Sci di fondo | 16 febbraio 2019, 17:17

Fondo - Federico Pellegrino: "È stato incredibile, i tifosi mi hanno trasmesso tanta energia"

Le dichiarazioni del poliziotto valdostano dopo la splendida vittoria conquistata davanti ai propri tifosi: "Ai Mondiali Klæbo sarà l'atleta da battere, è il migliore, ma ora anche lui sa che io sono pronto"

Fondo - Federico Pellegrino: "È stato incredibile, i tifosi mi hanno trasmesso tanta energia"

È stata una festa per Federico Pellegrino a Cogne, dove ha conquistato la sua seconda vittoria stagionale, imponendosi nella sprint in skating davanti a De Fabiani e Chanavat, per una straordinaria doppietta italiana.

L’azzurro sapeva che tutti si aspettavano la vittoria oggi e non ha voluto deludere i suoi tifosi, regalandogli un successo addirittura epico dopo la rottura del bastoncino nella prima parte della finale.

«È stato incredibile – ha affermato Pellegrinodue notti fa avevo sognato questa vittoria, ricordo ogni cosa e non c’era così tanta gente. Quindi è stato meglio del sogno. Ho preparato molto bene questa gara, siamo stati qui due settimane fa per gli Italiani e vi abbiamo anche effettuato qualche giorno di raduro. Sapevo fin dall’inizio, quindi, che sarebbe stata una gara difficile, complicata da interpretare, perché la prima parte è quella più dura, mentre il finale è più tattico. Mi sono sempre augurato che qualcun altro prendesse la testa sul duro ed è quanto è accaduto in tutte le batterie: nei quarti Ustiugov, in semifinale Kennedy e in finale quindi De Fabiani. In finale ho avuto anche quel problema con il bastoncino, ma mi ha solo dato più adrenalina, perché quando ho visto lo stadio mi sono detto che non potevo perdere davanti a questo pubblico e ho tirato fuori ancora più energia grazie ai miei tifosi».

Pellegrino ha quindi parlato dell’episodio con Ustiugov nei quarti di finale, quando involontariamente l’azzurro, che l’aveva già superato, ha toccato le punte del russo finito poi a terra. Dopo la squalifica di Dresda si è temuto per qualche minuto che i giudici potessero intervenire anche oggi, ma per fortuna non è accaduto. «In quella parte della gara ero dietro a Ustiugov, quindi ho pensato di prendere la posizione passando all’interno, una volta che io ero davanti a quel punto doveva essere lui a fare attenzione a cosa facevo. Dopo quanto è accaduto a Dresda mi sono studiato bene il regolamento, anche se non sono d’accordo su alcune regole. Sapevo che dopo la gara avrei dovuto aspettare il giudizio dei giudici, che questa volta non sono intervenuti ritenendo che io non abbia infranto alcuna di queste regole».

Pellegrino ha quindi spiegato quanto sia stato importante, in ottica Mondiale, ricevere oggi tutto questo affetto da parte della gente: «Oggi era difficile concentrarsi, ma avevo bisogno di questa energia da parte della mia gente. Anche a Seefeld verranno un centinaio di persone dalla nostra Valle d’Aosta e migliaia saranno a casa a tifare per me. Sento quindi la responsabilità di dare tutto quello che posso e questo è il mio obiettivo per il Mondiale. Poi se arriverà una vittoria sarò felice, se perderò sarò dispiaciuto, ma l’importante sarà essere consapevole di aver dato tutto. Tutti noi sappiamo che Klæbo è l’atleta da battere, oggi è il migliore, ma anche lui ora sa che sono pronto e non sarà facile».

Ovviamente davanti ai suoi tifosi, nella sua Valle d’Aosta, per una volta anche Federico Pellegrino ha sentito un po’ la pressione di dover vincere a ogni costo: «Ho vinto tanto in carriera, in questa stagione sono spesso arrivato alle spalle di Klæbo che oggi era assente, non perché non avesse voglia ma per paura della quota, quindi sapevo che questa era una gara da vincere. Per una volta ho sentito un po’ di pressione, non mi era mai successo di patirla, invece due sere fa non ho dormito tanto bene, io che di solito prendo sempre sonno tranquillamente. Poi ti svegli al mattino, apri la finestra e vedi che già alle 8,30 è pieno di gente che ti aspetta, magari qualcuno ti riconosce anche mentre sei in balcone. È stata una sensazione strana, ma adesso che la gara è finita e il risultato è stato questo, posso dire che è stata un’emozione bellissima. Questa gara rappresentava per me un altro allenamento in vista del Mondiale e avevo bisogno di vincere perché farlo significava per me essere pronto sia dal punto di vista fisico sia tattico. Così è stato e come avevo detto spesso in questi giorni, avevo anche bisogno di tutta questa energia. Lo sci di fondo in Valle d’Aosta e in Italia ha ancora il suo appeal – ha proseguito Pellegrinooggi ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione. La FIS commetterebbe un errore se nei prossimi anni non dovesse prevalere la linea di farci disputare sempre più gare in località dove tanti tifosi accorreranno a seguire i propri beniamini. Mi auguro che tutto il lavoro fatto per mettere in piedi questa gara, nonostante tutte le vicissitudini di cui si è parlato in questi mesi, possa portare a nuove repliche di questo evento in futuro. Sarebbe una bellissima cosa se altre giornate così venissero regalate sia ai tifosi valdostani che a noi atleti».

Infine Pellegrino è ha parlato della tattica utilizzata in finale e dei problemi con il bastone. «In finale erano presenti due outsider: uno era De Fabiani, l’altro lo svedese Grate. Per me Francesco, però, non era tale, lo conosco bene, è un atleta che man mano si va avanti coi turni diventa sempre più forte. Conoscendo, comunque, tutti i miei avversari, avevo l’idea di portarmi subito avanti e aspettare che qualcuno attaccasse sul duro, altrimenti l’avrei fatto io. Se nessuno fosse partito in salita, l’avrei fatto io in discesa soltanto di gambe rischiando qualcosa per via della scia, ma per come era impostato il tracciato e ipotizzando il boato dello stadio, ho pensato fosse questa la tattica giusta. Defa invece è scattato e in quel momento mi si è sfilato il bastone. Non ho però pensato che la gara fosse finita, perché eravamo partiti forte e i reduci della seconda semifinale erano già stanchi. Ho quindi cercato solo di arrivare il più in fretta possibile dal tecnico che era già pronto con il bastone di riserva. Quando l’ho infilato nella mano, ho sentito che era più o meno della mia stessa altezza, una cosa non scontata e mi sono detto di restar calmo perché c’era ancora tempo e di andare a vincere la gara»

G.C.

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