Notizie | 11 aprile 2018, 19:00

Gloria, oblio e nuovi successi. Cronistoria del rinascimento nella combinata nordica finlandese

Dopo essere stata una super potenza nello scorso decennio ed aver vissuto 5 anni di crisi nera, da due stagioni per la combinata nordica finlandese si può parlare di nuovo rinascimento.

Nordic Combined Team Finland

Nordic Combined Team Finland

Per illustrare gli avvenimenti che hanno caratterizzato gli ultimi due decenni della combinata nordica vi è una sola persona in tutta la Finlandia che può testimoniare e spiegare per filo e per segno l'altalenante trend che ha seguito questa storica nazione nella disciplina nordica per eccellenza.

Lo schivo, alquanto riservato ma estremamente fidato viceallenatore, gran motivatore e fact totum Jari Hiekkavirta che per il mensile Ihnimillisiä e per Fondoitalia.it ha tracciato una cronistoria.

Per gli amici semplicemente “Hiekkis“, nato 40 anni fa nel cuore della Finlandia a Jyväskylä, entrò nel team finlandese nella stagione 2002 con il ruolo di semplice fisioterapista. Con un discreto passato da fondista in età giovanile, subito dopo aver concluso il liceo decide di abbandonare l'attività agonistica per incominciare l'università di Jyväskyla frequentando la facoltà delle scienze sportive e specializzarsi poi nei corsi di fisoterapia. Una volta ottenuta la laurea, l'amico Antti Kuisma, a quel tempo da poco entrato nei quadri nazionali di combinata, gli propone di candidarsi per una posizione vacante come fisioterapista nella squadra nazionale Suomi di Combinata Nordica.

“Non avevo mai immaginato cosa significasse essere in un team e gestire le varie situazioni essendo per più di 200 giorni all'anno lontano da casa fra allenamenti, gare e lunghe trasferte. Però subito ho pensato che almeno per un anno avrei voluto provarlo“. Questo il suo pensiero di allora al momento della scelta, e in squadra nazionale - sebbene si siano succedute poi varie gestioni - Jari ci sta con orgoglio da oramai 16 anni.

Nel primo decennio del secolo per la Finlandia della combinata tutto era facile, trionfale. Era la squadra più potente con la massima attenzione mediatica da parte di TV ,epubblico e dopo lo scandalo doping di Lahti 2001 che aveva visto praticamente azzerato lo sci di fondo e con gli sponsor principali che come conseguenza si sono riversati totalmente su salto e combinata.

Cosi Hiekkavirta su quel periodo d'oro 2001-2006: “Mi sono seduto attorno ad una tavola già imbandita senza dover fare nessuno sforzo. Era li da prendere al volo. Non potevo chiedere situazione migliore per incominciare un nuovo lavoro. Avevamo atleti come Lajunen, Manninen, Tallus, Mantila etc, che erano in cima al mondo. Le vittorie erano facili da ottenere con tali stelle. Ogni gara era un successo. Ogni fine settimana eravamo sul podio, a volte due dei tre erano finlandesi, spesso con doppie vittorie nel weekend. Lajunen ha vinto tre ori alle Olimpiadi di Salt Lake City, la nostra staffetta era imbattibile già dopo il salto, Manninen e Lajunen hanno vinto rispettivamente sei Coppe overall nell'arco di 10 anni. Questo ha facilmente moltiplicato le nostre risorse in quel ciclo. Nel nostro team oltre agli atleti eravamo lo staff con il maggior numero di persone. Fra allenatori, skiman e fisioterapisti eravamo anche in otto unità. Avevamo grandi risorse in quel periodo. Vincere era un elemento decisamente ovvio a quel tempo. Il secondo posto per noi era una delusione“.

In effetti dai Mondiali di Trondheim 1997 per la Finlandia della combinata era cominciato un ciclo vincente che l'ha vista primeggiare per più di due lustri , nel quale praticamente in ogni stagione si coglieva un titolo, medaglia o Coppa del Mondo generale che fosse. Vi erano sempre cinque o sei Finns nella top 15 di ogni gara di Coppa del Mondo e il ricambio generazionale era divenuto una questione naturale. Nel 2004 dopo il ritiro anticipato di Samppa Lajunen a soli venticinque anni, dovuto a mancanza di motivazioni dopo aver vinto ogni trofeo possibile nella sua epoca, gli era succeduto Anssi Koivuranta che avrebbe vinto la sfera di cristallo generale nel 2009. Allo stesso modo , con le Olimpiadi di Vancouver al ritiro di Tallus gli era subentrato Janne Ryynänen che aveva le stesse caratteristiche tecniche di ottimo saltatore. I risultati sembravano cosi ancora assicurati nel futuro prossimo.

Ma dopo le Olimpiadi di Vancouver con il ritiro di Manninen , il passaggio di Koivuranta al salto speciale e la perdita di motivazioni di Ryynänen tutto il castello finnico era crollato nel baratro nel giro di una sola stagione. Basta ricordare che nel 2011 Ryynänen fu l'unico finlandese nei primi 55 del World Ranking List e nella successiva stagione il totale dei punti raccolti dai combinatisti provenienti dalla terra dei mille laghi fu di 231 punti, ina miseria se comparata ai bei tempi di solo due o tre anni prima con medie che si assestavano attorno ai 3.000 punti .

