verità pure a PyeongChang, nonostante i risultati non abbiano rispecchiato le mie sensazioni. Anche al Tour de Ski mi sentivo abbastanza bene. Ecco, forse l’unica cosa negativa è che sono entrato in forma tardi, soltanto in occasione del Tour, mentre in precedenza mi è mancata continuità. Magari ho fatto bene in alcune gare non riuscendo mai a ripetermi il giorno. Vedi Dobbiaco, dove mi sono comportato bene in skating ma non sono riuscito a ripetermi il giorno successivo quando tutti si aspettavano un bel risultato. In generale sono contento, mi piacerebbe finire bene con il tour di Falun, anche se ovviamente mi rimarrà un po’ l’amaro in bocca per un’Olimpiade non andata come speravo, perché potevo fare meglio nelle gare individuali. La cosa più importante, però, è che questa stagione mi abbia dato nuovamente la voglia e la consapevolezza di poter essere tra i migliori al mondo. In alcune occasioni mi sono trovato nuovamente tra i big e questo è importante per affrontare al meglio l’anno che verrà»

G.C.

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