Biathlon - 13 agosto 2019, 11:40

Biathlon - Mirco Romanin: "Al tiro abbiamo poco da invidiare agli altri, ora chiudiamo il gap sugli sci"

L'allenatore della nazionale juniores/giovani ha parlato della sua squadra: "Abbiamo diversi elementi che eccellono in qualche particolare e sono trainanti per tutti; ma non dimentichiamoci mai che l'obiettivo è a lungo termine"

Biathlon - Mirco Romanin: "Al tiro abbiamo poco da invidiare agli altri, ora chiudiamo il gap sugli sci"

Dopo una prima stagione che ha portato risultati molto positivi, Mirco Romanin è stato confermato allenatore responsabile della nazionale Juniores e Giovani di biathlon anche per la stagione 2019/20. Al suo fianco, come lo scorso anno, anche Fabio Cianciana ed Edoardo Mezzaro, e la new entry del gruppo Daniele Piller Roner.

Al termine del terzo raduno, che si è svolto a Forni Avoltri dal 31 luglio all’8 agosto, l’allenatore friulano ha fatto il punto della situazione sul gruppo di questa stagione, formato in campo femminile da Samuela Comola (1998), Beatrice Trabucchi (2000), Hanna Auchentaller (2001), Rebecca Passler (2001) e Linda Zingerle (2002), mentre in quello maschile ci sono Cedric Christille (1999), Iacopo Leonesio (2000), Michele Molinari (2000), Didier Bionaz (2000), David Zingerle (2000), Tommaso Giacomel (2000) e Stefano Canavese (2001).

«Tra le ragazze abbiamo un gruppo con una maggiore differenza d’età – ha esordito Romaninse si considera che Samuela è del 1998 e Linda del 2002. Tra i ragazzi, invece, abbiamo solo un ’99, Cedric Christille, e un 2001, Stefano Canavese, mentre gli altri sono tutti 2000. Per quanto riguarda il gruppo maschile gli atleti svolgono lavori molto simili, mentre nelle ragazze dobbiamo variare un po’ di più. Per esempio Samuela Comola in ritiro svolge lo stesso tipo di allenamento delle altre ma ha un programma diverso a casa, visto che giustamente ha esigenze differenti rispetto alle più giovani».

L’allenatore azzurro ha poi spiegato anche qual è stato il criterio di creazione della squadra: «Abbiamo voluto dare un’opportunità ai ragazzi ancora fuori dai corpi sportivi militari di avere un importante sostegno da parte della Federazione. Soprattutto tra i maschi non è stato facile comporre la squadra, in quanto tolti Giacomel, Bionaz e Christille, gli altri si equivalgono. Sono quindi rimasti fuori atleti come Tumler, Gontel e Fauner, che sotto certi aspetti hanno sicuramente un livello pari o superiore rispetto a chi è in squadra. Essendo però loro leggermente più grandi e soprattutto già arruolati nei corpi sportivi militari, con quindi a disposizione tecnici di esperienza che consentano loro di avere comunque un seguito importante, abbiamo pensato di dare spazio a quattro ragazzi non arruolati, che hanno meritato la convocazione per i risultati ottenuti lo scorso anno, come Stefano Canavese, David Zingerle, Michele Molinari e Iacopo Leonesio (che da poco è entrato a far parte del Cs Carabinieri). Nella squadra femminile abbiamo avuto meno dubbi. In squadra ci sono le tre migliori Giovani della passata stagione, con Beatrice Trabucchi che quest’anno è passata a Juniores, la miglior Aspirante dello scorso anno, Linda Zingerle, oggi nei Giovani, e Samuela Comola. Per quanto riguarda quest’ultima si è deciso di tenerla ancora con noi e non farla passare con le coetanee in Squadra B per darle l’opportunità di lavorare con maggiore continuità sul suo sviluppo, in particolare dal punto di vista organico. Inoltre essendo al tiro una vera cecchina diventa un grosso punto di riferimento per le compagne».