“Hiekkis” ha la sua colorita visione su questo periodo buio: “L'intero sistema si è totalmente incasinato. Non avevamo più nessun giovane su cui puntare o lanciare. Per la Federazione tutto il lavoro con gli junior aveva perso interamente valore. Tanto vi erano sempre Manninen, Lajunen o Koivuranta a far brillare la nostra argenteria. Tutte le risorse venivano concentrate sulla squadra nazionale, mentre i giovani di Coppa Continentale e gli junior erano lasciati quasi totalmente senza assistenza. Non vi era più nessuna attività di coaching giovanile organizzata dalla Federazione per sviluppare il sistema di ricambio e mantenere aggiornati i vari tecnici sparsi negli sci club principali di tutta la Finlandia. Il risultato fu che non veniva più su nessun prospetto di valore col quale dare continuità al movimento. La conseguenza primaria di questa perdita di posizioni a livello mondiale fu che gli sponsor non rinnovarono i lori contratti con la Federazione dati gli scarsi risultati di audience televisiva pressochè dimezzati".

Per Hiekkavirta vi fu una conseguenza diretta verso la propria posizione in seno alla squadra: “Il netto taglio del budget annuale ha fatto si che il personale del Team nazionale fosse ridotto a sole due unità, il capo allenatore ed il sottoscritto. Io ho dovuto occuparmi oltre che della parte fisio e di preparazione, anche dei materiali, della loro manutenzione e sviluppo oltre a fare anche il vice allenatore per la parte tecnica“.

Fortunatamente però nel 2012 la Suomen Hiihtoliitto cambia gestione e nomina il giovane Petter Kukkonen come capo allenatore dopo aver ottenuto discreti risultati con la squadra estone. La prima conseguenza di ciò fu la completa riorganizzazione del lavoro fra team nazionale e sci club sotto un unica direzione che favorisca lo sviluppo primario dei giovani, una nuova cultura omogenea del lavoro con training camps più numerosi e qualitativamente più validi e uno sviluppo a livello Federale del reclutamento partendo dagli under 10 su tutto il territorio finlandese.

Jari si ritrovò così il nuovo capoallenatore a soli 500 metri di distanza dalla sua abitazione , in quanto Kukkonen viveva nello stesso quartiere di Jyväskylä con bella vista sui trampolini di Laajavuori. I due si conoscevano già perfettamente fin dalle rade apparizioni di Petter nella competizioni di Coppa del Mondo A o B che fosse o maggiormente nel circuito nazionale. Questo il suo ricordo del primo anno di nuova gestione del Team A: “ La nostra prima priorità fu di sviluppare con Kukkonen e con Kuisma, che da poco si stava occupando dei giovani combinatisti nel centro principale di Vuokatti, il lavoro dei giovani. Nel nostro primo anno assieme a livello di prima squadra le cose non andarono benissimo. Abbiamo voluto caricare troppo i ragazzi ed i risultati furono gli stessi dell'anno precedente. Non vi furono miglioramenti nei risultati di coppa del Mondo ma a fine stagione una piccola luce si accese di nuovo nella combinata nordica finlandese. L'allora sedicenne Ilkka Herola fece medaglia sia agli Youth Olimpic Games che ai successivi Mondiali Junior. Ciò non accadeva da parecchio tempo in Finlandia.“

Per Hiekkavirta fu un piccolo inizio verso una lenta ma costante risalita. Nel loro secondo anno, memore l'errore passato, la preparazione si svolse in maniera più graduale e costante ed il risultato fu già quello di avere Herola costantemente nei migliori trenta di Coppa del Mondo oltre ad una graduale crescita generale dei giovani.

Ora alla fine del sesto anno di collaborazione con Kukkonen il pragmatico “Hiekkis” può adesso guardare con fiducia verso il futuro. “Il duro lavoro di riorganizzazione della Combinata Nordica Finlandese iniziato nel 2011-12 sta incominciando a dare i primi frutti, i risultati stanno arrivando or , forse ci saremmo potuti aspettare una medaglia già da Pyeongchang ma li la parte salto non ha funzionato come avremmo voluto tutti. Quest'anno sono arrivati dei podi, non abbiamo ancora vinto ma siamo sicuramente sulla strada giusta. La Finlandia della Combinata e' di nuovo in pista per competere ad armi pari con le maggiori nazioni . “

Le prospettive sono più che rosee in questa disciplina per la nuova Finlandia dei giovani : Herola (23 anni), Hirvonen (22), Mutru (23) , Mäkiaho (20) sono tutti in costante crescita e con il meglio ancora da dare nel lungo periodo. Per la squadra più giovane del circuito con i podi ottenuti da Hirvonen, due atleti nella top 10 overall per il secondo anno di fila, le medaglie mondiali junior di Mäkiaho, gli junior e youth che da un lustro occupano le posizioni di vertice nelle varie competizioni giovanili FIS il nuovo rinascimento è oramai una realtà acquisita con un dato recente che fa sperare che questa risalita possa stavolta durare nel tempo.

In questa stagione , dopo anni di trend in discesa il numero degli iscritti alle competizioni under 14 ha fatto segnare un piccolo ma significativo aumento .

Così come nel XVI – XVII secolo in campo artistico dove al periodo rinascimentale è succeduto l'aulico e sfarzoso periodo del barocco vedremo se già dalla prossima stagione anche all'acquisito nuovo status finlandese riuscirà ad entrare nel successivo periodo di nuova ricchezza con medaglie , coppe e storiche prestazioni.

Paolo Romanò

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