- 15 gennaio 2019, 10:00

BERSAGLIO MOBILE - Puntata 4 "Sarà difficile scalzare le due italiane da dove sono ora"

Il quarto appuntamento stagionale della rubrica sul massimo circuito del biathlon curata con René Laurent Vuillermoz si sofferma su quanto avvenuto a Oberhof e quanto potrà accadere nelle prossime settimane.

BERSAGLIO MOBILE - Puntata 4 "Sarà difficile scalzare le due italiane da dove sono ora"

La tappa di Oberhof, la prima dell’anno solare 2019, è andata in archivio.

In campo femminile Lisa Vittozzi ha ruggito per la prima volta in carriera, trovando un’autoritaria doppietta sprint-inseguimento. Fra gli uomini, invece, Johannes Bø continua a dettare legge nonostante la forte concorrenza di Alexander Loginov e di un Martin Fourcade che sembra sulla via del pieno recupero.

Andiamo dunque a sentire le impressioni di René Laurent Vuillermoz in merito a quanto visto in Turingia, nonché in vista di quanto potrebbe avvenire nelle prossime settimane.

 

Non si può non iniziare da Lisa Vittozzi, perché la doppietta di Oberhof profuma tanto di nascita di una nuova stella.
“Malgrado non si gareggiasse in uno dei suoi posti preferiti, è riuscita a realizzare quelle performance che lei cercava da tempo e in tanti avevano previsto. Attenzione però, adesso non bisogna pretendere sempre il podio. D’altronde nonostante la pista di Oberhof non le piaccia, è sicuramente adatta alle sue caratteristiche, perché quel salitone così lungo e la nuova variante prima dell’arrivo le hanno permesso di fare la differenza grazie alla sua tecnica di sciata. Vedremo come si comporterà a Ruhpolding, dove per lei credo sarà più complesso vincere. Lì c’è un poligono facile in cui vedremo velocità di esecuzione che probabilmente Lisa non è ancora pronta a fronteggiare. Per questa ragione l’impianto bavarese potrebbe essere più adatto a Dorothea”.

Hai introdotto l’argomento Wierer. Resta leader della classifica generale di Coppa del Mondo. C’è chi ha parlato di “calo”, ma se invece lei fosse rimasta allo stesso livello di dicembre e invece siano cresciute le altre?
 “Guarda, Dorothea era in gran forma a dicembre. Anche se si è trattato di un calo, può essere fisiologico e ci può stare. Comunque è sempre lì, perché magari avrà relativamente bucato la sprint, però si è rifatta nell’inseguimento. Secondo me da Ruhpolding può ritrovare lo standard di dicembre e magari chiudere gennaio in bellezza ad Anterselva, dove però avrà addosso più pressione del consueto, visto che vi sarà molta gente ad attendere risultato dalle nostre due big”. 

Big azzurre che sono prima e seconda nella generale dopo le difficoltà di Fialkova in quel di Oberhof. Pensi sia tornata nei ranghi dopo un dicembre stratosferico, oppure abbia effettivamente cambiato dimensione e quello della Turingia sia stato un passaggio a vuoto?
“Oberhof, presa singolarmente, non fa mai molto testo. Aspettiamo Ruhpolding per capire la situazione”.

A proposito di classifica generale, Anais Chevalier è in silenziosa ma inesorabile rimonta. Ha faticato nelle prime due gare, ma il suo rendimento dalla terza competizione stagionale in poi è stato comparabile a quello di Wierer e Vittozzi. Può essere una contender credibile per la Sfera di cristallo?
“Effettivamente è andata in crescendo e sta disputando una stagione di grande consistenza. Sinceramente per la Coppa del Mondo la vedo meno competitiva rispetto a Dorothea e Lisa, perché non credo possa avere la stessa regolarità al tiro. Le italiane stanno bene e sono in fiducia. Sarà difficile scalzarle da dove sono ora”.

Allarghiamo il discorso alle altre italiane. Cosa possiamo dire di loro?
“Si è vista una gran bella sprint di Fedy e Nicole. Alexia invece continua a fare tanta fatica e ormai sono due inverni che la situazione è la medesima. È un peccato perché potrebbe essere una buona atleta in grado di dare grandissime garanzie in ottica staffetta. A proposito di staffetta, quella di Oberhof è stata una gara dove è veramente girato tutto storto a quasi tutte. Quasi quasi mi viene da dire che sia stato meglio vedere le situazioni negative concentrarsi tutte in un’unica volta anziché presentarsi a turno nelle prossime prove”.

