Biathlon | 22 dicembre 2019, 10:09

Biathlon - Tommaso Giacomel: "Vittoria non solo mia ma anche di allenatori e skiman, che non riuscirò mai a ringraziare abbastanza"

Il giovane delle Fiamme Gialle ha reagito così al suo primo successo internazionale: "Loro ci mettono nelle condizioni migliori per performare al massimo delle nostre possibilità"

Biathlon - Tommaso Giacomel: "Vittoria non solo mia ma anche di allenatori e skiman, che non riuscirò mai a ringraziare abbastanza"

Deve ancora compiere vent’anni, li farà il 5 aprile 2020 (curiosamente è nato nello stesso mese di Dorothea Wierer, ndr), ma ha già una grande maturità anche nelle dichiarazioni. In quello che è certamente uno dei giorni fin qui più belli della sua ancora giovane carriera, quello della sua prima vittoria internazionale, Tommaso Giacomel pensa soprattutto ai suoi allenatori e gli skiman, che lavorano moltissimo per questa giovane squadra Juniores che sta strabiliando in IBU Cup Junior.

Contattato da Fondoitalia nella serata di ieri, infatti, il diciannovenne delle Fiamme Gialle ha voluto soprattutto ringraziare chi sta lavorando per lui e i suoi compagni. «È stato pazzesco – ha esordito Giacomelnon avevo mai fatto così bene in un inseguimento, mi sono veramente divertito. Ci tengo a sottolineare che questo risultato è il frutto di tutto il lavoro fatto per noi dai nostri allenatori e skiman. Abbiamo una squadra fortissima, siamo competitivi sia noi maschi che le ragazze, ma se non fosse per loro sarebbe impossibile ottenere questi risultati, perché lavorano tutti i giorni per metterci nelle migliori condizioni possibili per rendere al massimo delle nostre possibilità. La vittoria è mia ma anche loro, perché non riuscirò mai a ringraziarli abbastanza per quello che fanno per noi. Gli abbracci a fine gara valgono davvero tanto. È stato poi bello condividere questo podio con Patrick (Braunhofer, ndr), che si sta riprendendo e lo vedo in crescita rispetto prime uscite».

Ovviamente Giacomel ha poi parlato anche della gara: «Tatticamente penso di essere stato perfetto, non ho commesso errori tattici, ho anche preso i giusti trenini e mi sono lasciato tirare. Al poligono oggi stavo veramente bene, poi dopo le due serie a terra mi sono ritrovato con Hartweg e Braunhofer, sapevo che in piedi avrei trovato il mio pane e ho colto l’occasione».

Giorgio Capodaglio

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