Biathlon | 10 settembre 2018, 10:53

Mass start a 60 e frazioni libere nelle gare miste. È questo il futuro del biathlon?

Le novità annunciate dall'Ibu riguardo l'avvenire della disciplina fanno inarcare il sopracciglio e destano parecchie perplessità.

Pentaphoto

Pentaphoto

Oltre ad assegnare i Mondiali di biathlon 2021 a Pokljuka e quelli 2023 a Oberhof, l’Ibu ha preso altre decisioni in merito al futuro del biathlon. Andiamo a vedere quali sono le principali.

In caso di condizioni meteo proibitive, come pioggia, temperature molto alte o fitta nevicata, si potrà decidere di ridurre il chilometraggio delle individuali a 15 km per gli uomini e 12,5 km per le donne. Nel caso venga fatta questa scelta, che dovrà comunque essere comunicata il giorno prima della gara, la penalità per ogni errore verrà abbassata a 45” anziché un minuto.

In Ibu Cup verrà sperimentata una mass start a 60 partecipanti, anziché i 30 consueti. Ufficialmente non sono stati comunicati i dettagli relativi al nuovo format, ma affinché tutti possano sparare al poligono si ipotizza questa soluzione: anziché disputare cinque giri sulla stessa distanza come avviene ora (3 km per gli uomini, 2,5 km per le donne) le prime due tornate verrebbero  dimezzate e gli atleti fatti sparare a turno. Quindi in trenta affronterebbero il poligono dopo il primo giro e gli altri trenta dopo il secondo. Dopodiché si assume che i distacchi siano ampi a sufficienza da permettere di sparare senza problemi a tutti, come avviene negli inseguimenti.

Verrà concessa flessibilità riguardo il sesso del primo frazionista nelle gare miste”. Questa fumosa formula fa nascere delle enormi perplessità. Partiamo dalla single mixed, o gare a coppie.

Attualmente l’ordine delle frazioni è donna-uomo-donna-uomo. Dare flessibilità riguardo il primo frazionista significa permettere di invertire l’ordine delle frazioni, quindi uomo-donna-uomo-donna?

Perché mai una nazione dovrebbe farlo, dato che nell’ultimo segmento bisogna percorrere un giro in più? Invertire la sequenza significherebbe partire con un handicap tra i 30” e i 40” rispetto a chi si presenta con l’ordine classico.

Oppure “concedere flessibilità” significa permettere di usare la sequenza uomo-donna-donna-uomo. In questo caso però vi sarebbe un cambio in meno, poiché la biathleta non può certo dare il cambio a sé stessa a metà competizione.

La situazione è ancor più incomprensibile per quanto riguarda la staffetta mista a quattro frazionisti, dove le distanze da percorrere sono differenti tra uomini e donne! Infatti i maschi gareggiano sui 7,5 km, mentre le femmine su 6 km. Cosa significa questa novità? Che se una nazione dovesse presentarsi con l’ordine uomo-donna-donna-uomo, allora in prima e terza frazione si vedranno i maschi effettuare un percorso diverso rispetto alle donne, allungando il proprio giro di 500 metri? Oppure questo presuppone una riforma del format, con equiparazione delle distanze? Per ora, mistero.

Verrà poi innalzata di un anno l’età in cui sarà possibile gareggiare nella categoria junior e in quella youth. Di conseguenza i ragazzi e le ragazze passeranno di categoria un anno più tardi rispetto a quanto avviene ora.

Inoltre si prevede di garantire un posto nominale nella prima tappa di Coppa del Mondo al vincitore della classifica generale di Ibu Cup della stagione precedente.

Infine il “miglior junior” dei Mondiali di categoria avrà un posto nominale nell’ultima tappa di Coppa del Mondo. Come stabilire questo “miglior junior”? Non è ancora dato a sapersi, ma probabilmente sommando i punti ipotetici conquistati nelle competizioni disputate.

Insomma, si attendono lumi in merito a queste novità superficialmente annunciate tramite slides. Per il momento l’impressione è che le nuove idee oltre a essere poche siano anche confuse.

Francesco Paone

Ti potrebbero interessare anche: