Biathlon | 23 aprile 2018, 16:34

Conosciamo Stefano Canavese, vincitore della Coppa Italia Aspiranti

Il giovane biatleta cuneese a Fondoitalia: "È stata la stagione più bella della mia ancor giovane carriera; sono contento di aver trovato continuità; non temo il salto di categoria ma lavorerò per migliorare ancora; il mio idolo? Dominik Windisch"

Conosciamo Stefano Canavese, vincitore della Coppa Italia Aspiranti

Ha vinto la classifica finale della Coppa Italia Aspiranti dopo una grandissima lotta con il suo compagno di squadra Matteo Vegezzi Bossi, conquistato un titolo italiano individuale e quello della staffetta, più una medaglia d’argento. È stato un anno straordinario per Stefano Canavese, piemontese dello Sci Club Entracque Alpi Marittime, che il prossimo anno salirà di categoria per gareggiare con i Giovani. Abbiamo intervistato il classe 2001 cuneese, che ci ha anche svelato il suo tifo per Dominik Windisch.

Ciao Stefano. Sei soddisfatto dei risultati che hai ottenuto nella stagione appena conclusa?
«Si perché ho trovato continuità, l’obiettivo che mi ero posto a inizio stagione. Ho vinto diverse tappe di Coppa Italia e quando ho concluso al primo posto la mass start di Anterselva vincendo titolo italiano e Coppa Italia, ho vissuto il momento più bello della mia ancor giovane carriera sportiva. Sapevo di poter far bene perché nelle gare precedenti che avevamo fatto in Valle d’Aosta avevo capito di star bene. Quest’anno ho anche vinto un argento alle spalle di Matteo (Vegezzi Bossi, ndr) nella sprint e conquistato l’oro in staffetta, facendo un grande finale di gara visto che ero al quarto posto prima dell’ultima serie e con lo zero sono uscito in testa. Quest’anno ho avuto delle buone sensazioni già nelle prime gare a Forni Avoltri, entrambe chiuse al secondo posto nonostante delle prestazioni non eccelse al tiro. Nel corso dell’anno, però, sono riuscito a migliorarmi tanto in questo particolare grazie al lavoro svolto con gli allenatori dello sci club e del Comitato AOC».

Hai lottato fino alla fine con il tuo compagno di squadra Matteo Vegezzi Bossi per la vittoria della Coppa Italia.
«Ci alleniamo assieme da ormai otto anni e in questa stagione abbiamo combattuto tra noi. In gara ci siamo sfidati ma negli allenamenti e anche prima delle gare non c’è mai stata rivalità. Siamo molto amici».

Oltre a voi due è arrivato anche un successo per Francesco Vigna; qual è il segreto dello Sci Club Entracque Alpi Marittime che si è tolto tante soddisfazioni nel corso della stagione?
«Sicuramente i nostri allenatori perché sono molto validi. Siamo un gruppo di ragazzi molto competitivi e questo rende i nostri allenamenti di un livello molto alto. Una gara negativa può capitare a tutti ma quando succede un altro di noi riesce sempre a distinguersi ottenendo un bel risultato».

Hai faticato un po’ di più nelle prime uscite stagionali.
«Vero. Sinceramente mi auguravo di avere delle prestazioni migliori al tiro perché mi ero allenato tanto al poligono nel corso dell’estate. Ho avuto, invece, diverse difficoltà a sparare nelle prime gare, poi le cose sono cambiate, sono cresciuto e sono riuscito a portare a casa titoli e Coppa Italia».

Qual è la tua caratteristica migliore e dove credi di dover migliorare?
«Il mio punto di forza è sugli sci, nel fondo ho fatto sempre delle belle prestazioni. So però che devo lavorare ancora tanto perché posso migliorare, così come dovrò crescere moltissimo al tiro».  

Il prossimo anno gareggerai tra i Giovani; temi il cambio di categoria?
«No perché sono già pronto a lavorare molto duramente nel corso della prossima estate e durante tutto l’inverno, facendo il massimo per avvicinarmi ai più forti della categoria come Giacomel e Bionaz».

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
«Quello principale è ovviamente di trasformare questa mia grande passione per il biathlon in un lavoro, entrare in un corpo sportivo e arrivare fino alla Coppa del Mondo».

Dopo la stagione appena conclusa, vedi questi tuoi obiettivi più vicini?
«No. Posso però dire che i risultati ottenuti in questa stagione sono uno stimolo in più a migliorare e crescere ancora tanto».

Torniamo indietro nel tempo: come è nata la tua passione per il biathlon?
«Inizialmente praticavo solo sci di fondo, poi l’allora allenatore dello Sci Club Entracque Alpi Marittime, Alessandro Biarese, che purtroppo è venuto a mancare, mi ha quasi obbligato a mettere in spalla anche il fucile. Voleva per forza che provassi e così feci ma dopo cinque minuti avevo già deciso di smettere perché non mi piaceva. Lui mi disse di continuare e tentare per tre mesi prima di decidere. Ha avuto ragione perché mi sono appassionato al biathlon e oggi eccomi qui a sognare un futuro in questa disciplina che amo».  

Ci sono mai stati nel corso della tua giovane carriera dei momenti in cui hai pensato di mollare tutto?
«No, non ho mai pensato di fermarmi. Nei momenti di difficoltà ho cercato soltanto di rialzarmi e far valere quello che sono».

Qual è il tuo rapporto con la scuola?
«Ho qualche difficoltà nella stagione invernale, perché faccio diverse assenze per gareggiare e mi perdo così alcune lezioni degli insegnanti. In certe materie ne risento ma durante questo periodo, appena si chiude la stagione, mi impegno al massimo e riesco a recuperare. Per fortuna, frequentando il Liceo di Scienze Umane a Limone Piemonte (provincia di Cuneo, ndr), ho la possibilità da sportivo di fare il 25% di assenze in più rispetto alle altre scuole».

Chi è il tuo idolo nel biathlon?
«Senza dubbio Dominik Windisch. Mi piace il suo atteggiamento al poligono ma proprio in generale come atleta. Alle Olimpiadi è stato bravissimo, non soltanto nella staffetta con quella volata finale, ma anche nella splendida sprint. Poi è un ragazzo molto disponibile con tutti. In estate l’ho contattato su facebook e mi ha dato consigli molto utili sul calciolo del fucile da comprare».

Anche tu, come Dominik, sei veloce in volata.

«Quest’anno ho vinto allo sprint una bellissima gara in Valdidentro, ero alle spalle di Petitjacques, mi sono convinto di potercela fare, gli ho recuperato diversi metri e l’ho battuto poi in spaccata (ride, ndr)».

Qual è il consiglio più importante che hai ricevuto?
«Mio papà mi ha sempre detto di non mollare mai perché lui credeva in me al di là del risultato. Già a inizio stagione mi aveva detto che avrei vinto la Coppa Italia e per tutta la stagione mi ha invitato a non sedermi quando vincevo o non arrendermi se le cose erano andate male».

C’è qualcuno che vuoi ringraziare al termine di questa bella stagione?
«Innanzitutto Alessandro Biarese che mi ha avviato a questo sport, come come Ezio Fiandino che per anni mi ha seguito nel Comitato ed è venuto a mancare poche settimane fa. Ringrazio poi Alessandro Fiandino, allenatore del comitato, Roberto Biarese insieme ad Amos Pepino e Rachele Fanesi che mi hanno aiutato tantissimo negli allenamenti con lo Sci Club Entracque Alpi Marittime, e infine mio papà».

Giorgio Capodaglio

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