Sci di fondo | 06 marzo 2020, 14:48

Fondo - Le parole dei quattro azzurri dopo il bronzo in staffetta ai Mondiali Juniores

Le parole dei quattro azzurri Michele Gasperi, Davide Graz, Giovanni Ticcò e Francesco Manzoni, contattati da Fondo Italia dopo il bellissimo bronzo mondiale

Fondo - Le parole dei quattro azzurri dopo il bronzo in staffetta ai Mondiali Juniores

Un bronzo inatteso e bellissimo, arrivato con una grande prova di carattere da parte dei quattro atleti azzurri. Michele Gasperi, Davide Graz, Giovanni Ticcò e Francesco Manzoni hanno compiuto una grande impresa, giungendo alle spalle degli irraggiungibili Stati Uniti e del Canada, ma davanti a Svizzera, Francia, Russia, Germania e Norvegia, nazioni alla vigilia certamente più accreditate rispetto all’Italia. Invece, dopo una prima frazione di resistenza da parte di Gasperi al lancio, Graz ha disputato una grande prova dando il cambio al secondo posto, Ticcò ha resistito agli attacchi continui di Andersen e gli altri, poi è toccato a Manzoni, capace di restare con Drolet e Grond, staccarsi all’inizio ma saper tornare sullo svizzero e regalare all’Italia il bronzo con un finale poetico.

Fondo Italia ha contattato i quattro azzurri in Germania, ovviamente felicissimi per un risultato di squadra che ha regalato a tutti una gioia immensa, al punto che lo stesso Graz è apparso molto più felice oggi rispetto a lunedì scorso quando ha vinto il bronzo individuale.

Le parole degli azzurri in ordine di frazione.

Michele Gasperi: «Le condizioni non erano semplicissime. Siamo partiti con il pelo e nel primo giro andavo bene anche in alternato, mentre a spinta mi sentivo veramente bene. Sono rimasto con gli altri, poi sull’ultima salita ho accusato un po’ di fatica, ma ho tenuto duro per dare il cambio il più vicino possibile ai migliori, sapendo che Davide sarebbe rientrato. Una volta all’arrivo, ho messo la giacca e sono andato subito in pista a fare il tifo. Ho visto Davide secondo e ho iniziato a crederci, quindi Giovanni ha tenuto dando il cambio a Manzoni in zona podio. In quel momento ci ho sperato tantissimo, poi nell’ultimo giro Checco sembrava aver mollato un po’ avendo preso una decina di secondi di distacco dallo svizzero. Sono andato di corsa verso la zona arrivo e ho visto al maxi schermo Checco superare Grond. A quel punto sono corso ad abbracciarlo pieno di felicità. Alla vigilia sognavamo di tirare fuori un numero come squadra, anche per i nostri tecnici e sono orgoglioso. Due atleti dello Sci Club Alta Valtellina? È bellissimo, io e Checco siamo cresciuti assieme nello stesso sci club, ci alleniamo ancora oggi insieme ogni giorno e vedergli fare quel numero è stato un momento indescrivibile».

Davide Graz: «È un momento bellissimo, non so cosa dire. Vi sembrerà forse strano, me per me oggi è quasi più bello rispetto a lunedì quando ho vinto la medaglia individuale. È una festa da condividere con tutti, un risultato di squadra, bellissimo. Ci tenevo tanto a fare bene oggi, ho disputato un’ottima frazione e l’hanno fatto anche i miei compagni. È stato bello vivere questa gara. Alla fine pensavamo fosse finita, poi d’improvviso abbiamo visto Checco sbucare prima dello svizzero e abbiamo capito di avercela fatta. Non so come abbia fatto, forse l’altro è scoppiato e lui invece non ha mollato. Ha provato a spiegarmelo ma non ho capito (ride, ndr). So solo che quando l’ho visto davanti ero incredulo e al settimo cielo».

Giovanni Ticcò: «È difficile spiegare le sensazioni che sto provando in questo momento. È incredibile conquistare una medaglia insieme ai compagni con cui mi sono allenato tutta l’estate, siamo un gruppo di amici ormai. Davide mi ha dato il cambio con qualche secondo di vantaggio sul resto del gruppo, così ho deciso di andare avanti con il mio ritmo sapendo che tanto gli altri sarebbero arrivati. Quando mi hanno preso, sono rimasto attaccato a loro consapevole di non dovermi mai staccare. Sull’ultima salita lo svizzero è partito, tutti hanno accelerato e ho capito che era il momento in cui si poteva fare la differenza restando attaccati. A fine salita ero finito, non ci vedevo più, ormai ko, ma ho deciso che fino a quando non avrei toccato Checco per il cambio, avrei dato tutto. La frazione di Manzoni? Sinceramente ho visto poco, ero sfinito e stavo recuperando. Ho sentito tante voci discordanti, così mi sono diretto all’arrivo per godermi il finale senza sapere nulla. Quando ho visto la sua figura familiare è stato un momento bellissimo».

Francesco Manzoni: «Ero un po’ deluso dall’esito della sprint. Quindi la gara di oggi per me, oltre a essere una grande soddisfazione è stata anche un riscatto, perché nella sprint non avevo fatto quello di cui sono capace. Ho dato tutto perché in squadra si da sempre qualcosa in più. Al momento del cambio, quando ho visto che eravamo in zona podio, mi sono detto di non fare cavolate e usare la testa. Ha funzionato. Purtroppo al transito tra il primo e il secondo giro ho sofferto perché Drolet ha tenuto un ritmo impossibile. Mi sono staccato e fatto tanta fatica, ma ho ascoltato bene le indicazioni tecnici, così non mi sono fatto prendere dalla fretta senza rientrare subito. Ho ascoltato bene i consigli degli allenatori e ho recuperato gradualmente, sull’ultima salita ho fatto il mio lavoro, quello che devo fare uno sprinter. Il rettilineo finale? Ero stanchissimo, ma quando ho visto i miei compagni aspettarmi saltando sulla linea d’arrivo, è stato bellissimo. Vincere con la squadra è tutta un’altra cosa, poi noi siamo tutti amici, quindi vale doppio. Credo per me sia stata la gara più bella, anche se quest’anno mi sono già tolto tante soddisfazioni. Io e Michele Gasperi? È stato bello vincerla con lui, ci conosciamo da anni, ci alleniamo sempre assieme e abbiamo condiviso tutto fino ad arrivare fin qui. Bellissimo»

Giorgio Capodaglio

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