Notizie | 05 marzo 2019, 21:00

“Sasha” Bolshunov: l’anti-Klæbo che sta facendo collezione di argenti

Conosciamo da vicino il ventiduenne fondista russo che assieme a Klæbo ha caratterizzato le ultime due stagioni del fondo pur senza mai riuscire ad occupare il gradino più alto del podio fra Mondiali ed Olimpiadi.

Courtesy : G.C.

Courtesy : G.C.

Quando lo scorso aprile a Syktyvkar, in Siberia, durante i campionati nazionali russi di fine stagione venne chiesto a Bolshunov di dare un giudizio sull'inverno appena terminato, il ventiduenne rispose in maniera tanto sintetica quanto esplicativa ed in linea con il carattere che lo contraddistingue: “È stata solo una stagione normale per me“.

Una "stagione normale" includeva ben quattro medaglie ai suoi primi Giochi Olimpici di Pyeongchang. Tre argenti ed un bronzo conquistati in Corea del Sud dal timido ragazzo russo che gli sono valsi l’invito del Presidente Russo Vladimir Putin al Cremlino per la celebrazione dei medagliati, una macchina nuova, un lauto premio in rubli ed una villetta brand new nella sua nuova città di Tyumen.

Dietro quella definizione di "stagione normale" per Bolshunov vi era soprattutto il "solo" argento conquistato nella 50 km dietro Iivo Niskanen.

Proprio quel secondo posto non era ancora stato digerito dal talentuoso fondista russo. Sapeva di essere in grande forma quel giorno e di poter battere Niskanen, ma fin dai primi chilometri sentiva che gli sci non collaboravano come lui voleva. Aggiungiamoci un’errata scelta tattica nell’effettuare il cambio di materiali mentre il finlandese letteralmente volava negli ultimi dieci chilometri con sci freschi e performanti fin sulla linea d’arrivo.

A differenza degli altri argenti, Bolshunov visse quello della 50 km olimpica come un oro mancato. “Ho concesso l’oro a Niskanen per una mia mancanza di conoscenza. Non ho avuto informazioni sufficienti sul tipo di sci da utilizzare nel cambio materiali. Anche il mutare delle condizioni meteo nel finale ha complicato le cose. La mia forma era veramente buona. Dopo la malattia di metà gennaio credo per me sia stato positivo non andare ai Mondiali under 23 e recuperare al meglio per le Olimpiad. Mi rimangono rimpianti per quella 50km olimpica che invece non ho per il secondo posto qui a Seefeld, dato che fino a domenica mattina nemmeno era nei miei programmi“.

Dichiarazioni sempre molto parche per un ragazzo timido , riservato e spesso molto silenzioso che preferisce rispondere e sentirsi a proprio agio con la propria lingua madre. Molto introverso e tranquillo al di fuori delle gare, ma veloce ed estremamente persistente su ogni anello innevato del fondo.

Alexander Aleksandrovic Bolshunov, “Sasha “ per gli amici, nasce ventidue anni fa nella piccola cittadina di Podyvot’ye nella regione di Brjansk. Incastonata all’estremo confine russo con Ucraina e Bielorussia, 400 km a sud ovest di Mosca, prima di dare i natali al nuovo zar del fondo russo era solamente nota in patria come centro per la lavorazione dell’acciaio e per aver portato alla ribalta cosmonauti ed architetti ex-sovietici.

Papà Aleksander senior e’ stato il primo allenatore di “Sasha” fin dai tempi dell’infanzia. Fin da subito ha trasmesso al figlio la propria passione per lo sci di fondo realizzando accanto alla propria casa una pista da sci per le prime uscite e gli allenamenti. Il padre voleva che anche il figlio avesse la sua stessa passione e dopo i dieci-dodici anni vedendo di persona quanta energia Alexander Junior metteva nelle prime garette fra ragazzini decise di alzare l’asticella fissando nuovi obiettivi per il figlio. Col passare degli anni arrivarono in breve le prime affermazioni regionali e da junior una certa notorietà fra gli addetti ai lavori sul territorio russo.

Nel 2016 inizia la sua carriera internazionale disputando i Mondiali Junior a Rasnov.