Secondo l’allenatore le diverse qualità degli atleti sono il punto di forza del suo gruppo. «Per quanto riguarda la squadra femminile bisogna lavorare molto sugli sci, dove al momento Samuela ha ovviamente qualcosina in più delle altre, ma sono tutte molto vicine e devono crescere tanto. Anche tra i ragazzi ovviamente dobbiamo lavorare su questo aspetto, dove però Tommaso (Giacomel, ndr) e Didier (Bionaz, ndr) hanno già un bel livello, paragonabile ai pari età top del mondo, ma hanno ancora grossissimi margini. Al tiro, invece, Samuela, Beatrice (Trabucchi, ndr) e Iacopo (Leonesio, ndr) sono davvero impressionanti e fanno quasi scuola al resto del gruppo. Proprio questo è l’aspetto positivo che ci permette di lavorare bene. Abbiamo diversi elementi che eccellono in qualche particolare e sono trainanti per tutti. I ragazzi si stimolano l’un l’altro, ognuno è consapevole delle proprie carenze e prende da esempio il compagno di squadra più bravo in un determinato aspetto. Inoltre la forza del nostro gruppo è anche l'ottimo rapporto che abbiamo tra tecnici, tutte le scelte vengono condivise e ognuno cerca di lavorare portando sempre ai ragazzi il massimo delle proprie competenze con tanta passione».

Al tiro gli atleti hanno anche avuto modo di lavorare con Niccolò Campriani, tre ori e un argento olimpico nel tiro a segno, che ha dato preziosi consigli agli atleti e agli stessi tecnici. «Il lavoro con lui è stato molto positivo – ha sottolineato Romanine mi auguro che potremo ripeterlo al più presto. Da un campione come lui arrivano sempre dei feedback importanti per i ragazzi, ovviamente molto felici e stimolati di lavorare con un atleta capace di vincere tanto nel tiro a segno. Ma i suoi consigli sono preziosi anche per noi tecnici, da lui riceviamo sempre diverse indicazioni per migliorare nel nostro lavoro. Con lui abbiamo lavorato tanto con lo scatt, un macchinario molto utilizzato nel tiro a segno, utile a capire la costruzione del colpo, grazie a un piccolo laser montato sulla canna che mostra ogni movimento. In questa maniera si notano cose che sfuggono all’occhio».

Dopo il primo anno di esperienza internazionale, Mirco Romanin ha ben chiaro dove bisogna lavorare per recuperare il gap con altri paesi: «Al termine della stagione ho fatto una mia personale analisi sul nostro attuale livello rispetto agli altri paesi. Sono certo che al tiro abbiamo poco da invidiare, anzi, come si è visto soprattutto ai Mondiali, siamo tra i migliori nelle percentuali e nella velocità di esecuzione. Sugli sci, invece, dobbiamo lavorare ancora tanto, perché solo Tommaso Giacomel e Didier Bionaz, hanno un livello già alto, mentre gli altri devono lavorare ancora tanto per avvicinarsi al passo d’élite dei primi. Dopo un anno nel quale abbiamo innanzitutto dovuto pensare a formare il gruppo e lavorare con le pinze essendo tutti ragazzi che arrivavano da esperienze diverse, in questa stagione siamo partiti più convinti, abbiamo modificato la programmazione aumentando oltre al monte ore complessivo, anche la percentuale di allenamenti ad alta intensità. Siamo intenzionati a chiudere il gap rispetto alle nazioni dominanti, consci che non sarà sicuramente facile, e soprattutto che ci vorrà del tempo. L'obiettivo della squadra Junior rimane sempre il lungo termine. Non dimentichiamocelo mai».

L’allenatore azzurro ha quindi parlato dei nuovi arrivati in squadra: «Si sono ambientati subito bene, a partire già dal primo raduno. Hanno molta fame di crescere, la cosa che più conta»

Inevitabile parlare delle Olimpiadi del 2026 con chi guida gli atleti che potrebbero essere protagonisti ad Anterselva nelle gare olimpiche: «Tutto il gruppo ha reagito ovviamente bene a quella che per questi ragazzi è una bella notizia. Ognuno di loro ha l’età per partecipare a quell’evento, se si considera che la più anziana della squadra avrà 28 anni e la più giovane 24. Tutti hanno le carte in regola per essere lì, ma sia sopra di loro che sotto ci sono atleti di livello che lavorano e crescono insieme al nostro movimento. Quindi è giusto che sognino le Olimpiadi, ma dovranno lavorare con sempre maggiore impegno per far si che questo sogno si realizzi. Certamente, però, la prospettiva di un’Olimpiade in casa rappresenta uno stimolo enorme per tutti».

Giorgio Capodaglio

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