Sci di fondo | 05 gennaio 2019, 19:05

A Fondoitalia le parole di Caterina Ganz dopo il 15° posto in Val di Fiemme

La trentina ha ottenuto il suo miglior risultato proprio sulla pista dove è cresciuta: "Sono contenta, perché erano presenti tante persone a me care e il loro sostegno mi ha fatto sentire meno la fatica"

Foto Fisi

Foto Fisi

È arrivato proprio in Val di Fiemme, su quella pista di Lago di Tesero dove è cresciuta come fondista, a pochi chilometri da Moena e la sua Val di Fassa, il miglior risultato in carriera di Caterina Ganz. La trentina delle Fiamme Gialle, classe 1995, vincitrice due anni fa dell’Opa Cup, ha ritrovato quelle certezze che cercava e soprattutto la giusta condizione fisica dopo l’infortunio al piede che l’ha fermata a inizio stagione. Ganz è giunta quindicesima, dopo aver fatto tutta la gara nel secondo gruppo, conquistando dei punti preziosi in Coppa del Mondo e regalando alla nazionale femminile italiana l’ennesimo risultato positivo in questa stagione.

Contattata dalla redazione di Fondoitalia, la trentina ha descritto le emozioni vissute nel corso della 10km in classico di Tesero.

Ciao Caterina. Hai ottenuto il tuo miglior risultato in Coppa del Mondo, un bel quindicesimo posto, proprio sulla pista di casa; immaginiamo tu sia molto soddisfatta di questa prestazione.
«Non pensavo di arrivare così avanti. Avevo degli sci perfetti, la pista mi piaceva ed ero anche in buone condizioni fisiche, perché nel corso di questo Tour de Ski mi sono sentita ogni giorno meglio. Sono proprio contenta di questo risultato, anche perché c’era tanto tifo che mi ha permesso di sentire meno la fatica. È stato importante perché questa è la pista più dura che conosca, ho fatto fatica ed è stata una gara tosta ma ho tenuto duro».

Insomma c’erano tante persone a sostenerti.
«Si, c’era quasi tutta la mia famiglia. Purtroppo non erano presenti le mie sorelle, ma c’erano i loro fidanzati. Con loro erano presenti i miei genitori, il mio fidanzato, i suoi e i miei amici. È stato proprio bello gareggiare davanti a loro, anche perché quando ero in salita a volte nemmeno sentivo il mio respiro da quanto era alto il volume delle loro urla (ride, ndr)».

Se torni indietro e pensi a quando, da bambina, sognavi di gareggiare in Coppa del Mondo sulla pista di casa con tutti i tuoi cari a sostenerti, cosa provi?
«Mi dà tanta forza pensare che i miei parenti e tante persone per me importanti siano orgogliose di me. Qui avevo già fatto il mio primo Mondiale Juniores e fu un’emozione pazzesca. Oggi è stato ancora più bello, sono contenta e orgogliosa di essere arrivata a questo punto. Da qui devo migliorare ancora, crescere, migliorare le mie lacune e fare il salto di qualità. Se penso a quando ho iniziato a sciare e mi vedo oggi chiudere quindicesima in Coppa del Mondo su questa pista, per una volta mi faccio i complimenti. Però non mi accontento, i miei obiettivi sono ben più alti».

A Oberstdorf, nei primi chilometri, ti eri anche affacciata nelle posizioni di testa, oggi invece hai dato l’impressione di aver fatto una partenza più controllata.
«Le gare che vanno male sono importantissime perché ti insegnano tanto e soltanto gareggiando con continuità puoi imparare, soprattutto in queste gare dove sei fianco a fianco con le più forti. A Oberstdorf mi sentivo bene, tenevo sulla salita e mi sono fatta avanti, ci ho provato. In quel momento mi è sembrato di dover saltar fuori, poi le cose sono andate come avete visto. Oggi sono partita più indietro, così ho fatto fatica a portarmi subito avanti. Poi conosco bene questa pista, so che è durissima e se vai fuori giri la gara diventa lunghissima e puoi prendere una severa lezione. Mi sono detta di essere il più costante possibile, probabilmente in alcuni tratti ne avevo anche di più ma ho scelto di restare sul mio ritmo e non correre rischi, perché non volevo scoppiare. Sono contenta di come ho gestito la gara e ho avuto un buon finale. Ho pure visto che riuscivo a tenere bene i ritmi quando ero lì con il gruppo. Sono felice, anche perché ho fatto emozionare un sacco di persone a me care. Inoltre oggi era presente anche il Comandante della Guardia di Finanza, quindi mi ha fatto ancora più piacere tirar fuori questa prestazione».

Domani il Cermis; ti mette un po’ paura questa dura salita?
«No, domani nuovamente a tutta e vediamo come va (ride, ndr). Non mi spaventa, sarà dura per tutte. Io darò il massimo per finirla nel miglior modo possibile. Per me è una novità e non so cosa mi aspetta»

Giorgio Capodaglio

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