Biathlon | 04 aprile 2018, 09:45

Le reazioni del mondo del biathlon alla notizia dell'addio di Ole Einar Bjørndalen

Consenso unanime per il quarantaquattrenne norvegese, dalla Francia alla Russia.

Le reazioni del mondo del biathlon alla notizia dell'addio di Ole Einar Bjørndalen

Martin Fourcade: “È una decisione che mi sorprende. Da bambino avevo i suoi poster nella mia camera da letto, è come se lo conoscessi da sempre. Posso dire senza dubbio che è stato il mio idolo ed è stato una grande fonte di ispirazione. Sono orgoglioso di aver potuto gareggiare contro di lui, è stato un vero onore e gli auguro tutto il meglio per il futuro. Sono sicuro che continuerà a far parte della famiglia del biathlon, spero di rivederlo anche l’anno prossimo”.

Johannes Bø: “Il suo addio è stato difficile. È chiaro che vorrebbe continuare a gareggiare, e che ha dovuto prendere questa decisione. Lo conosco molto bene e sicuramente per lui è stato terribile dover fare questo passo”.

Emil Hegle Svendsen: “Sapevo dei suoi problemi di salute, me li aveva confidati durante l’inverno, però non mi aspettavo questa decisione, ero quasi sicuro che avrebbe proseguito. Ha avuto una carriera fantastica, guardando la conferenza stampa ho capito quanto sia stata dura la decisione. È sempre stato in squadra nell’arco di tutta la mia carriera, non avrei mai vinto così tanto se non avessi avuto lui come punto di riferimento”.

Tarjei Bø: “Non sapevamo niente, pensavo che avrebbe proseguito. Quando ci siamo congedati a fine stagione il suo sguardo non era quello di un atleta al passo d’addio. Per me è sempre stato un grande esempio, lo seguivo in TV quando ero un bambino e ho sempre cercato di copiarlo. Il mio ricordo più bello di lui rimane la staffetta di Vancouver 2010, quando ero praticamente agli esordi e ho vinto la medaglia d’oro assieme a lui”.

Darya Domracheva: “E il vincitore è… Ole Einar Bjørndalen, Re del biathlon e Re nella vita. Sono orgogliosa di quest’uomo, che ha abbattuto le barriere e gli stereotipi. La sua carriera sportiva è un esempio per milioni di persone, ovvero come lottare sempre per raggiungere l’obiettivo. Una carriera che inspirerà ancora molte generazioni. Il suo comportamento nella vita è un esempio per tutti: come rispettare gli altri, come affrontare le difficoltà evitando i giochi sotto banco. Sa come essere un uomo, è un vincente”.

Anton Shipulin: “Pensavo che avrebbe gareggiato per sempre. Da quando seguo il biathlon lui è sempre stato presente. Rimarrà per me sempre un grande esempio, il suo approccio allo sport non ha eguali. È stato un onore per me gareggiare insieme a lui”

Björn Ferry: “All’inizio degli anni 2000 il livello medio nello sci di fondo era più basso di quello attuale, Bjørndalen poteva vincere una sprint anche commettendo due errori. Oggi avrebbe fatto molta più fatica a emergere. Penso che il Martin Fourcade di oggi sia più forte anche del miglior Bjørndalen. È un tiratore decisamente migliore e ha anche ben altro senso tattico. D’altronde il livello medio odierno è molto più alto di quello del periodo 2000-2008. Però penso che Bjørndalen rimanga il più grande di tutti i tempi, perché è stato il migliore per un arco temporale enorme. È riuscito a vincere l’oro olimpico sia nel 1998 che nel 2014. La sua unicità è rappresentata dal fatto di essere rimasto per così tanti anni al vertice. Per adesso rimane il numero 1, però vedremo quando a lungo Fourcade gareggerà”.

Vladimir Dratchev: “Lui è uno degli atleti che hanno segnato un’era nel biathlon, uno dei tre più grandi di tutti i tempi assieme a Poirée e Fourcade. Ole è sempre stato estremamente motivato, lo dimostra il fatto di essere riuscito ad arrivare a 44 anni in forma eccellente. Si merita solo onori e applausi, dobbiamo ringraziarlo perché molti atleti hanno imparato da lui nel corso degli anni. La sua era è stata bellissima e molto significativa. Personalmente sono felice di averne fatto parte e di avere avuto la possibilità di sfidarlo in pista”.

Aleksander Tikhonov: “È sempre un peccato quando un atleta di questo calibro si ritira, soprattutto quando lo fa uno come Bjørndalen, che abbiamo visto in pista letteralmente per decenni. Gli consiglio di trasferirsi a Minsk, la città più tranquilla e pulita d’Europa, che Dio gli possa garantire una felice vita famigliare con Darya Domracheva. Anzi, penso che lui la aiuterà a vincere la Coppa del Mondo nella prossima stagione”.

Francesco Paone

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