Biathlon | 28 novembre 2019, 11:40

Biathlon - Coppa del Mondo femminile, la presentazione: Wierer e Vittozzi ripartono da leader

Si riparte dal trionfo di Dorothea Wierer su Lisa Vittozzi dello scorso inverno. Ma le avversarie non mancano a cominciare da Herrmann, Røiseland, Öberg

Foto di Stefano Jeantet

Foto di Stefano Jeantet

Si riparte da Östersund. La località svedese, chiusi i fasti della rassegna iridata 2019, torna a proporsi come primo atto della nuova stagione di Coppa del Mondo, un cammino che si apre sabato con le due staffette miste, seguite domenica dai primi impegni individuali, a base di sprint.

Si riparte da Östersund con l’Italia padrona del movimento femminile.

Il trionfo di Doro Wierer davanti a Lisa Vittozzi nella scorsa Coppa del Mondo vorrebbe restare solo un ricordo nella mente delle dirette interessante (“si riparte tutte da zero” professava solo ieri la stessa Dorothea) ma inevitabilmente è il dato da cui partire per entrare nel vivo di un nuovo inverno, dopo aver salutato tra le altre Kuzmina, Dahlmeier e - definitivamente - Koukalova.

Si riparte dunque dal possibile (e auspicato, al di qua delle Alpi) nuovo confronto tra la ventinovenne finanziera suditirolese di casa a Castello di Fiemme e la ventiquattrenne carabiniera di Sappada, nella consapevolezza che le altre non staranno di certo a guardare. Herrmann, Røiseland, Öberg, l'elenco è lungo.

Restando in casa Italia, il marzo scorso ha avuto un ruolo fondamentale per Doro & Lisa. Wierer ha potuto saldare ancor più quel killer instinct prezioso nei momento caldi a dispetto della innata sua insicurezza; Lisa dal suo canto ha avuto l’occasione di imparare e conoscere sulla propria pelle quanto possa diventare pesante la carabina in quei delicati frangenti che valgono una stagione, persino una carriera.

Un pieno di consapevolezza per entrambe che a partire da sabato - o meglio, da domenica in ottica sfide individuali - dovrà essere rimesso in pista, per provare a difendere quanto raccolto nei mesi passati o per tentare il sorpasso nei confronti della leader, a seconda dei punti di vista.

Doro & Lisa rispecchiano diversi canoni sia sul fronte tecnico che su quello del talento, ma possono di nuovo battagliare per regalare un’altra stagione da sogno agli appassionati italiani. Di certo i primi riscontri arrivati da Sjusjøen (a Vittozzi la sprint, a Wierer la mass start) hanno alzato il livello di italica adrenalina, ma da domenica si farà sul serio e si dovrà fare i conti anche con le altre.

Ecco, le altre. A cominciare da Denise Herrmann, l’indiziata numero uno per rivestire il ruolo di guastafeste azzurra. Indiscutibile o quasi sugli sci, sull’ex sprinter tedesca pende la consueta spada di Damocle del poligono, in progressivo miglioramento. Proprio su questi progressi e soprattutto sulla loro costanza si giocherà la stagione, perchè se la quasi trentunenne sassone sarà in grado di crescere di qualche punto percentuale al tiro, potrebbe diventare cliente davvero poco digeribile.

Gli altri due nomi da tenere in grossa considerazione sono inevitabilmente quello della norvegese Marte Olsbu Røiseland e della svedese Hanna Öberg. Proprio ad Östersund, la prossima settimana, la vichinga di Lillehammer spegnerà le 29 candeline e si presenta alla nuova stagione dopo un inverno che le ha consentito di tenere vive fino all’ultimo le speranze di coppone. Ragazza di costanza, più che di acuti, chiamata a confermare la dimensione mostrata nella passata stagione, una dimensione che se si rinnoverà le consentirà ancora una volta di essere lì, pronta per dire la sua.

Discorso diverso, invece, sul fronte svedese di Öberg: a ventiquattro anni ha già in bacheca un titolo iridato ed una coppetta ed è stata protagonista nelle ultime tre annate di un costante e significativo progresso che ne fanno oggi una delle big del circuito. Sarà già abbastanza matura per reggere un’intera stagione? E’ una delle questioni più intriganti di questi giorni di vigilia, insieme alla curiosità di seguire la curva di crescita della ceca Marketa Davidova, esplosa l’anno scorso con una vittoria e tre podi ed ora a caccia di preziose conferme.

E poi c’è ancora Kaisa Mäkäräinen: l’anagrafe parla sempre più a proprio sfavore - saranno presto 37 le primavere - ma la finnica ha tutta l’esperienza per vivere un altro inverno da protagonista. Forse più da cacciatrice di tappa, che non da grandi giri, per usare una metafora ciclistica: la sensazione è che ad Anterselva, a febbraio, sarà da tenere in grossa considerazione. Ma attenti, il biathlon è imprevedibile e non bisogna mai vendere in anticipo la pelle dell’orso….

Infine due parole sul team francese. L’inverno scorso le transalpine hanno vissuto una sorta di annus horribilis: urge ricostruire certezze e cementare risultati importanti, specie per Justine Braisaz.

Difficile pensare che non possa tornare - scegliendo lei come simbolo dell’intero team - a livelli più consoni al talento a disposizione della squadra.

Ed a proposito di talento, cosa dire di Tiril Eckhoff? L'elfo di Oslo è capace di tutto e del suo contrario, sa incantare quanto deludere. E' lecito sulla soglia dei trent'anni attendersi un colpo di coda verso una vera elite stagionale?

Detto delle leader, il team di Fabrizio Curtaz si attende molto anche da Federica Sanfilippo e Nicole Gontier che nella passata stagione hanno lasciato intravvedere buone cose, non solo in staffetta. Farsi largo davanti non è semplice, ma entrambe ci sono già riuscite. Interessante poi vedere come evolverà la stagione di Alexia Runggaldier, impegnata oggi in IBU Cup: la poliziotta gardenese è rientrata nei ranghi delle Fiamme Oro dopo l’esperienza non troppo fortunata dello scorso anno nel team azzurro. Le impressioni che giungono dalla scuola alpina di Moena sembrano incoraggianti, staremo a vedere. Con lei nel circuito cadetto anche le giovani Michela Carrara ed Irene Lardschneider: l’obiettivo è crescere per trovare la giusta maturità per salire prossimamente sul treno azzurro.

Ecco dunque alcuni cenni e spunti di riflessione a pochi giorni dal via delle competizioni. Semplici indicazioni che non possono (nè vogliono) essere esaustive, anzi: il fascino del biathlon è il saper andar oltre al prevedibile, ai copioni, agli spartiti. 

Forza ragazze, siamo pronti per essere stupiti di nuovo.

Luca Perenzoni

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