Sui prati “innevati” di Romania si scontra per la prima volta con il coetaneo Johannes Høsflot Klæbo che nella landa del Conte Dracula si rivela al mondo intero con le tre medaglie d’oro.

Bolshunov inizia in Romania il personale abbonamento agli argenti arrivando con la sua staffetta dietro alla Norvegia. Nel 2017 i due ori (15km free e skiathlon) ai Mondiali under 23 di Soldier Hollow , lanciano il giovane talento russo anche a livello internazionale. L’exploit americano gli garantisce anche la selezione per i Mondiali senior di Lahti  2017 dove ottiene un buon 15° posto nello skiathlon d’esordio.

Il resto è storia recente con le quattro medaglie conquistate a Pyeongchang e la prima vittoria in Coppa del Mondo del marzo scorso nella 15km mass start di Falun .

Dal Nordic Opening di Ruka, in particolare nella prima sprint di stagione col rilassamento anticipato di Klæbo, è incominciata con il coetaneo norvegese una rivalità che sembra destinata a durare anche nei prossimi anni, ma che al momento lo vede soccombere sia in termini di medaglie pregiate fra Mondiali ed Olimpiadi, nonché di vittorie in Coppa del Mondo e di Sfere di cristallo generali.

In mezzo a tutto questo turbinio di risultati, competizioni, esperienze, trasferte e rivalità, gli ultimi due anni per Bolshunov sono caratterizzati dal trasferimento dalla natia Podyvot’ye a Tyumen in Siberia. Tyumen e’ anche la località di Anastasia Kuzmina e del fratello Anton Shipulin col quale Alexander ha anche svolto degli allenamenti comuni in passato. A riferimento di questo a Bolshunov e’ stato più volte chiesto di un suo eventuale passaggio al biathlon. Fermo però e’ il suo pensiero a riguardo: “Io sono capace anche di sparare, ma non voglio cambiare il mio sport. Ho il desiderio di vincere ancora molti trofei e medaglie nello sci di fondo dove sento di potermi migliorare ancora molto“.

Nel cambiare ambiente di lavoro Alexander è entrato nei team Nazionali russi che fanno capo al coach tedesco Marcus Cramer. Nel sistema fondistico ex-sovietico, Bolshunov è parte, assieme a Chervotkin, Spitsov, Nepryayeva e alla sua ragazza Anna Zherebyateva, del gruppo che fa riferimento al suo coach ai tempi degli junior Yuri Borodavko.

Borodavko segue sempre Sasha nelle competizioni internazionali dalla sua casa di Mosca: “Siamo sempre in costante contatto fra di noi. Ad Alexander ho dato tutta la mia conoscenza, la mia forza e le mie capacità. I suoi risultati degli ultimi tre anni sono la dimostrazione del suo grande potenziale. Non sono sorpreso dei suoi ottimi risultati. Sasha ha ancora ampi margini di miglioramento“.

Il ventiduenne di Brjansk ha le idee chiare su dove migliorarsi ancora: “Nelle sprint devo migliorare la mia velocità nel finale. Poi non avrò nulla da temere rispetto a Klæbo o Pellegrino. Sto già lavorando per migliorare questo aspetto e nella prossima estate continueremo a focalizzarci su questo particolare. Io voglio essere in cima al mondo del fondo nei prossimi anni“.

Bolshunov non si considera ne uno sprinter puro e neppure un uomo da gare distance : « Io adoro ogni possibile format dello sci di fondo. Amo ogni gara specialmente quando mi sento bene. Un buon fondista deve essere in grado di fare ogni cosa dalle sprint alle 50km“.

In totale finora fra Mondiali e Olimpiadi per il ragazzo di Podyvot’ye il totale e’ di sette medaglie d’argento e di un bronzo.

Se la scorsa stagione per Bolshunov è stata una stagione solamente - normale - per un personaggio riservato, schivo e umile come lui ci possiamo tutti ben immaginare il suo giudizio sulla stagione attuale se a Quebec City non riuscisse a recuperare gli attuali 76 punti di svantaggio da Johannes Klæbo nella lotta alla sfera di cristallo 2018-19 che lui andrebbe ad aggiungere ai quattro argenti mondiali appena riposti nella bacheca della sua nuova villetta a Tyumen.

Paolo Romanò

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