Sci di fondo | 03 luglio 2018, 21:07

Ci scrive Sandro Pertile per rispondere a Gaia Vuerich: "Ecco la mia versione dei fatti"

L'ex direttore sportivo del settore nordico ha inviato una lettera alla nostra redazione: "Io, indipendente dai Gruppi Sportivi Militari, ero nella condizione di fare le scelte senza condizionamenti"

Foto di Flavio Becchis

Foto di Flavio Becchis

Le dichiarazioni rilasciate da Gaia Vuerich a Fondoitalia nel corso della sua intervista di addio (per rileggerla clicca qui) hanno fatto molto rumore, spingendo chi è stato chiamato in causa dall'altleta a intervenire. Per questo motivo, dopo la risposta di Giuseppe Chenetti (per leggerla clicca qui), è arrivata anche quella dell'ex direttore sportivo del settore nordico, Sandro Pertile, che ha inviato alla nostra redazione una lettera che pubblichiamo.

LA LETTERA DI SANDRO PERTILE


Non è mia abitudine utilizzare internet ed i social media per uso personale e quindi ho riflettuto a lungo se dovessi o meno replicare a quanto riportato nell’intervista a Gaia Vuerich del 23 giugno scorso.

Visto che sono stato chiamato in causa direttamente insieme a Chenetti, in quest’occasione ho ritenuto opportuno rispondere. Leggendo l’intervista mi sono reso conto che era necessario “far suonare anche l’altra campana” e quindi è per questa ragione che invio a Fondoitalia questo mio scritto.

Parto dalla convocazione ai Giochi Olimpici di PyeongChang 2018, riepilogando i fatti di quella giornata.

Domenica 28 gennaio, alle ore 21:00 italiane, scadeva il termine per la presentazione delle iscrizioni nominative per i Giochi Olimpici.
Dopo le prime valutazioni con i tecnici avevamo qualche dubbio e quindi già il 23 gennaio avevamo concordato con la Presidenza di attendere l’esito delle gare di Seefeld (previste per il 27 e 28 gennaio 2018) per definire la lista nominativa degli 8 uomini e 7 donne che avevamo deciso di convocare per i Giochi.
Il 28 gennaio, verso le 15:15, le gare di Seefeld si sono completate con la 10km skating femminile. Il nostro obiettivo era di fornire la lista dei convocati entro le 15:30 di quella giornata. E così è stato. Insieme ai tecnici Chenetti e Riva abbiamo atteso la fine e l’esito della gara femminile, ci siamo confrontati telefonicamente per chiarire gli ultimi dubbi ed alle ore 15:28 io inviavo in Federazione la lista ufficiale dei convocati.
Quello che è successo prima delle 15:28 di quel giorno non è imputabile né a Chenetti e né al sottoscritto. Purtroppo qualcosa è andato di traverso e sono uscite due liste con nomi diversi.
Quanto da me qui riportato è verificabile perché è in forma scritta, attraverso le email che sono state scambiate in quelle ore tra me e gli uffici Federali. Nessuno ha voluto penalizzare nessuno.
Purtroppo siamo incappati in una spiacevole situazione non dipendente dalla nostra volontà e dal nostro operato. Spero che sia quindi tutto chiarito e che si metta fine una volta per tutte a questa storia.

Un altro tema che mi preme toccare in queste mie poche righe è quello del rapporto con i Gruppi Sportivi Militari. Nella mia posizione di Direttore Sportivo, civile e quindi non legato con rapporti di dipendenza da nessuno di essi, ho sempre avuto l’autonomia di fare le scelte. Con i Gruppi Sportivi il rapporto è sempre stato estremamente professionale, aperto e di massima collaborazione. Nessuno di loro ha influenzato le scelte, che sono sempre state condivise con lo staff federale ed all’interno della Federazione.

Ho trovato nell’intervista poco eleganti ed irrispettosi alcuni passaggi verso i Gruppi Sportivi ed alcune allusioni ai rapporti tra di loro. Non ci sono “giochi di potere” o condizionamenti, anzi c’è massimo rispetto per le decisioni della Federazione che non possono ovviamente sempre andare bene a tutti.  I Gruppi Sportivi sono vitali per lo sport italiano ed in particolare per gli sport invernali, visto quello che mettono a disposizione in termine di tecnici qualificati e di supporto agli atleti. Non va dimenticato che pochi sono gli atleti che riescono ad essere arruolati e che, soprattutto per il rispetto per i tanti compagni che non ce la fanno ad entrare e devono anticipare ancora prima il ritiro dall’attività agonistica, chi ci riesce ha una responsabilità ancora maggiore. L’arruolamento nel Gruppo Sportivo ha garantito a Gaia un passato, un presente ed un futuro sereno dal punto di visto professionale, lavorativo e pensionistico. Uno status che sempre meno atleti possono avere.
Da parte mia un grazie a tutti i rappresentanti dei Gruppi Sportivi con i quali ho avuto il piacere di collaborare. 

L’affermazione che le ragazze presenti alle gare di Coppa del Mondo e Giochi Olimpici erano “allo sbando” non è assolutamente vera. Durante tutta la stagione per le atlete del settore femminile che arrivavano in Coppa del Mondo Paolo Riva è stato il riferimento tecnico/logistico, Einar Prucker il fisioterapista e sette tecnici materiali hanno fatto del loro meglio per garantire i migliori sci possibili. E’ vero, mancava il tecnico di riferimento delle singole atlete, ma questa è la normale situazione che vivono gli atleti provenienti dalle squadre nazionali giovanili e/o direttamente dai Gruppi Sportivi Militari. Non è possibile portare alle competizioni i propri tecnici, la Federazione ha un suo staff a disposizione di tutti gli atleti, indipendentemente da dove provengano.

Concludo con l’ultima osservazione relativa alla frase "a guidare la nostra disciplina dovrebbero mettere delle persone al di fuori dei corpi sportivi che non possano essere condizionati nelle scelte da essi e dagli atleti più importanti”.

Confermo che nella mia posizione di indipendenza dai Gruppi Sportivi Militari ero nella condizione di fare le scelte senza condizionamenti, inclusa la citata convocazione per il Tour de Ski. Ma, soprattutto, vorrei che fosse ben chiaro che qualsiasi scelta e convocazione è stata ponderata, riflettuta e condivisa all'interno del gruppo dei tecnici, valutando le caratteristiche e la condizione tecnico/agonistica dell'atleta, la tipologia di gara, il format, la tecnica e le caratteristiche del percorso. Nell’ultimo biennio e soprattutto nell’ultima importante stagione olimpica, si è cercato sempre di portare un'atleta in più anziché una in meno. Abbiamo cercato di supportare gli atleti e non di penalizzarli.  Tutto è stato finalizzato al valorizzare gli atleti.

Infine, visto che non ho avuto la possibilità di farlo pubblicamente, colgo questa opportunità per ringraziare il Presidente, il Consiglio Federale, la Segretaria Generale, tutto il personale FISI (in particolare Luisa ed Antonella), lo staff medico, gli sponsor, i partner ed i cuochi delle nostre squadre nazionali. Grazie anche a tutti i tecnici e gli atleti per il lavoro condiviso nei quattro anni appena trascorsi. Grazie a tutti per la collaborazione.

 

 

Redazione

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