Spostiamoci in campo maschile. L’impressione è che nulla sia cambiato rispetto al mese scorso, con l’eccezione di Martin Fourcade apparso generalmente più competitivo rispetto alla sua versione dicembrina.
“Effettivamente c’è poco da dire, la falsariga è sempre la stessa. Johannes Bø è fortissimo, ma non credo che Martin abbia già alzato bandiera bianca nella corsa alla classifica generale. Non sarebbe da lui e, nonostante stia dando priorità a ritrovare stabilità psicologica e fisica, secondo me nella sua testa non ha ancora abbandonato l’idea di vincere la Sfera di cristallo. Mission (quasi) impossible, ma i grandi campioni come lui non si arrendono così presto”.

Chi invece sogna sicuramente di vincere la Sfera di cristallo è Alexander Loginov, il quale – al di là del passato – era atteso a questi livelli sin dalle competizioni in età juniores.
“Loginov non è una novità. Il suo trascorso lo conosciamo, però ha pagato la sua pena e se adesso è qui è giusto che corra ed eventualmente vinca”. 

Si meriterebbe due parole anche Simon Desthieux, il quale è silenziosamente quarto nella classifica generale nonostante non sia ancora salito sul podio.
“È sempre lì, sornione, e gli manca veramente poco per fare quel salto di qualità definitivo che pensavo avesse raggiunto con l’oro olimpico nella staffetta mista. In generale vedo bene tutti i francesi. Oltre a lui anche Guigonnat e Fillon Maillet sono sempre molto presenti anche se si notano poco. Veramente una squadra molto solida”.

Non si può dire altrettanto della Germania, che non riesce ad andare oltre ad alcuni exploit come quello di Peiffer nell’inseguimento.
“Sono particolarmente stupito in negativo dai tedeschi. Parlo sia dei maschi che delle donne. Non è più la Germania di una volta e stentano. È davvero strano il buco in cui sono finiti. Però su di loro manterrei una riserva fino al termine della stagione. Aspettiamo i Mondiali, perché se come a Kontiolahti 2015 e Hochfilzen 2017 macineranno medaglie su medaglie, allora bisognerà solamente stare zitti e inchinarsi”.

Capitolo Italia. Il podio di Hofer era nell’aria sin dall’esordio di Pokljuka e finalmente ha chiuso il cerchio a Oberhof.
“Sono contento per lui, se lo merita per la sua professionalità. Sta disputando una grandissima stagione, ma purtroppo si deve confrontare con dei mostri, quindi non è affatto semplice salire sul podio. Secondo me Ruhpolding non è un contesto adattissimo alle sue caratteristiche, ma non dimentichiamoci che fra due settimane c’è una tappa dove ha sempre fatto molto bene”.   

Ogni medaglia ha il suo rovescio e, Hofer a parte, la squadra maschile azzurra non esce benissimo da Oberhof.
“Spesso Oberhof è stata una trasferta un po’ ostica. Però quanto dici è vero e persino Windisch continua a fare fatica per i suoi standard, anche se rimango dell’idea che possa sbloccarsi da un momento all’altro. Invece sono mancati Bormolini, Chenal e Montello. Bisogna essere franchi, si tratta di atleti non più giovanissimi e un paio di loro hanno già una certa esperienza in Coppa del Mondo. Questo è il momento della loro carriera in cui bisogna iniziare a raccogliere, anche perché dietro si inizia a vedere qualcosa in Ibu Cup. Però al riguardo vorrei fare una riflessione generale sulle nostre seconde linee”.

Prego, vai pure.
“Al di là dei buoni risultati ottenuti in Ibu Cup e Alpen Cup, trovo preoccupanti i distacchi accumulati sugli sci. C’è poco da dire, nella componente fondo siamo lontani. Forse è un momento storico un po’ così, però è innegabile che si faccia fatica sugli sci stretti”.

A proposito di Ibu Cup, è arrivata anche una sesta piazza per Irene Lardschneider. Anterselva si avvicina e, almeno nella tappa di casa, non sarebbe un’idea riempire appieno il contingente? È vero che i Mondiali juniores incombono, però non potrebbe essere un bel premio per i giovani più meritevoli a livello cadetto?
“Partiamo dal presupposto che io il contingente lo riempirei quante più volte possibile. Soprattutto quando si hanno tappe di Ibu Cup e Coppa del Mondo geograficamente vicine ed è quindi semplice effettuare cambi. Quindi secondo me promuovere Irene e/o un giovane potrebbe essere un bel segnale, nonché un buonissimo allenamento in ottica Mondiali junior. Rompere il ghiaccio con la Coppa dl Mondo in casa creerebbe un piccolo evento stressante prima del grande appuntamento stagionale. In questo modo si farebbe palestra anche dal punto di vista di gestione della pressione psicologica. Vedremo quello che succederà e se i tecnici hanno sinora effettuato determinate scelte è perché sono bravi e sanno quello che fanno”.

Francesco Paone

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