Sci di fondo | 13 aprile 2018, 08:01

Simone Daprà: "Ho raggiunto tutti gli obiettivi che mi ero posto per il primo anno da senior"

Il giovane trentino, classe 1997, si è confermato anche alla prima stagione da senior; molti vorrebbero vederlo in Coppa del Mondo ma lui non si sbilancia: "Voglio solo migliorare ancora, poi si vedrà"

Foto di Flavio Becchis

Foto di Flavio Becchis

Nella sua prima stagione da senior si è tolto diverse soddisfazioni, confermando le motivazioni che spingono molti a riversare su di lui grandi speranze per il futuro del fondo italiano. Simone Daprà, classe 1997, compirà 21 anni soltanto il prossimo 19 giugno ma già in tanti vedono in lui un atleta sul quale potrà investire il movimento azzurro. Da senior, dopo un periodo iniziale di adattamento, è riuscito già a entrare sette volte tra i primi quindici in OPA Cup con cinque ingressi nella top ten, ha conquistato il suo primo podio internazionale da senior in carriera nell’ultima gara stagionale, l’inseguimento di Beret, è entrato nei quindici in entrambe le gare dei Mondiali Under 23 a cui ha partecipato. Infine in occasione dei recenti Campionati Italiani, disputati a Dobbiaco, è riuscito a conquistare un sesto posto assoluto nella 30km in skating e un quarto nella 15km in tecnica classica, vincendo i due titoli Under 23. Di questa sua prima stagione senior, affrontata con la divisa delle Fiamme Oro, dalle quali è stato arruolato la passata estate, abbiamo parlato con il trentino della Val di Fiemme nella seguente intervista.

Ciao Simone, come giudichi questa tua prima stagione tra i senior?
«Sono molto soddisfatto. È stata, come immaginavo, abbastanza complicata soprattutto all’inizio, ho avuto diversi alti e bassi, ma nel finale ho trovato il ritmo giusto nelle gambe e nella testa, così mi sono tolto delle belle soddisfazioni».

Qual è stata la difficoltà più grande che hai riscontrato nel passaggio di categoria?
«Metabolizzare il nuovo ritmo di gara, ovviamente molto diverso rispetto a quello che si tiene nelle gare junior. Inoltre è differente anche il chilometraggio, le gare sono più lunghe, quindi nelle prime uscite ho fatto fatica a capire come gestirmi nel corso della gara. A fine stagione, finalmente, sono riuscito a distribuire al meglio le energie durante tutto lo svolgimento della gara. Quando si passa a nuova categoria con distanze diverse, ovviamente le competizioni con partenza a intervalli sono quelle più complicate da affrontare perché non hai il punto di riferimento dell’avversario, a meno che non sei fortunato nel trovare il trenino giusto nel corso della gara. Invece nelle mass start si corre sull’uomo, quindi hai il confronto diretto e cerchi di tenere il ritmo degli avversari. Questo ti aiuta a capire, poi, quale ritmo tenere anche quando la partenza è a intervalli, altrimenti sarebbe difficile farlo da soli».

Nell’ultima gara di OPA Cup della stagione ti sei anche tolto la soddisfazione di salire sul podio nella 15km in skating a inseguimento.
«Sono stato molto contento perché non me l’aspettavo. Partivo dalla nona piazza quindi sapevo che non sarebbe stato facile recuperare tante posizioni avendo davanti atleti di Coppa del Mondo. Invece quel giorno ho avuto una buona condizione e degli ottimi materiali, oltre a trovare in Jules Lapierre un ottimo compagno di gara. Con lui sono risalito fino al podio, arrivando terzo alle sue spalle».

Hai raggiunto gli obiettivi che ti eri posto alla vigilia della stagione?
«Si, tutti. Volevo vincere un titolo italiano Under 23 e ho fatto anche meglio; tre piazzamenti tra i quindici in OPA Cup e ne sono arrivati molti di più; infine puntavo a entrare nei primi quindici della skiathlon mondiale e anche in questo caso ci sono riuscito».

Com’è stata l’esperienza mondiale di Goms?
«Molto bella, come quella dell’anno precedente negli USA, quando però correvo con gli junior. Mi sono trovato ad affrontare da Under 23 dei fondisti che sono stati poi capaci di vincere medaglie alle Olimpiadi di PyeongChang e altri che entrano spesso nella top venti di Coppa del Mondo. Gare come quelle di Goms sono importanti per fare esperienza, ti fanno crescere e capire quanto bisogna ancora lavorare per raggiungere un certo livello».

Nei recenti Campionati Italiani di Dobbiaco ti sei tolto tante soddisfazioni.
«Si, sono molto soddisfatto perché già in staffetta ero riuscito a tenere De Fabiani fino alla fine, cedendo solo all’ultimo momento. Nella 30km in skating sono rimasto con i migliori, ho anche provato ad andare via quando Fanton, che poi si è preso il bronzo, è andato all’attacco ma non ne avevo per tenerlo. Tre giorni dopo ho fatto un’altra bella gara arrivando a 1” dal podio di De Fabiani e appena 30” dal vincitore Nöckler, atleti che sono protagonisti in Coppa del Mondo».

A proposito, in molti non vedono l’ora di vederti esordire anche in Coppa del Mondo. Senti sempre più vicino quel momento?
«Preferisco non sbilanciarmi mai, spero soltanto di andare bene anche la prossima stagione e migliorare ancora, poi si vedrà. Il fondo è uno sport strano perché mette insieme tanti fattori, a volte anche imponderabili. Diamo tutto a ogni gara e pensiamo poi a prenderci tutto ciò che verrà senza crearsi troppe aspettative».

Dove pensi di dover migliorare ancora?
«Sicuramente dovrò lavorare tanto sulle tecnica. In classico migliorare nella spinta perché non a caso soffro i tratti in piano. In pattinaggio, invece, fatico di più nei tratti in salita quindi devo lavorare sul doppio».

G.C.

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