Sci di fondo | 07 febbraio 2019, 15:04

Fondo - Elisa Brocard riparte dall'OPA Cup: "Sto facendo di tutto per ritrovare la miglior condizione"

La valdostana è tornata da poco alle gare dopo la brutta influenza che l'ha fermata dopo Natale: "Ci vuole pazienza e fiducia, ci stiamo allenando bene e stiamo facendo quanto è meglio secondo noi in questo momento"

Foto di Michele Gaspari e Davide Colli

Foto di Michele Gaspari e Davide Colli

Nel weekend sarà impegnata a Planica, in OPA Cup, alla ricerca di quelle sensazioni positive che l’avevano spinta a fine dicembre ad ottenere la sua prima top ten in Coppa del Mondo nella sua carriera, giungendo decima nella 10km in skating di Davos. Dopo la Svizzera, Elisa Brocard fece poi altre due belle prestazioni a Valdidentro in Opa Cup, prima di essere colpita, come quasi tutte le sue compagne di squadra, da una brutta bronchite che l’ha debilitata proprio a pochi giorni dal Tour de Ski, al quale ha provato ugualmente a partecipare.

Dopo un periodo di stop Elisa Brocard è tornata a gareggiare soltanto da due settimane, prima con una piccola gara regionale poi negli Italiani di Cogne, in occasione dei quali, come previsto, non ha trovato le belle sensazioni di dicembre. Alla vigilia di Planica, quando mancano quattordici giorni al via del Mondiale di Seefeld, l’abbiamo contattata per sentire come sta dal punto di vista fisico.

Ciao Elisa. Sei tornata a gareggiare dopo un periodo di stop: quali sono state le tue sensazioni in occasioni degli Italiani di Cogne?
«Purtroppo non ho avuto delle belle sensazioni, ho fatto tanta fatica nella sprint e soprattutto nella 10km in classico, dove a una pista dura con neve lenta si è sommata pure la mia condizione non ottimale. Ma non devo abbattermi, so che in questo momento le cose vanno così, quindi io devo solo continuare ad allenarmi al meglio, sperando di ritrovare la miglior condizione. Sicuramente non ho le sensazioni che avevo a inizio dicembre, però so che adesso devo conviverci e sperare di migliorare giorno dopo giorno».

Dopo il decimo posto a Davos, avevi dominato la 10km in skating di Isolaccia dando per esempio anche un buon distacco a Hennig, che dopo quella gara ha fatto tre top ten in Coppa del Mondo; quanto ti dispiace essere stata fermata proprio nel tuo momento migliore?
«Certamente molto perché quella brutta influenza è arrivata proprio in un periodo nel quale stavo molto bene. Ero consapevole di avere un’occasione molto buona al Tour de Ski perché ero in grandi condizioni fisiche ed erano assenti pure alcune big. Poi certamente il mio vantaggio su Hennig a Isolaccia lascia il tempo che trova, perché magari lei da allora è cresciuta di condizione, ma in ogni caso quel risultato conferma che stavo proprio bene. La delusione per come sono andate le cose è tanta e con il senno di poi, probabilmente, avremmo potuto fare scelte diverse, ma dirlo oggi è troppo facile».

A una settimana dalla tappa di Coppa del Mondo a Cogne, riparti dall’OPA Cup gareggiando a Planica.
«In questi giorni cercherò qui in Slovenia più le sensazioni del risultato. In questo momento le gare sono il mio miglior allenamento. Spero di ritrovare il piacere della fatica, la capacità di gestirla aumentando il ritmo nel corso della gara, una cosa che a Cogne non sono riuscita a fare, anzi sono calata. Ovviamente non sono stupita di come sia andata la scorsa settimana, so che oggi non posso pretendere di avere le sensazioni di inizio dicembre. Sto facendo di tutto per ritrovarle, ci vuole pazienza e fiducia, ci stiamo allenando bene e stiamo facendo quanto è meglio secondo noi in questo momento. Ci vuole tempo, anche se purtroppo non ne abbiamo più moltissimo, ma altro non posso fare. Mi auguro però di avere sensazioni migliori rispetto a Cogne e vedere che la condizione sta arrivando».  

A proposito di Cogne. Anche se non sarai ancora al cento per cento, quanto sarà emozionante per te gareggiare nella tua Valle d’Aosta?
«Tantissimo, anche perché proprio a Cogne feci il mio esordio in Coppa del Mondo e gareggiare sulle nevi di casa è sempre bello. Sono contenta che la Coppa del Mondo sia tornata in Valle d’Aosta dopo diversi anni e mi auguro non si tratti soltanto di un evento occasionale ma che possa trovare una sua continuità».

Ora che l’hai provata, puoi parlarci della pista che ospiterà tra una settimana la Coppa del Mondo?
«La pista è inedita, tanto che in passato non mi sono mai allenata su quel giro, perché soltanto la prima parte del percorso è quella classica, mentre quella bassa è stata fatta apposta per la Coppa del Mondo. Ovviamente aver avuto l’opportunità di gareggiare su questo giro ai Campionati Italiani, ci ha permesso di avere un’idea delle difficoltà e dell’impegno che ci vorrà. A un primo impatto la pista non sembra dura, perché non ci sono dei grossi dislivelli, ma proprio per questo, invece, in gara abbiamo visto che si fa molta fatica. Soprattutto nel transito, quando si è sulla parte più bassa della pista e si torna nella zona stadio, perché lì il giro ricomincia andando sul punto più alto. Si tratta di salite sciabili e lunghe all’inizio, dopo le quali c’è anche una discesa che porta verso la parte bassa, durante la quale c’è la possibilità di recuperare un poco ma non molto. Dipenderà molto dalla velocità della neve, perché se è lenta come agli Italiani, allora diventerà molto dura in quanto a risalire ci sono diversi falsipiani e soltanto lo stato della neve ci permetterà di capire se farli a spinta o in alternato. Inoltre non ci sono discese che ti permettono di recuperare moltissimo, anche perché nell’ultima parte ci sono diverse curve nelle quali devi sempre stare attivo con le gambe».

Nel periodo in cui tu e alcune tue compagne siete state assenti, sono arrivati i risultati positivi di Caterina Ganz; è per voi la conferma che il lavoro fatto con la squadra è quello giusto?
«Si, sicuramente si è vista fin qui una crescita globale della squadra e spero si continui così perché la stagione è ancora lunga. I risultati hanno dato tanta fiducia a noi ma anche ai tecnici che hanno ricostruito questa squadra e ai quali queste prestazioni stanno dando ragione»

Giorgio Capodaglio

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